Francesco d’Assisi era alto poco meno di un metro e mezzo, non era particolarmente avvenente, né era un letterato… Eppure è noto anche come Alter Christus, “l’altro Cristo”. Un Santo universalmente amato e conosciuto. Ma siamo sicuri di sapere chi fosse davvero quell’uomo nelle sue profondità? Cosa lo portò da una piccola città nel cuore dell’Umbria alle altezze della santità, agli onori della corte celeste? Nella sua avvincente biografia, l’Autore riesce a penetrare la vita interiore di san Francesco, rivelandone le sue più profonde passioni, l’amore inestinguibile per la povertà e l’incrollabile fedeltà all’essenza del Vangelo. La vita del Santo di Assisi, spesso presentata come spettacolare e miracolosa, è in realtà la storia di un’anima che anela a Dio e che intravede la Sua presenza in tutta la creazione.
Un contenitore culturale Nulla di più Libri scelti su basi prettamente personali Non esiste un criterio di scelta tranne quello di ritenere la trama o la tematica trattata.
Informazioni personali
- RICCARDO SEDINI
- Sale, Alessandria, Italy
- Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;
27 settembre 2020
GUIDO MORSELLI IL COMUNISTA
Nel 1957, Walter Ferranini è un deputato emiliano di mezza età del Partito Comunista Italiano. Egli vuole andare al fondo della concezione marxista dell'economia e della realtà in generale e per questo studia i testi originali di Marx ed Engels, al prezzo di trascurare la sua amante Nuccia, moglie di un industriale affiliato al suo stesso partito. Altri grattacapi gli vengono dall'attivismo politico degli avversari politici socialdemocratici e democristiani nel suo paese natale, Vimondino, e dalle lotte di potere interne alla federazione reggiana del suo partito.
Progressivamente si rende conto che vi è una scollatura tra le idee professate da quadri e dirigenti del partito e le aspirazioni dei semplici militanti e simpatizzanti, i quali non comprendono il concetto di "liberazione del lavoro" nel senso di cessazione dello sfruttamento capitalistico, ma pensano piuttosto alla "liberazione dal lavoro", cioè alla cessazione della fatica fisica che questo comporta.
Quando Nuccia s'iscrive al PCI, in una sezione di un quartiere alto di Roma, Walter se n'adombra perché pensa che la donna l'abbia fatto solo per compiacerlo, senza ch'ella avesse meditato i presupposti ideologici di tale scelta. Accentua il suo disagio il fatto che gli venga assegnato lo sgradito compito di andare a Torino, col compagno di partito Giobatta Reparatore, a interrogare il militante della FGCI Roberto Mazzola, accusato di deviazionismo per aver affermato in incontri pubblici che il PCI, dopo la morte di Stalin, avrebbe moderato le proprie istanze. Walter, ascoltando le repliche di Mazzola al senatore Pisani, anch'egli presente all'incontro, si sente in maggior accordo col giovane.
Parlando con gli altri colleghi parlamentari Amoruso, Boatta e Reparatore della condizione del lavoro come fatica fisica, sorge tra di loro l'idea d'istituire una commissione di partito che consideri le patologie lavorative, ma l'idea viene bocciata nelle alte sfere. A Roma, dopo diverso tempo dal loro primo incontro, Walter rivede Mazzola, che lo informa di essere stato ammonito (nonostante Ferranini avesse suggerito che nessun provvedimento fosse emesso a suo carico) e che intende continuare la sua attività politica con gli operai, se necessario anche fuori dal partito.
Ferranini è poi inviato con una delegazione del PCI a Leningrado, ad un convegno dell'Accademia delle Scienze dell'URSS, ma durante il viaggio in treno s'ammala e non riesce a partecipare ai lavori, che gli vengono riferiti da Amoruso. Walter fatica ad ammettere che in URSS gli operai possano soffrire delle stesse patologie lavorative di quelli italiani, ma deve arrendersi all'evidenza. Al suo ritorno redige un articolo da pubblicare sulla rivista Nuovi argomenti, nel quale conclude che la fatica del lavoro è connaturata alla condizione umana e che più che di alienazione dell'operaio bisognerebbe parlare della sua mortificazione. L'articolo gli porta una certa notorietà anche al di fuori dell'ambito strettamente politico, ma non è apprezzato dai vertici del PCI: per questo è messo sotto inchiesta da una commissione che gli intima di ritrattare, per non incorrere in una sanzione maggiore del semplice richiamo.
Walter viene a sapere che Nancy, la moglie americana da cui era separato da tempo, è in gravi condizioni e parte per gli Stati Uniti per correre al suo capezzale. A Filadelfia ha un malore e viene ricoverato nello stesso ospedale della moglie, rimessasi da un tentativo di suicidio, che va poi a fargli visita. Gli chiede perché, anni prima, l'abbia abbandonata e gli confida di aver modificato le proprie posizioni politiche da un intransigente nazionalismo a quello che chiama "nazional-laborismo". Walter è tentato di restare a vivere con la moglie, ora che sente Nuccia molto più lontana, ma dopo la dimissione dell'ospedale fa ritorno in Italia.
GEGIA CELOTTI PAROLE O-STILI DI VITA
13 SETTEMBRE 2020
Presentato al Festivaletteratura di Mantova il libro dell’Ordine lombardo “Parole o-stili di vita. Media e persone LGBTQIA+”
È stato presentato ieri al Festivaletteratura di Mantova, Parole o-stili di vita. Media e persone LGBTQIA+, secondo libro delle Collane tematiche dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, promosso e curato dalla Commissione Pari Opportunità e coordinato dalla consigliera Gegia Celotti. Erano un centinaio le persone che hanno preso posto (prenotato) sotto il tendone di piazza Sordello, nella suggestiva cornice di fronte a Palazzo Ducale, a Mantova, ma l’evento era ripreso in video streaming sul sito del Festival. Sul palco dei relatori Gegia Celotti ha condotto un dialogo con due degli autori del libro, Franco Grillini (fondatore di Arci gay nazionale) e Monica J. Romano (donna transgender) sui temi della galassia LGBTQIA+. Il libro ripercorre la storia del Movimento LGBTQIA+, delle leggi vigenti e, in prospettiva, future, delle parole di odio sul web e della rappresentazione sui media con studi e ricerche, tra cui quella dell’Osservatorio di Pavia. Il tema è affrontato sotto innumerevoli sfaccettature, ad esempio mondo del lavoro, del marketing, dello sport, della fotografia, del cinema e, infine, del carcere. Il risultato è il ritratto di una realtà che non sempre i giornalisti riescono a raccontare con competenze adeguate, talvolta neppure uscendo da stereotipi folkloristici, quando non offensivi a priori. I contributi sono di 21 autori, a cominciare dalle socie di G.i.U.L.i.A (acronimo di Giornaliste Unite Libere Autonome) Silvia Brena, Ilaria Li Vigni, Paola Rizzi, Maria Luisa Villa. Giornaliste/i come Oreste Pivetta, Dina Bara, Ester Castano, Laura Incardona, Daniela Stigliano, Mario Consani, Gabriele Porro. E ancora esperte/i come Barbara Mapelli (docente universitaria), Monia Azzalini (ricercatrice), Vittorio Lingiardi (psichiatra e psicoanalista), Nicola Nardelli (psicoterapeuta), Antonio Rotelli (avvocato). Interviste a persone che hanno deciso di manifestare le loro scelte: oltre a Franco Grillini, Gianmarco Negri (sindaco di Tromello), Maria Silvia Fiengo (insegnante e fondatrice dell’Associazione famiglie arcobaleno), Claudio Rossi Marcelli (scrittore e giornalista), Francesca Vecchioni (fondatrice e presidente dell’associazione Diversity). Testimonianze, in prima persona, della transgender Monica J. Romano, dello scrittore Jonathan Bazzi e del giornalista sportivo Paolo Colombo.
DAVIDE D'ALESSANDRO FILOSOFIA E PSICOANALISI
Filosofi e analisti lavorano, da laboratori diversi, lo stesso materiale: l'uomo. E proprio dell'uomo si racconta in queste pagine. Della sua sofferenza, del suo dolore, della sua nostalgia, della sua speranza, della sua possibilità. Davide D'Alessandro interroga le menti più brillanti del nostro panorama culturale contemporaneo per addentrarsi nel vivo del rapporto tra filosofia e psicoanalisi.
26 settembre 2020
VALERIO VARESI L'ORA BUCA
Nell'aula professori di una non meglio identificata scuola superiore, con una regolarità dettata dagli orari di docenza e soprattutto dalle anelate ore buche, due insegnanti di scienze si incontrano, chiacchierano del più e del meno e disquisiscono di massimi sistemi sotto lo sguardo benevolo e forse moderatamente onnisciente dell'epicureo bidello Mario. Avendo formazione scientifica, i due uomini non possono evitare di valutare la loro condizione - umana, s'intende - precariamente associata a quella di un pianeta che assomiglia molto a un arancino (con una crosta fragile e un centro incandescente) vagante nell'universo infinito. Per uno dei due, d'ora in poi il Professore, è anche diventato difficile, se non impossibile, rispettare i dettami del programma: gli pare umiliante raccontare e vendere per certezza granitica qualche legge, confutabile per sua stessa natura, a quei ragazzi che di certezze ne hanno pochissime. È così che, per conquistare un posto nel mondo che sia all'altezza delle sue ambizioni, il Professore si imbatte nell'Agenzia. Che dopo una serie di workshop e di test, lo arruola nelle sue fila per una missione molto particolare: distruggere la reputazione di un uomo politico diffondendo fake news. Niente di più facile, e un trampolino di lancio per il Professore. Ma soddisfare le aspettative della inquietante e potentissima Agenzia, non basta. E il patto del Professore prevede un prezzo sempre più alto.
20 settembre 2020
PIERLUIGI SULLO UCCELLI DELLA TEMPESTA
Enrico, il liceale del 68 innamorato della rivoluzione e di Annamaria, la ragazza più bella del mondo, dopo sei anni a Milano nel 1974 torna a Roma. È solo, lei lo ha lasciato, ma è un militante, oltre che un giovane storico all'università, e ha dei doveri. Ritrova i vecchi compagni di liceo e insieme a loro gli altri dell'Organizzazione, Hans il tirolese e Peppe il romano, e le ragazze, Rita e Silvia e Giulia, che stanno con moltissime altre facendo nascere un nuovo movimento, il femminismo. Quello è l'anno delle bombe, nella piazza di Brescia e sul treno Italicus, di un ennesimo colpo di stato, di sparatorie della polizia, di complotti di cui Italo il nazista parlerà con Enrico in un confuso tentativo di riavvicinarsi ai suoi ex compagni di liceo. Ma Enrico e i suoi amici non vogliono perdere quel che hanno afferrato nel 68, la felicità della ribellione e del sentirsi liberi, la sensazione di poter andare oltre. Sperano che il muro si incrini quando il referendum sul divorzio sconfigge la Dc, quando in Portogallo crolla la dittatura, quando gli occupanti di case di San Basilio, a Roma, resistono allo sgombero. I ragazzi sono in bilico. Ed Enrico si innamora di nuovo, anche se il futuro è pieno di nubi tempestose.
ERNESTO DI MAURO IL GOLEM CHE CI ATTENDE
Quando pensiamo al Golem che vogliamo costruire, stiamo forse mascherando sotto uno scopo officinale il nostro istinto di fondo a cercare di capire noi stessi? Finora lo hanno fatto le religioni, ora lo possono fare, e lo fanno, la scienza e la tecnologia.
Comunque il Golem, che non sarà una semplice macchina, queste ci sono già, sarà frutto di biologia e genetica, sarà differenziato in tessuti come i nostri, solo più resistenti potenti e forti, sarà frutto di cellule riproduttive, cellule staminali, clonaggi e clonazioni, intelligenza ricostruita. Il corpo del Golem sarà il corpo del vivente, la sua informazione sarà la nostra. Ma allora che differenza c’è con l’uomo vero e proprio? ed a che scopo farne uno? Un’ulteriore obiezione, legittima, è: l’uomo è fatto anche di altruismo, cooperazione, empatia, patto sociale. La risposta è: certo, così come possono avere tutto questo computer in rete e in sinergia. La risposta generale alla domanda “vale la pena o no correre rischi?” può dunque venire solo dal tipo di mente che vogliamo Golem abbia.
Abbiamo scritto la parola chiave: mente. Parola chiave nel senso che, per tutto quello che abbiamo detto, la mente potrà forse essere l’unica cosa che ci distingua veramente da macchine costruite a nostra potenziata somiglianza. Con mente si intende, l’insieme di intelligenza, memoria e coscienza, funzioni che vengono menzionate, descritte ed analizzate separatamente solo per ragioni pratiche e per limitatezza (temporale e quantitativa) dei nostri processi intellettivi. La mente è una e sola funzione, integrazione totale dei tre processi.
19 settembre 2020
MIMMO LUCANO IL FUORILEGGE
In ogni periodo di crisi le disuguaglianze rischiano di allargarsi e i diritti di essere rispettati sempre meno. Da dove può ripartire oggi l’Italia? Nel disastro economico e sociale in cui siamo precipitati all’improvviso, abbiamo un enorme bisogno di idee. Prima di diventare un modello per ridare vita a una comunità, Riace era un’idea. O meglio, un’idea di futuro che a Mimmo Lucano venne in mente per la prima volta guardando il mare.
A Riace, alla fine degli anni novanta, non esistevano quasi più né l’agricoltura, né l’allevamento. L’unica possibilità per i pochi abitanti rimasti era fuggire. Poi il sistema di accoglienza diffuso creato da Lucano ha cambiato tutto. Le case del centro, da tempo abbandonate, si sono ripopolate. Centinaia di rifugiati hanno potuto ricostruire le loro famiglie e hanno rimesso in moto l’economia del paese.
Ma Lucano, si sa, è un fuorilegge. Il 2 ottobre 2018, mentre il ministero dell’Interno era sotto la responsabilità di Matteo Salvini, è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I progetti di accoglienza sono stati chiusi e il paese di nuovo spopolato. Lucano non ha mai smesso di credere nella sua idea: ogni comunità deve fondarsi sul rispetto della dignità umana.
La storia di Mimmo Lucano è la storia dell’Italia, perché il suo coraggio ha saputo indicare il confine oltre il quale una democrazia tradisce i propri valori fondamentali. Un racconto personale ed eroico di piccoli gesti che diventano grandissimi. Una testimonianza diretta e profonda che ci invita ad aprire gli occhi su chi siamo e su chi vogliamo essere.
“Con l’accoglienza, Riace aveva dimostrato di avere un’anima, aveva riscoperto la propria identità.”
Si può infrangere una legge ingiusta? Un racconto personale e allo stesso tempo collettivo, che mette alla prova la nostra democrazia e, soprattutto, noi stessi.
ALBERT CAMUS CONFERENZE E DISCORSI
Trentaquattro discorsi pubblici pronunciati da Albert Camus dal 1937 al 1958 e raccolti per la prima volta in volume. Di intervento in intervento lo scrittore descrive e affronta quella che definisce la “crisi dell’uomo”, si sforza di restituire voce e dignità a coloro che ne sono stati privati da mezzo secolo di rumore e rabbia. Sono discorsi pieni di un profondo senso di civiltà. Per Albert Camus, infatti, quella di uomo è una professione, ritagliata su misura per ogni individuo, che consiste nell’opporsi al male del mondo per diminuirne la sofferenza. E lo scrittore non può sottrarsi a questo compito, né a questo onore: “Preferisco uomini impegnati a letterature impegnate” scrive Camus nei suoi Taccuini. “Il coraggio nella vita e il talento nelle opere non sono poi così male.” È sottile il distinguo fra cultura e civiltà, ma è sulla seconda, unita al sentimento fraterno, che gli uomini devono poter contare per vincere l’eterna lotta contro il loro destino.
PAOLO BENANTI DIGITAL AGE
Il Digital Age è una nuova epoca nella storia dell’uomo: a causa del potere della tecnologia sta davvero cambiando tutto ed è bene comprendere quanto ci sta trasformando.
Questo testo descrive:
1. il cambiamento avvenuto e ancora in corso;
2. le caratteristiche della cultura contemporanea;
3. le nuove coordinate esistenziali – e le sfide aperte – che la nuova epoca ci suggerisce, in primo luogo a proposito delle nostre relazioni fondamentali.
Nella prima parte l’autore delinea la teoria del cambio d’epoca: in che mondo viviamo? Quali i suoi strumenti? Quali i suoi linguaggi? Quale la nuova cultura che preme sulle nostre tradizioni e abitudini e ci costringe a cambiarle profondamente? Chi è l’uomo nuovo del Digital Age?
Nella seconda parte si affrontano alcune questioni decisive: i nuovi valori, il rapporto tra la tecnologia e la qualità della vita, le caratteristiche della cultura pop di oggi, i giovani e la famiglia ecc.
Al termine di ogni capitolo della seconda parte, l’autore sintetizza e raccoglie le sfide che maggiormente emergono nell’ambito del vivere concreto che il capitolo stesso analizza.
PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA
Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...
-
Orfana di madre, Ebla cresce nell’entroterra somalo. L’anziano padre, astronomo e divinatore tradizionale, le insegna l’arte interdetta all...
-
Linda non lo sa, che diventare famosa non è così difficile: basta ubriacarsi una sera e lasciarsi filmare durante un rapporto intimo e ades...
-
La voglia di morire, di farla finita non senza tornare per l'ultima volta nei luoghi dove si sono svolti i fatti. È possibile che a dic...