Informazioni personali

La mia foto
Sale, Alessandria, Italy
Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

31 luglio 2020

STEFANO MONETTI JACQUES LACAN E LA FILOSOFIA

L'opera di Lacan chiama in causa la filosofia confrontandola con la psicoanalisi, ma quali sono gli elementi filosofici utilizzati dallo psicoanalista francese? In che modo essi concorrono a formare l'orizzonte concettuale della psicoanalisi, e in particolar modo della psicoanalisi lacaniana? Seguendo le indicazioni dello stesso Lacan, è possibile individuare alcune istanze filosofiche che innervano, in modo esplicito o implicito, la sua teoria psicoanalitica e filosofica. Si tratta degli studi di Koyré sulla scienza moderna, delle lezioni di Kojève sulla Fenomenologia dello spirito di hegel, delle filosofie di kant e di Heidegger. inoltre il pensiero di lacan ha avuto conseguenze rilevanti nella filosofia contemporanea, come attestano el interpretazioni fornite da Deleuze e Zizek, che qui sono analizzate e discusse. Emerge dai testi lacaniani una filosofia della psicoanalisi che costituisce unmodello di filosofia delle scienze umane. Il nucleo critico di questa filosofia della psicoanalisi è il rapporto tra affetto e lingiaggio. In questo libro, fondamentale per comprendere la stretta relazione tra filosofia e psicoanalisi nella forma del rapporto tra affetto e linguaggio, si analizzano le principali questioni del pensiero lacaniano.
Aggiungi didascalia

STEFANIA PODDA NOME DI BATTAGLIA MARA

Margherita Cagol era nata e cresciuta a Trento: una ragazza tranquilla, una famiglia normale, in anni che normali non furono. Poi l'università, il pugno chiuso alzato di fronte alla commissione di tesi, l'amore per Renato Curcio, il battesimo delle Brigate Rosse, le azioni di guerra, il tragico epilogo riversa sul prato di una cascina in una giornata di sole. Un epilogo ancora oscuro: fu uno scontro a fuoco, come vuole la versione ufficiale, o un'esecuzione a freddo? Un racconto che segue le tracce flebili che la corsa della Cagol verso la morte ha lasciato dietro di sé. Un racconto su Margherita, la ragazza con la chitarra, e su Mara, la donna con la pistola. La prima a scegliere la lotta armata, la prima a morire: l'incipit di una storia non ancora conclusa.

29 luglio 2020

MATTEO MARIA ZUPPI ODIERAI IL PROSSIMO TUO

«Ama il prossimo tuo come te stesso»: è il comandamento evangelico forse più difficile da rispettare, oggi, in un Paese incattivito, dove i rapporti e la comunicazione sono dominati dall’aggressività, le porte delle case sono chiuse agli estranei, le donne e gli immigrati sono vittime frequenti di violenze verbali e fisiche. Dove l’inimicizia e le fratture si propagano anche all’interno della comunità dei credenti. Come uomo di Chiesa, Matteo Zuppi ritiene urgente affrontare la questione dell’odio, un sentimento che ci disumanizza e ci condanna alla solitudine. Tanto più se lo percepiamo come forza capace di proteggerci dalle minacce e ripagarci delle ingiustizie subite. Tessendo una riflessione in dialogo con scrittori, filosofi e teologi, attingendo a vicende storiche ed esperienze personali, il cardinale di Bologna si interroga sulle paure che alimentano l’ostilità e l’intolleranza. E indaga le conseguenze dell’individualismo sfrenato che induce le persone a idolatrare il benessere personale e le rende impermeabili alla sofferenza altrui, ma anche più fragili e incapaci di pensarsi in relazione agli altri. L’odio ha una capacità distruttiva spaventosa: non lo si può giustificare né tollerare. Bisogna rigettarlo. L’antidoto a questo veleno è l’amore. Non solo per i cristiani. Anche per i non credenti e i fedeli di altre religioni, l’unica risposta possibile è la fraternità. L’invito di Matteo Zuppi è una sfida: a ritrovare l’autentica solidarietà, intesa come forte partecipazione alla vita degli altri; a guardare al pluralismo religioso come un’opportunità per ritrovare le ragioni della propria fede; a promuovere l’accoglienza che difende e crea la vita; ad aprirsi all’amore, forza creativa capace di cose grandi, che costituisce la dimensione più autentica di ogni essere umano.

SEBASTIANO ARDITA COSA NOSTRA Spa

Dopo le stragi del 1992 Cosa nostra ha cambiato pelle. È scesa a patti con la politica lasciandosi alle spalle la stagione del sangue e delle morti eccellenti. E così ha riorganizzato le proprie fila. Niente più omicidi ma ricerca di nuove relazioni. Nasce così Cosa nostra SpA, una grande impresa che incrocia il suo enorme fatturato con gli interessi dei colletti bianchi che governano multinazionali, enti e istituzioni pubbliche. Un sodalizio che si fonda in modo sistemico su corruzione e collusione e contro il quale sono sempre meno efficaci gli strumenti di contrasto legislativi.

JAVIER CERCAS TERRA ALTA

Un crimine spaventoso sconvolge una quieta cittadina nel Sud della Catalogna: i proprietari dell’azienda più impor­tante della zona, le Gráficas Adell, vengo­no trovati morti, con segni evidenti di feroci torture. Il caso è asse­gnato a Melchor Marín, giovane poliziotto e appassionato lettore, alle spalle un passato oscuro e un atto di eroismo quasi involontario, che lo ha fatto diventare la leggenda del corpo e lo ha costretto a lasciare Barcellona. Stabilitosi in questa piccola regione dal nome evocativo di Terra Alta, crede di aver seppellito l’odio e la voglia di riscatto sotto una vita felice, grazie all’amore di Olga, la bibliotecaria del paese, dalla quale ha avuto una figlia, Cosette. Lo stesso nome della figlia di Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, il suo romanzo prefe­rito. L’indagine si dipana a ritmo serrato, coinvolgendo temi come il conflitto tra giusti­zia formale e giustizia sostanziale, tra rispetto della legge e legittimità della vendetta. Ma soprattutto Javier Cercas, l’autore di libri memo­rabili come Soldati di Salamina, Anatomia di un istante, L’impostore, racconta l’epopea di un uomo solo che cerca il suo posto nel mondo, e per questo dovrà lottare e mettere a rischio tutto: i valori, gli affetti, la famiglia, la vita.

20 luglio 2020

MIA CANESTRINI LA RAGAZZA DEI LUPI

«Cercavo lupi, ho trovato me.»

«Il mio lupo mi ha tagliato la strada un pomeriggio d'estate a pochi chilometri da casa. È balzato nella provinciale all'improvviso, ma calmo, e l'ha attraversata con un passo lento e sicuro, quasi a non sfiorare l'asfalto. Si è voltato a guardarmi, ci siamo fissati un istante, il tempo di lasciarmi un messaggio, e come un angelo è sparito, infilandosi nella vegetazione fitta oltre la cunetta. Mentre tutto sembrava insuperabile, il lavoro finire, il fallimento chiudere il cuore in una morsa, le amicizie allontanarsi, mentre la vita sembrava collassare su se stessa, un lupo è apparso come un lampo di luce alle porte del mio inferno personale. La sua apparizione senza senso, in un luogo strano, a un orario altrettanto strano, mi ha donato una grande fiducia nel futuro, nonostante nulla in quel momento sembrasse avere soluzione. Ma io gli ho creduto, ho stretto i denti. A volte gli angeli custodi assumono strane sembianze»

Si è messa sulle tracce dei lupi da studentessa di Scienze Naturali, quando come tesi doveva cercare segni di presenza del lupo per studiarne la genetica. Non li ha più lasciati. Oggi Mia è una "lupologa", ed è una delle più preparate. Tra le sue attività, è impegnata anche a insegnare alle persone a convivere con l'animale di cui gli uomini hanno una paura ancestrale e un'attrazione infinita. L'esperienza personale di Mia si intreccia con la storia più grande del lupo in Italia, ed è il racconto di un amore sconfinato, di cuccioli salvati e rimasti nel cuore, come Achille, e di altri perduti, un amore a volte corrisposto, a volte no. Ed è anche la storia di come i lupi le hanno insegnato a seguire la strada della libertà.

19 luglio 2020

ANNA MARGARINO LO SCRIGNO DI IRENE

Irene, dalla finestra del suo appartamento, osserva le vite che scorrono nel palazzo di fronte: si interroga, muove pensieri verso esistenze sconosciute, in attesa di comprendere la propria.
È sposata con Riccardo e insieme a lui decide di prendersi cura di Shadon, un indiano che lava i vetri delle auto al semaforo e che si è rotto la tibia. Lavora come segretaria per Silenti, dietologo e psicologo. Nel contratto è prevista una singolare clausola: un’ora di seduta settimanale con il dottore. In quei momenti Irene ferma l’anima, confessa inquietudini e vuoti non ancora colmati. Fino al giorno in cui percepisce di avere una finestra in pancia: non è più tempo per cercare luoghi, ma finalmente per essere luogo.

CASSAR SCALIA DE CATALDO DE GIOVANNI TRE PASSI PER UN DELITTO

Una giovane bellissima, che lavora nel mondo dell'arte, viene uccisa nel proprio appartamento a Roma. Tre personaggi coinvolti per ragioni diverse nell'omicidio forniscono la loro interpretazione dei fatti. Chi nasconde la verità. Chi la manipola. Chi sembra non curarsene.

Il commissario Davide Brandi è un poliziotto molto abile, e molto ambizioso. È lui che conduce le indagini. A dargli la parola è Giancarlo De Cataldo. Marco Valerio Guerra è l'amante della vittima. Un uomo d'affari ricchissimo, potente, odiato. A dargli la parola è Maurizio De Giovanni. Anna Carla Santucci è la moglie di Guerra. Scoprire il tradimento del marito non l'ha stupita affatto. A darle la parola è Cristina Cassar Scalia. Le loro versioni non concordano. Ma tutte rappresentano un piccolo passo per arrivare alla soluzione del caso.

SAVERIO FATTORI FINTA PELLE

In queste pagine vivono un uomo e due donne. L’uomo è sopravvissuto agli anni Ottanta. È stato un eroinomane e adesso ha una nuova dipendenza: un sito di appuntamenti erotici. Tutte le sue dipendenze sono ironiche e, in fondo, grottesche. Le due donne lavorano entrambe in un’azienda che non è né grande né piccola, né buona né cattiva. Carla è operaia, Tiziana lavora in ufficio, e si sono sempre ignorate. L’uomo invece non ha nome, ma solo un nickname, e un messaggio: «Cerco una donna che come me è arrivata a fine corsa e vuole farsi un ultimo giro di giostra.» Al messaggio disperato, e avventuroso, risponde Tiziana, disposta ad accettare l’invito. Così si incontrano e parlano poco, fanno sesso, perché il corpo è l’ultima – e ormai l’unica – cosa che hanno da scambiare. Lui vive in una bolla autarchica che gli mangia l’esistenza; i ricordi si rincorrono, sono molti gli aneddoti che racconta, ma alcuni fatti li distorce, poi la memoria rimette le cose al giusto posto e il dolore si rinnova su un episodio che era stato rimosso: un fatto che non lo salva, ma almeno lo addolora. Tiziana non è sola, ha una famiglia, ma del marito si è accorta di non sapere proprio tutto (e in fondo sarebbe stato meglio non saperlo, fermarsi al Softair in tuta mimetica con gli amici durante il fine settimana). Carla è rimasta vedova, ma è curiosa e frequenta da molto tempo il sito di annunci erotici, così, quando capisce che Tiziana è entrata in questo nuovo mondo, desidera conoscerla meglio. Forse un po’ di condivisione, alla fine, salva tutti.

17 luglio 2020

ANGELO MARENZANA OMICIDIO AL CIVICO 7

1936, quattordicesimo anno dell’èra fascista. Dopo la recente scomparsa della moglie Betti, il commissario Augusto Maria Bendicò, condizionato dal proprio dolore, preferisce sbrigare pratiche burocratiche al sicuro della scrivania piuttosto che essere in prima linea a dialogare con sé stesso o, meglio, con quella che lui crede sia la voce della sua amata. Ma un nuovo caso lo costringe ad affrontare i fantasmi del passato. Il corpo di Eleonora Picchio, affascinante e giovane promessa canora del Cavallino Bianco, viene ritrovato senza vita sulle scale interne di un palazzo in via Dante 7. La seconda morte in circostanze poco chiare nell’arco di quindici giorni. Poco tempo prima, infatti, dopo il coinvolgimento di Tullio Carbone nello scandalo del fallimento dell’agenzia di investimenti, si era consumato un dramma nel dramma: la sorella Matilde era caduta dalla finestra di casa nel bel mezzo della notte. Ma si era trattato veramente di un incidente? C’è una relazione tra le due donne? In questura sembrano tutti concordi ad archiviare entrambi i casi come fatalità, anche in vista della prossima dichiarazione del duce sulla nascita dell’impero. Ma il commissario è deciso ad andare fino in fondo nell’inchiesta grazie anche al sostegno del dottor Silvera. Alessandria è in fermento. La guerra in Etiopia è al termine e la vittoria dell’Italia è cosa fatta. Ma la verità deve venire a galla, a costo di rovinare una festa che il popolo crede di meritare...

16 luglio 2020

ADRIANO SOFRI REAGÌ MAURO ROSTAGNO SORRIDENDO

«Mamma mia che situazione in questa provincia di Trapani!... Logge massoniche coperte, intreccio tra politica, affari, mafia, massoneria, tangenti, gente che si fa ricca della povertà altrui… Insomma, ci sarebbe da stare seri se non avessimo voglia, ogni tanto, anche di ridere…» (nella sua tv, aprile 1988). Mauro Rostagno fu ammazzato il 26 settembre del 1988. Era nato il 6 marzo 1942, era passato da tante vite, chissà quante ne avrebbe avute ancora. Di tutti quelli che ho conosciuto, era il più pronto a prendersele tutte, le vite che abbiamo in offerta. A Trapani c’è ancora qualche scritta slavata che dichiara che MAURO È VIVO! Serve ai vivi per consolarsi, ma i morti ne sono inceppati, è come se non li si lasci sentire pienamente morti, con quel punto esclamativo che inchioda il lembo del mantello al mondo di qua. I morti ammazzati per ragioni di giustizia o di dignità personale non vogliono essere vivi, ne hanno avuto abbastanza. Rivendicano di poter guardare le cose da un aldilà, e di venire di qua per qualche sopralluogo senza preavviso. Tanto più che ad appesantire loro le ali provvedono già i processi insabbiati o dirottati, che li tengono in una perenne attesa di convocazione, un purgatorio terrestre.
Mauro è stato tenuto in ostaggio per oltre venticinque anni in quella terra di nessuno, e finalmente se n’è svincolato. C’è voluto un processo durato tre anni, testimonianze e prove finalmente raccolte, il colpo di scena di un esame del DNA dal risultato imprevedibile, per dire quello che tutti sapevano: che non era stato un delitto fra amici, né un affare di corna o una vendetta di «drogati», ma un omicidio di mafia. Mauro aveva detto di aver scelto la Sicilia, e che qui avrebbe voluto vedere ingrigirsi la propria barba e nascere i propri nipotini. Io assisto alle udienze e sono tutto grigio, e anche l’assassino presunto di Mauro nella sua gabbia in tribunale è mezzo calvo e mezzo grigio, e invece a Mauro è restata una barba scura e il sorriso affettuoso e ironico di chi sa come potrebbe essere questa terra, se non ci si accanisse a rovinarla.   A. S.

EDOARDO FASSIO È TUTTO FINITO ADESSO BABY BLUE

Un romanzo grottesco e agrodolce, che si muove al ritmo della soul music, popolato di avventurieri marginali, di mezze calzette, di questurini megalomani, di aziende dalla doppia contabilità, di donne fatali, di bevitori, di musicisti sballati e di geni contorti. Tra i personaggi inventati si aggirano Mick Jagger, Dave Godin, Adriano Panatta, Bjorn Borg e la cantante texana Barbara Lynn.La storia, che attraversa tre decenni e tre ambientazioni geografiche, esordisce in era thatcheriana in un'immaginaria cittadina del Nord dell'Inghilterra, alla periferia di Manchester, insegue in Texas l'elusivo sogno americano e culmina in una Torino operaia, apparentemente anonima, impalpabile e immutabile. Impregnata di blues, di odore di officina, di anni di piombo e speranze disattese, E tutto finito adesso, Baby Blue è un racconto amaro, un motivo per soffermarsi e guardare dentro alla faccia nascosta delle cose, oltre il paravento di tutte le storie che stanno dietro a una qualsiasi Baby Blue.

11 luglio 2020

LINA AGOSTINI DIARIO SCANDALOSO DI UNA VECCHIA

Il diario di una vita divisa in quattro lati, come un quadrato perfetto. Ogni lato influenza gli altri, con cesure inevitabili. Lina, arrivata all’ultimo quarto, racconta i suoi anni con irresistibile ironia: è impicciona, libera, disobbediente anche agli acciacchi della vecchiaia. Il rapporto complicato con la figlia, l’amore per i nipoti che vuole far crescere liberi, la passione per il giornalismo, le nuove tecnologie sempre più complicate, i disastri, le dimenticanze. Sullo sfondo c’è il passato: il matrimonio a 17 anni, un libro scandalo censurato, gli incontri eccellenti – dal Barone Rosso al ballerino tartaro – e i viaggi: Parigi, l’Egitto, Israele, gli Stati Uniti, i casinò di Las Vegas. Gli amori reali e quelli soltanto sfiorati.

MAURO GAROFALO BALLATA PER LE NOSTRE ANIME

Questa è la storia di Simone Pianetti, uomo tranquillo, padre di otto figli, onesto lavoratore, che un giorno imbracciò il fucile e uccise cinque uomini e due donne.

Di lui raccontano che nessun camoscio potesse sfuggire al suo grilletto, e che i suoi occhi grigi fossero scintille capaci d’ogni sortilegio. Raccontano che fosse un visionario, uno spirito dei tempi di là da venire; ma anche che fosse cocciuto, che per un niente si incendiasse. Spinti dall’invidia, raccontano che la sua famiglia avesse stretto un patto con il diavolo per garantirsi il successo negli affari; spinti dal romanticismo, che emigrò in America, e che a Pittsburgh lasciò una ragazza dai capelli rossi e con lei la possibilità di un altro futuro. Di Simone Pianetti raccontano molte cose, ma una è certa: la mattina del 13 luglio 1914, dopo aver dato un bacio alla figlia più piccola, prese il fucile da caccia e ammazzò a sangue freddo sette persone, tra cui il medico, il giudice e il parroco del paese, responsabili di una congiura che aveva portato al fallimento della sua locanda e di un mulino che aveva preso in gestione.

Dopo gli omicidi, venne il tempo della leggenda: in trecento, tra soldati e carabinieri, cercarono Pianetti tra i monti; nessuno sa quanti lo aiutarono a nascondersi. Per la legge italiana, Simone Pianetti è ancora oggi un ricercato; nell’immaginario collettivo, è diventato una sorta di storia del terrore per i potenti. “Ci vorrebbe il Pianetti” dicono nel Bergamasco quando c’è un torto che non si ha la forza di riparare.

BARBARA BARALDI SENTENZA ARTIFICIALE


“Cassia si lasciò cadere
sullo schienale della sedia.
‘Siamo a un punto morto.
Non c’è modo di capire lo scopo del virus,
lo schema di duplicazione, né tantomeno
il meccanismo di accesso alla rete.
Tutto quello che sappiamo
è che è sorprendentemente aggressivo.’
Al punto di arrivare a uccidere,
evitò di aggiungere.”

Il futuro è adesso.
In un’aula del palazzo di giustizia di Roma, gremita di giornalisti e tecnici ministeriali, il visionario manager Aristotile Damanakis presenta LexIA l’algoritmo di “sentenza artificiale” che rivoluziona il processo penale: a stabilire la colpevolezza di un imputato sarà un programma in grado di considerare ogni aspetto del caso, dalle circostanze alle prove, dalle testimonianze alle attenuanti, rendendo superfluo ogni intervento umano. Basta un algoritmo per decidere se una persona ha commesso o no un delitto.
Ma a scombussolare i piani del governo ci pensa l’affascinante e coraggiosa Cassia, che scopre un’anomalia mimetizzata nel codice di LexIA che potrebbe comprometterne l’imparzialità. La ragazza non ha dubbi: qualcuno ha violato la sandbox di protezione del sistema. Chi sta mettendo le mani sulla riforma della magistratura? Chi è disposto a uccidere pur di manipolare le sentenze? Da quel momento Cassia diventa un bersaglio. Come lei è stata in grado di vedere l’anomalia, qualcuno – attraverso l’anomalia – ha visto lei. Qualcuno che è disposto a tutto pur di coprire le proprie tracce. Nel complotto sono implicati gli stessi organismi che dovrebbero garantire l’imparzialità della giustizia e Cassia è determinata a fermarli a qualunque costo.
Barbara Baraldi costruisce una trama incalzante e coinvolgente, ambientata in un futuro che potrebbe benissimo essere già presente, e ci sbatte in faccia con la maestria di una scrittrice di razza una domanda sempre più pressante che in pochi sono disposti a porsi: se nessun uomo è al di sopra della legge, può esserlo una macchina?

09 luglio 2020

MARINA MARAZZA IO SONO LA STREGA

Caterina da Broni, governante, prostituta, avventuriera e strega. Caterina è una bambina strana per il suo tempo, sa addirittura leggere grazie al padre maestro. Rimasta incinta a tredici anni in seguito a una violenza, va in sposa a un uomo che non è chi dice di essere. Ma invece di rassegnarsi a un destino di schiavitù, sceglie di fuggire.

La sua intera vita diventa così una picaresca ricerca del proprio posto nel mondo, attraverso un territorio lombardo intriso di acque e brume, dove la vita è scandita dallo scorrere del Po. La sua strada la porta da una locanda assai equivoca a una raffinata bottega di tipografi e poi alla «corte» di un capitano di ventura, fino ad arrivare a Milano, la grande città dominata dagli spagnoli, teatro di intrighi e lotte per il potere.

Qui, l’accusa di aver «affatturato» l’anziano gentiluomo da cui è a servizio la conduce in prigione. La pena è il rogo: così muore una strega e Caterina è convinta di esserlo, di aver venduto l’anima al diavolo per poter sopravvivere. A eseguire la sentenza è chiamato Salem, celebre boia, un uomo bellissimo e tormentato: su quella pira lui rischia di perdere qualcosa di molto importante, che non sapeva di possedere.

Sensuale, inquieta, spietata, tenera e decisa, Caterina da Broni è la protagonista autentica di uno dei più famosi processi alle streghe che la storia abbia tramandato. In questo romanzo prende vita come eroina modernissima, in una narrazione scintillante di ricerca storica, ricostruzione d’epoca, racconto di eventi che si susseguono con ritmo incalzante. Mentre attraversa, ribelle, il suo tempo, sul suo cammino aleggia una domanda: qual è il confine tra giustizia e delitto?

06 luglio 2020

MAURIZIO PONTICELLO LA VERA STORIA DI MARTIA BASILE

In una inconsueta Napoli, capitale del viceregno spagnolo a cavallo tra Cinquecento e Seicento, si compie un atroce delitto. Ne è vittima Martia Basile, una giovane donna, una sposa bambina che si scontra con l'aspra realtà dei suoi tempi fin dall'adolescenza, quando il padre la cede in moglie a un commerciante che traffica con la corte: don Muzio Guarnieri. Pian piano la ragazza inizierà a prendere coscienza di sé, ma la sua maturazione sarà compiuta soltanto dopo che lo stesso consorte avrà barattato con dei potenti il suo fisico avvenente.
Nel frattempo, la donna è ammaliata da una comunità femminile che pratica sortilegi e l'aiuta a curarsi le ferite del corpo e dell'anima. Fra stregonerie, fughe rocambolesche e violenze, avrà inizio una nuova fase della vita di Martia la quale, riuscendo a sopravvivere a ogni angheria, troverà finalmente l'amore.
Ma, proprio mentre a Roma finisce sul rogo Giordano Bruno, Martia viene incolpata di aver ucciso il marito, e nelle spaventose carceri della Vicaria subirà un processo esemplare in cui sarà coinvolto pure il Santo Officio che le imputerà di aver stretto un patto con il Diavolo in persona.
Che fine farà la protagonista accusata di aver commesso un viricidio? E perché Martia, per tutto il Seicento, fu considerata un'eroina? E per quale motivo, poi, questa vicenda scabrosa fu invece censurata?
Tra luci e ombre quasi surreali, sensualità, tempeste, epiche battaglie contro i turchi e spionaggio internazionale, il romanzo è ispirato alle vere vicende della donna, e si cala nelle pagine più autentiche della città di Napoli che già si stava preparando alla rivolta di Masaniello.
Martia è uno dei simboli della condizione femminile tra Rinascimento ed età barocca, eppure è di un'attualità sconvolgente

02 luglio 2020

JACOPO TONDELLI I GIORNI SBAGLIATI

Il primo attentato di matrice islamica mai realizzato in Italia sconvolge Milano, durante una gara podistica di fine estate.Il paese si paralizza, piange e sopporta gli strilli di politici, giornalisti e sciacalli. La nazione si distrae così dall’ultimo trauma: Paolo Bonomelli, politico stimato e in grande ascesa, è appena stato travolto da uno scandalosessuale. Mentre l’Italia, incredibilmente unita, segue le tracce del terrorismo islamico, Bonomelli scompare nel nulla. La giornalista Laura Bentivoglio, con ostinazione, risale il filo della sua vita lungo i rivoli degli affetti più puri e dei compromessi più biechi.Il loro, il nostro, diventa un viaggio dentro a questo tempo: in cui la verità fa male a tutti, e l’innocenza non è più la virtù di nessuno.

PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...