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Sale, Alessandria, Italy
Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

24 settembre 2021

ROBERTA CASTELLI LA TRACCIA DEL PESCATORE

 Lo splendido e immaginario paese di Lachea fa da sfondo alle avventure del commissario Vanedda, un uomo controcorrente che ha deciso di sfidare pregiudizi e diffidenze e fare il poliziotto in Sicilia, nonostante la sua omosessualità. In questa prima indagine si trova a confrontarsi con un omicidio e con la quasi contemporanea scomparsa di una giovane ragazza. Tra intrighi, misteri e reticenze avrà modo di mostrare tutto il proprio intuito e le proprie capacità all'interno di un commissariato corale e vitale, ricco di personaggi che presto entreranno nel cuore del lettore.



21 settembre 2021

LUCA RASTELLO UNO SGUARDO TAGLIENTE

 


«Fate ogni giorno qualcosa che vi spaventi» è una frase di Kurt Vonnegut molto amata da Rastello, che fa da sfondo a tutta la sua produzione giornalistica e anche letteraria, qui raccolta attraverso una selezione di articoli e reportage. Rastello non ha paura di inoltrarsi là dove la realtà è più contrastata o addirittura tragica, come se – scrive Morbello nella prefazione – si preoccupasse sempre di «trovare il punto di massimo attrito» sia quando parla della sua città, Torino, squassata da una profonda trasformazione dopo l'effimero rilancio delle Olimpiadi invernali, sia quando ci porta in qualche paese sperduto dell'Asia centrale o in Amazzonia, tra popoli in guerra e in povertà. Nessuna conciliazione o effetto edulcorante: i viaggi in Bosnia centrale in tempo di guerra, gli antagonisti della Val di Susa e il fantasma dell'alta velocità, le torture a due passi da casa nel carcere di Asti, l'orrore del male colto in un pluriomicida (Donato Bilancia) – senza che mai il giudizio faccia velo sulla presa della realtà – sono offerti non come verità oggettive ma come altrettanti sguardi in cui prima di tutto è dichiarato il punto di osservazione. Per questo il racconto che l'autore ci propone richiede sempre uno sforzo di adesione, o magari di contrapposizione. Come dire: «Tu, lettore, da che parte stai? Io sto qui». Il suo è sempre un situarsi dalla parte più complicata, non per assumere una postura data a priori ma perché i fatti e le persone di per sé sono solcati da luci e tenebre, e perché è «impossibile mettersi in regola con l'ordine del mondo»: eppure ciò non vuol dire rinunciare ad avere uno sguardo ironico e divertito sulle cose, come quello che Rastello ha mantenuto anche nella malattia.



09 settembre 2021

COSTANZA DI QUATTRO CRISTINA E IL MONSÙ

Ibla, 1884. A Palazzo Chiaramonte, una notte di maggio porta con sé due nascite anziché una soltanto. Fortunato, abbandonato davanti al portone, e Giuditta, l’ultima fimmina di quattro sorelle. Figlia del marchese Romualdo, tutto silenzi, assenze e donne che non si contano più, e di sua moglie Ottavia, dall’aria patibolare e la flemma altera, è proprio lei a segnare l’inizio di questa storia. Lambendo cortili assolati e stanze in penombra, cucine vissute ed estati indolenti, ricette tramandate e passioni ostinate, il romanzo si spinge fin dove il secolo volge, quando i genitori invecchiano e le picciridde crescono. C’è chi va in sposa a un parente e chi a Gesù Cristo, ma c’è pure chi l’amore, di quello che soffia sui cuori giovani, lo troverà lì dov’è sempre stato: a casa.



07 settembre 2021

MARCO BIAZ COLPIRE ALLA CIECA

22 marzo 1999. Appena rientrato a casa dal funerale di Irene, l’amore tormentato della sua giovinezza rivoluzionaria, Massimo Gare riceve un pacco contenente un diario. Sulla copertina, una richiesta: «Leggilo nel 2019» ha scritto Irene. Sono passati vent’anni. Massimo, divenuto imprenditore di successo, ha rispettato la richiesta di Irene. Finalmente scopre i motivi del suicidio e che Irene ha lasciato una figlia. Si chiama Virna, e Irene vuole che lui la conosca. Quando riesce a incontrarla, viene introdotto in un gruppo di suprematisti dell’ecologia, il cui obiettivo è la demolizione degli orrori architettonici per fare spazio al ritorno della natura. Quasi senza volerlo, Massimo ne diventa il mentore. Sullo sfondo della città di Ivrea – un tempo Città dell’Utopia di Adriano Olivetti –, devastata dagli incendi e dal crollo dei ponti sulla Dora Baltea, in un paesaggio spettrale in cui la popolazione si arrabatta a passare da un lato all’altro del fiume con ponti tibetani e carrucole a pagamento, il cerchio si stringe intorno a Massimo, con un ministro che ha troppi scheletri nell’armadio per sopportarne l’esistenza e due donne che vengono incaricate di stanarlo e ucciderlo senza lasciare tracce.



05 settembre 2021

SALVATORE NIFFOI CRISTOLU

 È una domenica dei morti quando don Frunza, il prete di Orotho, vicino a una lapide del camposanto si imbatte in una strana scatola di latta. La apre, e dentro trova una pila di pagine scritte a mano. Sul primo foglio, un frontespizio disegnato a pastello, è raffigurato un Cristo nudo e crocifisso a due tavoloni, mentre il titolo recita: Barore Suvergiu, noto Cristolu. Vita e morte di un frate bandito. Il racconto è tragico e avvincente, ha i tratti della parabola, e don Frunza decide di leggerlo a puntate durante le sue omelie, per gremire i banchi ormai vuoti della chiesa del paese. Di sermone in sermone scopriamo così la storia di Cristolu, ragazzo magnetico, viscerale e un po’ folle, che in gioventù compie alcuni miracoli per poi entrare in convento. Tuttavia, il giorno in cui il corpo di sua sorella Pauledda viene trovato massacrato – il figlio di uno dei Don del paese l’ha violentata e uccisa – la sua vocazione s’incrina irreparabilmente. Cristolu invoca «una giustizia impaziente e terrena» e con un manipolo di compagni si dà alla macchia, mina la sicurezza delle strade e terrorizza i Sioppo, i Melonza e i Thruccu, le famiglie che spadroneggiano su Orotho. Un crescendo tumultuoso che porterà Cristolu a un atroce finale. Quello stesso finale che padre Frunza, minacciato dagli eredi dei Don e intimidito dagli alti prelati, dovrà scegliere se leggere fino in fondo durante la messa cantata.



04 settembre 2021

CAROLINA CAPRIA CAMPO DI BATTAGLIA

 Dal primo sangue alla vecchiaia, il corpo femminile diventa oggetto di discussione, contese, critiche e giudizi. Non soltanto dai media: la stessa società dispone criteri specifici, e talvolta contraddittori. Devi essere forte, ma delicata. Devi essere bella, ma naturale. Devi essere assertiva, ma accondiscendente. Esiste una maniera di venirne fuori, di non rendere tutto questo una forma di schiavitù? Attraverso un'accurata, appassionata eppure semplice analisi critica delle convenzioni e imposizioni su ciascuna parte del corpo femminile, Carolina Capria (L'ha scritto una femmina), che da lungo tempo indaga questo tema in chiave 'pop', si risponde che la via d'uscita sta nel vedersi per intero, e non dover essere, ma volerlo.



03 settembre 2021

ANTONIO TALIA MILANO SOTTO MILANO

 Negli anni Dieci del nuovo millennio, in controtendenza con il resto d’Italia, Milano ha sprigionato al massimo la sua vocazione mercantile vecchia di secoli: nel quinquennio 2014-2019 il Pil milanese è cresciuto del 9,7%, rispetto al 4,6% nazionale, e la città rientrava sistematicamente nelle classifiche sulle global cities stilate dai quotidiani finanziari internazionali, attirando più di un terzo di tutti gli investimenti diretti dall’estero verso l’Italia. Ma Milano non è solo la città più ricca d’Italia: è anche la città dove il denaro circola più velocemente, come una corrente sotterranea della quale spesso sembra impossibile rintracciare l’origine. È una città di fiumi interrati e pozzi neri, corsi d'acqua sepolti sotto strade e palazzi, e adesso che il Coronavirus si è abbattuto su Milano come l'anomalia definitiva, i flussi di denaro sepolti rischiano di esondare, rivelando collegamenti inediti, affiliazioni sospette e, spesso se non sempre, una contiguità preoccupante tra economia e crimine.

Prendendo le mosse da un delitto rimasto insoluto per un paradossale eccesso di possibili piste, affidandosi all’istinto e al rigore del grande cronista, Antonio Talia percorre in lungo e in largo la città e il suo hinterland, raccogliendo una prodigiosa quantità di fatti e fattacci, storie e personaggi. E ci racconta una Milano inedita nella quale convergono e agiscono vecchie bande locali e ’ndrine, artisti del riciclaggio e immobiliaristi senza scrupoli, piccoli trafficanti e sopravvissuti di Tangentopoli. Tutti accomunati da un unico Dio: il denaro, e il riconoscimento sociale che porta con sé




DARIO CORRENTI IL DESTINO DELL'ORSO

 In una valle svizzera, un giorno di luglio, un industriale milanese viene sbranato vivo da un orso. Marco Besana, giornalista di nera con troppi anni di lavoro alle spalle e altrettanta disillusione addosso, è costretto controvoglia a occuparsi di quella tragica fatalità. Sarebbe facile archiviare il caso come un incidente di montagna se Ilaria Piatti, giovanissima reporter perennemente precaria, non fosse convinta di avere davanti un serial killer. Molto più feroce di qualunque animale. Ilaria e Marco partono per l'Engadina, dove scoprono una catena di morti orribili e misteriose, tutte apparentemente accidentali. Ma la sequenza non può essere casuale. Né la polizia locale né i colleghi della redazione sembrano dare loro credito, ma Ilaria e Marco non si danno per vinti





COSIMO ARGENTINA-ORSO TOSCO DALL'INFERNO

È notte. Diluvia. Un uomo cerca un operaio che lo possa affiancare nel suo primo turno di lavoro in acciaieria. È appena accaduto un incidente mortale e i dipendenti sono in rivolta. L’uomo comincia a girovagare all’interno di una delle fabbriche siderurgiche più grandi d’Europa smarrendosi come in un sottosuolo tra esplosioni, altiforni, cokerie, laminatoi a caldo e a freddo. A molti chilometri di distanza, un altro uomo è sfrattato dalla sua casa, a seguito del crollo di un ponte. L’aria sa ancora di calcestruzzo. L’uomo ha paura e la sua memoria è come questa città fantasma che attraversa, un quartiere deserto e senza ricovero, senza neppure la scommessa di un porto, in attesa che la vita riprenda e torni l’alba.




MAURIZIO FIORINO MACELLO

Anni ’70. In un Sud desolato e arcaico, Biagio, figlio unico e orfano di madre, viene cresciuto dal padre, Bruno, macellaio del paese, uomo prigioniero dei propri silenzi. Sarà proprio la sua figura irrequieta e instabile a insinuare in Biagio il dubbio che quell’incomunicabilità piena di spigoli nasconda una verità mai detta. Ci sono Vittorio, il vecchio “vizioso” del paese che paga i ragazzini in cambio di rapporti squallidi, e Lia, la vicina di casa che usa rituali magici fino a diventarne ossessionata. Ci sono Elsa, l’unica donna che sembra in grado di amare suo padre ma che scompare con la stessa rapidità con la quale si infila nella loro vita, e Sara, una vecchia compagna delle scuole elementari che il protagonista finirà per sposare e che proverà, invano, a rendere felice. Infine lui, Alceo, un giovane sognatore che farà respirare a Biagio l’unico istante di tregua di quel mondo-tritacarne nel quale, prima o poi, si finisce.





PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...