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Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

04 novembre 2020

A.A.V.V. LE VIE DELL'ACQUA

 Sette scrittori, sette fiumi e una battaglia: restituire all’Appennino il ruolo di dorsale simbolica del nostro paese, raccontandone la storia attraverso i corsi d’acqua che sgorgano dalle sue montagne. L’Appennino ospita una fauna e una flora particolari. Le distese di faggi e di querce, il passo felpato della volpe, del cinghiale e del lupo si sposano con un sottobosco fatto di felci e funghi di ogni tipo. L’umidità lo avvolge e la cortina di silenzio fa sì che la mente di chi lo attraversa trovi la quiete e si disponga alla meditazione, al ricordo, alla fuga con la fantasia. Ma l’Appennino è anche il luogo dove si aprono le sorgenti d’acqua dolce: racconta la storia del Po, del Tevere, del Sele, del Crati. L’acqua è un bene che va narrato nelle sue molte fasi di nascita e di cammino. Ogni regione d’Italia ha le sue fonti, ha i suoi torrenti e i suoi fiumi. Non c’è paese che non debba la sua esistenza a un fiume o a una sorgente. L’acqua è la linfa vitale dei nostri paesi, che disseti uomini e bestie o che irrighi le campagne. E i fiumi sono in movimento continuo, scendono dalle alture e raggiungono i posti più lontani della pianura. Man mano che viaggiano, si caricano di storie, di vicende sempre diverse, si imbattono in presenze in grado di affidare all’acqua il riassunto della quotidianità e del passato, le speranze del futuro. Il fiume è metafora della storia: e partendo dai fiumi anche la letteratura tende ad affidarsi alla storia, a raccogliere le vicende degli uomini, il loro cammino lungo e difficile. Contro un’idea asfittica e minimalista di letteratura, gli autori di questo libro propongono di tornare a un racconto epico che pone nuovamente il flusso narrativo tra le sponde di un fiume, che ha un inizio, un percorso e una fine. «Noi pensiamo – scrive Raffaele Nigro – che la letteratura dei fiumi e delle sorgenti, la scrittura legata agli Appennini e alla fuga non può più fermarsi a osservare i soli frammenti della vita. Non è un frammento a sé stante il cammino dell’umanità». Riprendere dunque quel percorso narrativo che in Italia nasce con l’Eneide e, attraverso i poeti epici rinascimentali, Manzoni e i grandi neorealisti, arriva fino a Tomasi di Lampedusa e a Eco, richiamandosi a Vico e a chi nella storia vede il cammino inalienabile dell’uomo. Una fonte e un fiume infiniti. La ragione per cui l’uomo è un uomo.



03 novembre 2020

SILVIA BRENA - LUCIO SALVINI L'ULTIMO RESPIRO DI CARAVAGGIO

 “Reverendissima eminenza, le tribolazioni non sono finite con la partenza da Napoli di Caravaggio”, recitava la lettera. “Del suo ultimo dipinto, quel Martirio di sant’Orsola destinato ai Doria, pare il Merisi abbia fatto una copia, che è scomparsa... Qualcuno suppone sia ormai in Spagna. Inutile dire che la tela va assolutamente recuperata, poiché, come Ella ben sa, reca in calce l’accusa più infamante…”

Caravaggio è stato davvero ucciso? Come e da chi? E chi ha voluto la sua morte? Il mistero si nasconde tra le pieghe di una copia di un quadro famoso, il Martirio di sant’Orsola, dipinto dal Caravaggio poco prima di morire e da molti ritenuto una denuncia del suo assassinio. Un mistero che un critico d’arte sui generis, gay, tormentato, ipocondriaco e coltissimo, è chiamato a risolvere. Un cold case che si dipana nel corso dei secoli e che porterà a scoprire i veri responsabili della morte del pittore, ma anche a sollevare il velo su uno dei peggiori casi di corruzione e malaffare all’interno del Vaticano.



SANTIAGO LORENZO GLI SCHIFOSI

 Manuel accoltella un poliziotto per autodifesa. Scappa e si nasconde in un paesino abbandonato. Lì sopravvive grazie a romanzi tascabili, vegetali che recupera nei dintorni e una piccola spesa fatta al Lidl, che suo zio ogni tanto gli invia. Manuel scopre così che quanto meno possiede, di tanto meno ha bisogno. "Gli schifosi" è un thriller atipico, un "Robinson Crusoe" ambientato nel cuore della provincia desolata, una nuova definizione del concetto di austerità. Una storia che ci fa domandare se le uniche persone sane non siano quelle consapevoli che la società è malata.



02 novembre 2020

CINZIA DE MARTINI SESTO RAGGIO

 Mauro Morelli non è un eroe né un antieroe. Non si può definire immorale, dato che non ha una morale. È un uomo che ama le donne. A modo suo. È una vecchia lenza scafata, eppure finisce in galera accalappiato da un'infamona. Per via del sesso, il suo chiodo fisso. L'accusa è di stupro e strozzinaggio. Sei mesi a San Vittore. Nel sesto raggio, quello degli infami, lui che credeva di sapere tutto della vita, impara qualcosa. Anche l'attesa del processo agli arresti domiciliari, per quasi un anno, gli fa scoprire parti insospettate di se stesso e degli altri. Alla fine si svolge il processo, lungo ed estenuante. Il Morelli non è colpevole. Ma nemmeno innocente. O forse, a modo suo, è colpevole e innocente. È la storia vera di un amico dell'autrice. Il lettore, mentre si appassiona alla vita con lui, forse può farsi delle domande importanti.



01 novembre 2020

MARTINO SCLAVI UN NIDO IN TESTA

 Raccontato con ironia, umorismo e profonda intelligenza, questo libro autobiografico, pubblicato con successo originariamente in inglese con il titolo The Finch in my brain (Hodder & Stoughton), rivela la storia incredibile di un uomo che non si rassegna al destino. Produttore e filmmaker, tra Londra, Los Angeles e Roma, Martino Sclavi nel 2011 scopre di avere un tumore di quarto grado al cervello, con un'aspettativa di poco più di un anno di vita. Operato d'urgenza, al risveglio accusa gravi disfunzioni percettive e cognitive che accetta, senza mai abbattersi. Scrive facendosi aiutare da Alex, una voce elettronica, e contro ogni aspettativa, Martino scoprirà che il suo cervello non è solo un vuoto che rende più ardua la sua esistenza, ma un nido, dove si palesa, fiera e vivace, una speranza inaspettata.



BRUNO MORCHIO VOCI NEL SILENZIO

 Aprile 2020: l’Italia è immersa nel silenzio agghiacciante del coprifuoco sanitario decretato dal governo per contrastare la diffusione della pandemia. All’improvviso, il trillo del telefono sorprende Bacci Pagano e una telefonata inaspettata lo fa ripiombare negli anni più bui della sua esistenza: quelli trascorsi in carcere a seguito di un’ingiusta condanna per terrorismo. A cercarlo è la figlia di un ex brigatista, Beppe Bortoli, che l’investigatore genovese anni prima ha scagionato dall’accusa di omicidio. Di lì a poco, la ragazza gli fa pervenire in busta chiusa una lettera del padre, di cui ignora il contenuto, e sulla quale gli chiede di investigare. E mentre la vecchia indagine riprende vita, una nuova ne scaturisce, improbabile perché condotta senza uscire di casa (o quasi). Ad aiutare Bacci, con informazioni e consigli, le voci degli amici di sempre – il vicequestore in pensione Totò Pertusiello e l’ex guardia carceraria Virgilio Loi – e della sua nuova fiamma, la maestra elementare Giulia Corsini. Ma un silenzio ancora più inquietante lo attende: quello esalato da una memoria frammentata e confusa, popolata dagli spettri del passato. Le losche macchinazioni di un presunto rivoluzionario che a Pagano è sempre sembrato un baro, un «uomo mediocre», l’epifania d’una breve storia d’amore consumata in una piantagione di Cuba, le ferite d’un passato a cui neanche l’oblio può recare sollievo, porteranno l’investigatore a misurarsi con un tragico dilemma: raccontare quello che ha scoperto, e liberarsene, o reggere fino in fondo l’insostenibile peso della verità?

  


31 ottobre 2020

GIUSE ALEMANNO TERRA NERA

 In questo romanzo, attraverso vicende spesso violente ed esplicitamente carnali, al lettore viene offerta una visione d'insieme del sottoproletariato agrario meridionale di una cinquantina di anni fa. Inoltre la trama offre lo spunto per il confronto tra due grandi temi dell'anarchismo: quello legato alle intuizioni di Enrico Malatesta e quello dell'anarco-individualismo stirneriano, che si incarna nel protagonista del libro.



MAURO DE AGOSTINI ABBATTERE LE MURA DEL CIELO

Il soffocante clima ideologico di questi anni ha completamente oscurato la ricchezza progettuale, le speranze di cambiamento e la complessità del Movimento degli anni settanta, spesso ridotto, con una grave deformazione prospettica, a semplice premessa e cornice del "terrorismo".

Il libro, ricco di documenti e di testimonianze, ricostruisce la storia di alcune occupazioni anarchiche a Milano tra il 1975 e il 1985, in particolare le vicende che vanno dall'occupazione di via Conchetta 18 e Torricelli 19 (1976) allo sgombero di via Correggio 18 (1984).Un "microcosmo" militante, in cui si riverberano le vicende del movimento anarchico italiano e più in generale quelle dell'intero Movimento del 1968-77. Lotte, poesia, repressione: dalle lotte degli ospedalieri e degli altri lavoratori a quelle per il diritto alla casa, dalle esperienze di ambulatorio autogestito a quelle di "libero scambio", dal "massacro della Scala" (7 dicembre 1976) alla mobilitazione contro il supercarcere di Voghera, dalla lotta contro l'espulsione dei proletari dal centro alla ridefinizione delle funzioni nella metropoli capitalista, dal femminismo alla sfida punk, dal convegno di Bologna contro la repressione (settembre 1977) all'incontro internazionale anarchico di Venezia (settembre 1984). Dagli anni dell'assalto al cielo a quelli del riflusso e della "Milano da bere" craxiana: un tassello di storia militante utile per la ricostruzione di una storia generale del periodo.



VITO MANCUSO I QUATTRO MAESTRI

«I quattro maestri nel loro insieme prefigurano un itinerario. La meta è il maestro più importante: il maestro interiore, il quinto maestro».

Socrate, l’educatore. Buddha, il medico. Confucio, il politico. Gesù, il profeta. Risalendo alle antiche tradizioni spirituali e filosofiche dell’umanità, Vito Mancuso individua nel pensiero di queste quattro figure gli insegnamenti ancora validi e preziosi per noi, uomini e donne di oggi. La loro parola diventa così una guida decisiva per percorrere con maggiore consapevolezza gli impervi sentieri della nostra esistenza, convivere con il caos che ogni giorno sperimentiamo, e tracciare una strada nuova verso l’autentica pace interiore. Perché interrogando questi quattro grandi con sapienza e curiosità, e avvicinando a noi il loro profondo messaggio, saremo in grado di risvegliare il maestro da cui non possiamo prescindere: la nostra coscienza, il quinto maestro. Per diventare così consapevoli che la forza per definire le nostre vite è dentro di noi, e che possiamo essere noi stessi i creatori della nostra felicità.



ANTONIO MORESCO CHISCOTTE

 "Come sono finito sulla copertina di questo libro, in camicia da notte bianca e cappello piumato, con quell'espressione idiota ed eroica? Ci sono finito perché ho scritto un romanzo sul personaggio letterario - e per me vivente - che più amo: Don Chisciotte. E perché da questa storia potrebbe persino venire fuori un film scatenato. Il mio non è un Don Chisciotte accademico che lotta contro i mulini a vento, ma un Chisciotte reinventato e scaraventato nel nostro tempo, partecipato e sentito fino all'incarnazione. Una cosa esagerata, disarmata, di quelle che si fanno con incoscienza e abbandono, in cui c'è da ridere e da piangere, come nella vita. La mia speranza è che questo inclassificabile e sghembo romanzo capiti tra le mani di lettori che sentano il bisogno di allargare i propri confini e susciti qualcosa di inaspettato che lasci il segno nelle menti e nei cuori, in questi anni cupi in cui c'è bisogno di invenzione, di sogno, in cui c'è bisogno di un salto di immaginazione e di piani, di rompere lo specchio in cui siamo imprigionati e di passare dall'altra parte." 



PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...