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Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

03 gennaio 2021

GIUSE ALEMANNO COME BELVE FEROCI

  RECENSIONE

Con il primo libro della Saga dei Sarmenta Giuse Alemanno colpisce il lettore con un pugno al plesso solare che toglie il fiato per tutta la lettura.

Potremmo definirlo, anche se odio gli inglesismi, un perfetto Hard boiled pugliese. Un libro forte, duro, aspro che non fa sconti. Una lettura per stomaci forti, non per tutti. Il nostro autore ci sa fare e molto anche purtroppo perduto nel pelago di quel mondo che è la micro/medio editoria, universo accessibile solo ai veri lettori incalliti, non solo da vetrina delle novità. Il linguaggio, anche quello non è per tutti. Si deve avere convissuto a lungo e conosciuto i vari linguaggi, non dialetti badate bene, ma linguaggi. La lingua meridionale è cento volte più aulica e dignitosa di quella nordica che è come un piatto insipido, che non ha suono ed è impersonale. Lo stile di scrittura di Alemanno trasuda moltissimo dei suoi maestri che pur non sapendolo, sento leggendo richiami veristici e degli scrittori meridionali vissuti tra '800 e '900. Troviamo respirando tra le righe, l'odore salmastro del Salento Brindisino con l'atmosfera selvaggia dell'entroterra di Alvariana memoria, il Verismo Verghiano si affaccia nello stile quando meno ce lo aspettiamo contornando le pagine e le descrizioni con l'eleganza di un cammeo. Eleganza che fa da contraltare alle descrizioni di stupri che contengono in loro una ferocia ancestrale, che poco...o forse TUTTO ha di umano, una violenza non adusa nemmeno agli animali più feroci. Nonostante un realismo quasi splatter, l'autore sbatte in faccia al lettore quello che realmente accade nella realtà nelle molteplici faide criminali. È quello. I fatti e il lessico. Se sei debole, ipocrita e perbenista non è un libro che fa per te.

Peccato questo è un libro insieme anche al sequel Mattanza che avrebbe meritato l'empireo della VERA editoria



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