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Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

14 aprile 2020

EMILIANO BEZZON IL DELITTO DI VIA FILODRAMMATICI

RECENSIONE

Donata Messina e Giorgia Del Rio sono due personaggi creati dalla penna di Emiliano Bezzon con il precedente libro ambientato in Val Solda,  Il manoscritto scomparso di Siddharta.
Due figure femminili perfettamente complementari che l'autore ha saputo caratterizzare con notevole maestria e anche un certo realismo.
In questa nuova avventura il lettore viene riportato a Milano.
Città che il nostro conosce molto bene.
Questa volta però a differenza di molti autori della casa editrice non è la città a essere la vera protagonista. La metropoli ci viene descritta in modo veloce, fa da proscenio velato filtrata dalle vetrate dell'appartamento della psicologa Del Rio.
Bezzon ha puntato la lente di ingrandimento su luoghi particolari, descrivendoli minuziosamente: il teatro La Scala e la casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi.
Nella narrazione sono comunque sempre tenute in primo piano tre figure ben precise: La capitana Doriana Messina, la psicologa Giorgia Del Rio e il maresciallo Luciani. Sono loro la squadra intorno a cui si affastellano e ruotano tutti gli altri comprimari.
Un noir che si può definire senza tema di smentita, corale.
La descrizione dei comportamenti e delle figure durante la routine della vita militare, è lucida precisa e molto realistica in quanto parte integrante della vita di tutti i giorni dell'autore.
La scrittura è tecnica, tagliente e pulita, pur mantenendo la giusta fluidità che consente una narrazione veloce.
Bezzon ha stile, possiede una scrittura elegante resa ibrida, in alcuni passi, soprattutto quelli da interno della questura, da un certo "formalismo" nel linguaggio.
Artefizi e ferri del mestiere non ne usa molti, giusto un paio: La sua ben nota ironia e la battuta pronta, per smorzare i momenti di tensione durante i dialoghi. Per spezzare il pathos narrativo che sta crescendo troppo, inframezza con un capitolo, sospendendo la narrazione e lasciando basito il lettore coinvolgendolo ancora di più impedendogli di chiudere il libro.
È un noir che parte alla prima riga con un delitto e poi tutta la storia è un enorme puzzle da comporre tramite l'iter investigativo. Un viaggio di centoottantasei pagine che si leggono in un fiato e dove Bezzon alla fine ci mostra che anche dietro i più grandi crimini, si nascondono sempre i nostri vizi capitali.

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