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Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

19 dicembre 2019

MARIA TERESA VALLE IL MANDANTE

 
Genova, 1950. La guerra è finita da pochi anni e Genova ne mostra ancora le ferite. In questa città, che con fatica e coraggio sta cercando di ritrovare la sua normalità, torna, in qualità di commissario capo, Damiano Flexi Gerardi. Durante il regime fascista e per tutto il periodo del conflitto ha esercitato il suo ufficio in Sardegna, confinato a Oristano per aver urtato i poteri forti con la sua ostinazione durante un'indagine. Al commissariato di Prè, dove è stato destinato, lo aspetta un collega, il vice commissario Alfiero Bonvicini, con cui c'è una ruggine di vecchia data, e un giovane ispettore, Silvio Marceddu, con cui simpatizza subito, nonostante il proprio carattere restio alle amicizie. Fa appena in tempo a sistemarsi a casa del fratello e della cognata che viene chiamato in causa per un delitto: un modesto sarto di abiti ecclesiastici, Ermete Cicala, viene trovato ucciso nel suo laboratorio situato nel cuore del centro storico. Nessun testimone, nessun indizio aiutano il commissario nelle indagini, che si rivelano subito molto difficili. La vittima è un uomo di specchiata onestà, apparentemente senza nemici. Non un solo movente per il suo omicidio. Ma è davvero così? Un secondo delitto, vittima la tenutaria di una casa chiusa, Margherita Papi, detta Margò, seguito dalla scomparsa di un giovane confidente della polizia e, successivamente, di quella del fratello di Damiano, Vincenzo, complicano ulteriormente le indagini. Il commissario si imbatte inoltre in Else alias Gerda e Gustav alias Stefan, due fratelli giunti a Genova dalla Germania. Cosa li ha portati nella città del porto? Perché hanno cambiato i loro nomi? Come si collega la loro vicenda con i delitti su cui sta indagando Damiano Flexi Gerardi? Il commissario, oppresso dalla rupofobia e dalla afefobia, tormentato da un amore impossibile, ostacolato dal questore, arriverà alla fine a scoprire un'amara verità. A suo modo di vedere solo una sarà la soluzione possibile. "Ormai aveva preso la sua decisione. Si sentiva leggero. Il soprabito nero svolazzava nel vento."

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