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Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

08 marzo 2023

GIANFRANCO DI FIORE L'AMORE INUTILE

 Ci si può innamorare di una voce? È la domanda che lei si ripete di continuo per un anno, mentre prova a guarire le sue ferite parlando al telefono con lui, il quale, in attesa di poterla incontrare, finisce per perdere ogni ragionevole certezza. Di chi e di che cosa ci innamoriamo? Le vite e le disperazioni di due giovani irrisolti alla ricerca dell’amore e di se stessi, in un’epoca governata da luoghi e rapporti virtuali. Sullo sfondo di una provincia del Sud, anonima e spenta, questo strano legame di voce e morbosità – che all’inizio sembra aiutare lei a guarire dalle sue ossessioni – finisce per mettere in crisi non solo l’identità di entrambi i giovani, ma persino il significato e la necessità dei sentimenti, dei corpi, di un amore possibile.






ALFREDO PALOMBA QUANDO LE BELVE ARRIVERANNO

 Un giovane uomo, tormentato da una vita familiare miserabile, si trasferisce in un'anonima cittadina con l'incarico di docente di sostegno. Malgrado i tentativi di costruirsi una nuova dimensione di normalità, tutto gli comunica messaggi indecifrabili: la realtà intorno a lui diventa, giorno dopo giorno, più allucinata e gli altri – colleghi, alunni, concittadini – sembrano mutare in creature bestiali, meschine, forse pericolose. Comincia così un deragliamento in cui si sovrappongono reale e onirico, fotogrammi dal passato ed esperienze concretissime, frammenti di verità e terrificanti fantasmagorie. Solo Haochen, l'alunno affidato alle cure del protagonista, apparirà immune alla corruzione che intacca e guasta ogni cosa.






ALESSANDRA MINELLO NON È UN PAESE PER MADRI

 In Italia nascono sempre meno bambini, aumentano le donne senza figli, chi diventa madre lo fa sempre più tardi. Perché una dimensione della vita che dovrebbe essere semplice è diventata così complicata? Per rispondere bisogna affrontare sia gli aspetti culturali sia quelli strutturali che pesano sulle spalle delle italiane. Tra i primi, il mito della maternità che esercita una pressione fortissima nel nome di un ideale di perfezione. Tra gli aspetti strutturali, mancanza di servizi per l'infanzia, congedi parentali non equamente distribuiti e incertezza lavorativa. In questo saggio - informatissimo e ricco di dati - idee e proposte per superare la crisi demografica e per immaginare una società in cui vita professionale e vita privata siano in armonia.






MARCO ROVELLI SOFFRO DUNQUE SIAMO

 La depressione, è stato detto, è la malattia del ventunesimo secolo. Gli antidepressivi rappresentano una delle principali componenti della spesa farmaceutica pubblica e stanno emergendo forme del disagio psichico che non erano rilevanti nella psicopatologia del Novecento: disturbi di panico, disturbi borderline, anoressia, bulimia, fenomeni di ritiro sociale. Questo «contagio», cui la pandemia ha fatto da moltiplicatore, ci dice molto sulla natura della nostra civiltà ipermoderna e neoliberale – quella che ha preso corpo negli anni Ottanta all'insegna del motto thatcheriano: «La società non esiste. Esistono solo gli individui». Grazie a una ricerca lucida e incentrata sulle testimonianze dirette di chi dal disagio psichico è stato travolto e di chi si sforza ogni giorno di comprenderlo e curarlo, Rovelli mostra la profonda connessione tra le nuove psicopatologie e una società «degli individui» in cui vige l'imperativo della prestazione e della competizione. E riflette su come la psichiatria egemone concepisca la «malattia mentale» come il frutto di una macchina cerebrale malata e da riparare, escludendo la dimensione psicosociale sia come fattore generativo, sia come cura.






MATTEO MELCHIORRE IL DUCA

 L'ultimo erede di una dinastia decaduta, i Cimamonte, si è ritirato a vivere nella villa da sempre appartenuta alla sua famiglia. La tenuta giganteggia su Vallorgàna, un piccolo e isolato paese di montagna. Il mondo intorno, il mondo di oggi, nel quale le nobili dinastie non importano piú a nessuno, sembra distante. L'ultimo dei Cimamonte è un giovane uomo solitario che in paese chiamano scherzosamente «il Duca». Sospeso tra l'incredibile potere del luogo, il carico dei lavori manuali e le vecchie carte di famiglia si ritrova via via in una quiete paradossale, dorata, fuori dal tempo. Finché un giorno bussa alla sua porta Nelso, appena sceso dalla montagna. È lui a portargli la notizia: nei boschi della Val Fonda gli stanno rubando seicento quintali di legname. Inaspettatamente, risvegliato dalla smania del possesso, il sangue dei Cimamonte prende a ribollire. 






07 marzo 2023

SOSTENE MASSIMO ZANGARI NARRAZIONI ETNICHE

 Narrazioni etniche è uno studio comparativo di autori appartenenti a tre gruppi etnici americani (afroamericani, italo-americani ed ebrei americani), che hanno adottato soluzioni narrative simili per dare forma all’esperienza dei rispettivi nuclei di provenienza, analizzando come, nell’arco degli anni Trenta, si sia verificata una convergenza verso modalità di rappresentazione capaci di descrivere, in forma collettiva e plurale, la comunità marginale d’origine. L’esempio della sperimentazione modernista ha ispirato questa nuova pratica letteraria e il saggio dimostra come la comune condizione di marginalità, al di là delle specificità culturali dei tre gruppi presi in considerazione, abbia promosso l’adozione di stili affini, gettando così le basi di una letteratura “dai margini” che contestava quella mainstream.






06 marzo 2023

PINO IPPOLITO ARMINO INDAGINE SULLA MORTE DI UN PARTIGIANO

 Il 22 luglio 1944, Dante Castellucci, nome di battaglia Facio, comandante partigiano del Battaglione Picelli – operante in Lunigiana, sull'Appennino tra La Spezia e Parma –, viene fucilato dai suoi compagni dopo un sommario processo. Il 27 aprile 1962, per decreto del presidente Giovanni Gronchi, gli viene conferita la medaglia d'argento al valor militare alla memoria, in quanto «scoperto dal nemico, si difendeva strenuamente; sopraffatto ed avendo rifiutato di arrendersi, veniva ucciso sul posto». Evidentemente qualcosa non torna. Dante Castellucci era calabrese, non un figlio del nord dunque, e questo spiega forse in parte la problematicità della sua memoria. Emigrato giovanissimo in Francia e arruolato nell'esercito italiano, diserta e si rende protagonista della primissima azione partigiana, ancor prima dell'8 settembre e dell'occupazione tedesca e persino prima della caduta del fascismo del 25 luglio 1943. Il 22 giugno assalta con i suoi compagni il poligono militare di Guastalla e si impossessa di armi e munizioni. Verrà arrestato assieme ai fratelli Cervi alla fine del '43, ma riuscirà a fuggire, evitando di un soffio la fucilazione; accusato – incolpevole – di tradimento, si sposterà sull'Appennino, dove in breve tempo acquisterà fama leggendaria: i bollettini angloamericani riporteranno un'azione nella quale, assieme a soli otto compagni, riesce a tenere testa a 150 nazifascisti per un giorno intero. Comandante amato, stratega riconosciuto, Facio muore poco più che ventenne consegnandosi docilmente al plotone d'esecuzione partigiano. Dopo anni di ricerche, "Indagine sulla morte di un partigiano" ricostruisce la vicenda eccezionale di un combattente anomalo, coraggioso e appassionato, con tutti i chiaroscuri che la storiografia seria sa mettere in risalto. Pino Ippolito Armino ci consegna finalmente un resoconto accurato e solido sulla vita e gli ideali di un grande resistente e sui motivi che possono aver portato al tragico epilogo.






STEFANIA SPANÒ NANNINA

 Una città è fatta di strade e di case, di mura e di polvere, di incroci e sacrifici. Di storie. Una vita è fatta di nascite e di perdite, di passi e di sangue, di incroci e sacrifici. Di storie. Quante vite si impastano in una città e quanto una città si misura dalla vita che la percorre? Se una risposta c'è, la si può trovare solo in un racconto. Nannina questo fa: racconta. Perché questo è: una Cuntastroppole. Nelle parole che è capace di regalare alla gente di Secondigliano, vivide e ammalianti, nelle immagini che è capace di suscitare, ruvide e penetranti, un piccolo popolo si ritrova e si comprende, un piccolo mondo non si perde. E non importa che l'impasto sia esagerato o la trama sia intrisa di follia; le stroppole di Nannina offrono un centro a un mondo lasciato in periferia. Nelle sue storie scalene il racconto di cinquant'anni di una città che cresce scomposta; nelle pause della sua esistenza, le ombre di un luogo dimenticato e ferito, dove il sangue sparso si fa silenzio. Ma sangue non significa solo male e nelle vene di Stephanie, la nipote di Nannina con il nome di una principessa di carta, scorre potente la stessa necessità di trovare le parole per spiegare, per curare, per capire; per affrontare una realtà cruda e insensata. Perché la follia di un posto abbandonato alla propria violenza può trovare equilibrio solo nell'esplosione di un racconto libero.







05 marzo 2023

ELENA MEARINI CORPO A CORPO

 Corpo a corpo si svolge nell’arco di diciotto ore, all’interno di una palestra della periferia milanese, luogo in apparenza illeso dal tempo, rifugio di vite disfatte e rimesse assieme a colpi di pugni sopra il ring. Qui si rifugia Stefano, professore di liceo ed ex pugile promettente, dopo avere ucciso Marta, la compagna poco più che ventenne. Torna nel luogo che un tempo gli fece da casa e famiglia per raccontare la propria storia tragica a Mario, proprietario della palestra e suo ex allenatore. Durante la confessione, Stefano legge alcuni estratti del diario di Marta, perché “serve conoscere la voce di lei per arrivare alla disfatta di lui”. Marta che ha cercato di salvare la sorella Ada dalla condanna della perfezione. Ada che quasi clandestinamente si allena tirando di boxe perché sente che il suo corpo ha bisogno di esplodere, di non essere ingabbiato nei canoni della perfezione ma di essere autentico, Ada che poi si è uccisa e nessuno ha mai capito il perché. Marta che era troppo normale per essere vista, troppo brillante per non vedere l’insopportabile, troppo esigente per non impazzire. Ada e Marta, il bene e il male che non possono essere divisi, pena la nascita del terribile. Mario, attraverso le regole della boxe e il richiamo ad alcuni campioni del passato come Joe Louis, Willy Pep e James Walter Braddock – un vero e proprio omaggio alla storia del pugilato – e la concretezza dei fatti, aiuterà Stefano a comprendere “la cosa giusta da fare”, se cosa giusta esiste, a trovare un senso e una nuova strada alla sua esistenza irrimediabilmente segnata. Elena Mearini racconta il bene e il male presenti in ciascuno di noi con grande precisione e crudezza; la metafora pugilistica si rivela perfetta per consentire al lettore di entrare pienamente nelle dinamiche emotive dei protagonisti. E sarà proprio la forza della parola e del racconto a svelare la verità su questa vicenda familiare particolarmente intensa e coinvolgente.






04 marzo 2023

LUIGI LUSENTI - FABIO SOTTOCORNOLA 12 DICEMBRE 1969

Con la bomba alla Banca Nazionale dell'Agricoltura, il 12 dicembre 1969, a Milano si apre la drammatica stagione dello stragismo. Organizzazioni clandestine e servizi deviati colpiscono cittadini comuni. Sarà chiamata "strategia della tensione" e come scopo avrà quello di fermare lo sviluppo democratico del Paese. Il libro vuole indagare, attraverso una ventina di testimonianze, che cosa significhi per un Paese e per i suoi cittadini vivere per più di cinquant'anni con un ricordo così terribile. Che ha orientato spesso le scelte individuali e che non pare mai archiviato.









PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...