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Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

03 gennaio 2023

MAURIZIO ZOTTARELLI L'ULTIMA CARTA

 Sergio Corselli è un ventisettenne col pallino del gioco delle carte. Vive a Milano dove è cresciuto tra le vie della periferia, i bar, smargiassate e poker in compagnia. Da quel mondo però è uscito e si porta dietro solo un soprannome, si è laureato, ha avviato una piccola azienda di consulenza editoriale e cerca di farsi strada nella metropoli che conta, nei salotti frequentati dalle teste pensanti dell’editoria. Scopre anche un inedito di Shakespeare, ma le cose vanno come vanno e allora ecco che ritornano gli amici del passato a provare a dare una mano a un tavolo e in una partita decisiva.






MATTEO SECCHI NON C'È BISOGNO DI VOI

 Carlo vive alle Bili Bianche, un quartiere colorato, ordinato e cinto da mura, nel quale sono confinati i cittadini tristi, considerati eroi per il loro consenso all’isolamento. La restante popolazione è a Vremina, una città all’avanguardia che insegue la felicità massificata. Dalle Bili Bianche si può uscire, quando si vuole, solo con l’eutanasia. Carlo incontra Aurora, una ragazza dalla vitalità insolita per il contesto, e Roberto, un giovane taciturno che lo incuriosisce e smuove in lui qualcosa che da tempo era assopito. Aurora coinvolge Carlo nella ricerca di un antico tunnel perso da secoli con il quale fuggire dalle Bili, la possibilità di una via d’uscita alternativa alla morte lo porta a riconsiderare il suo status di infelice irrecuperabile e a dover affrontare le sue paure.






EDOARDA MONTANARI IL DOLORE NON UCCIDE

 Non dobbiamo credere a chi ci dice che si muore di dolore. Dina lo sa, che il dolore non uccide. All’inizio del Novecento vive con la sua numerosa famiglia in un piccolo villaggio del Maceratese, Villa Potenza, dove ancora adolescente conosce il suo primo grande amore, Fiorenzo. Il loro legame puro, innocente, è osteggiato dalla madre del ragazzo e dal prete del paese, che hanno piani molto ambiziosi per lui. Dina diventa oggetto di umiliazioni, di critiche, di cattiveria, ma reagisce e si trasforma da adolescente ingenua a donna determinata che non permetterà più a nessuno di decidere chi deve e può amare. Sua sorella Maria e la sua amica Noemi le sono sempre accanto e la accompagnano per la sua strada, lungo la quale incontrerà Pompeo, che sposerà. Il sentimento che aveva provato per Fiorenzo era stato fulminante ma l’amore per Pompeo è quello di una vita da vivere insieme.






RAFFAELLA MOLON BATTAGLIA PRIMA AVEVO TE

 Anni Ottanta – Il romanzo è uno spaccato di vita di provincia intorno all’Università di Padova. Lucia è una stimata docente di Lettere. Da ragazza era una ribelle che aveva trovato equilibrio negli anni universitari, grazie a Luca, studente di Agraria. Convolano a nozze, poco dopo le rispettive lauree, senza grandi slanci. Di lì a poco la nascita di Arianna. Tanto tempo dopo, una scoperta amara e destabilizzante: Lucia, in un vecchio cappotto del marito, rinviene un breve scritto allusivo a una relazione sentimentale durante gli anni universitari. La data risale a due mesi prima del matrimonio. Luca, ignaro del ritrovamento della lettera, nella sua sconfinata solitudine interiore, non ha mai dimenticato quella donna, molto più grande di lui, né la passione oscura e travolgente che l’ha accompagnata. Ma aveva avuto paura e aveva scelto l’amore semplice e ingenuo di Lucia. Il passato non tace. Mai! Tutto torna indietro, soprattutto se non lo abbiamo lasciato andare.






02 gennaio 2023

ANDREA NOVELLI SINDROME CINESE A GENOVA

 Michele Astengo lavora come investigatore privato a Genova. Dopo una lunga carriera nelle forze dell’ordine, da anni ormai conduce una vita più tranquilla, sbarcando il lunario con incarichi su questioni di tradimento e di spionaggio industriale. Niente di troppo impegnativo e pericoloso. Le uniche certezze della vita sono la sua segretaria Dalia con cui ha intrecciato una relazione nata dal tango, il fido collaboratore Corrado e il suo amico Giuseppe Bazzano, ex collega della Polizia, a cui ogni tanto chiede una mano. Tutto fila liscio finché un giorno si trova invischiato in una delicata questione internazionale che riguarda la comunità cinese della città. Una vicenda dai contorni non ben definiti, dove tutti gli indizi portano agli enormi interessi commerciali della Compagnia di Navigazione Wang, affari che riguardano il porto di Genova e non solo. Interessi da proteggere ad ogni costo. Michele Astengo si trova così ad affrontare in prima persona questa nuova indagine che lo obbliga a confrontarsi con avversari diversi, ancora più temibili e potenti, perché invisibili. L’esperienza, il coraggio e l’intuito questa volta forse potrebbero non bastare: nella nuova Genova fatta di poteri e scambi si stanno aprendo scenari inediti, più estesi e spaventosi, intorno a colossali traffici di denaro e merci. Una città incastonata tra il mare e il nord Europa, il porto come strategico approdo della nuova Via della Seta marittima, la direttrice stabilita dalla Repubblica Popolare Cinese per il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i paesi dell’Eurasia. Astengo dovrà combattere con i demoni più oscuri, quelli che rendono quasi impossibile o anche solamente illusoria e velleitaria, la scoperta della verità. 






ROBERTA CHIALASTRI SE ALZANDO GLI OCCHI AL CIELO

 Mauro Giorgi, commissario di polizia onesto e di grande integrità morale, svolge il suo lavoro in modo integerrimo; tuttavia tanta irreprensibilità cela una storia di grande sofferenza e profondi sensi di colpa che, negli anni, l’uomo ha tentato inutilmente di rimuovere, non rivelando a nessuno, nemmeno a sua moglie Silvia, il suo doloroso passato. Un passato che riemerge e torna a tormentarlo, quando, con il verificarsi di una profonda crisi coniugale, Mauro si ritrova nuovamente esposto a un dolore mai sopito. Filippo, un ragazzino di tredici anni solo e senza affetti, che vive in condizioni precarie, interviene inaspettatamente a dare una svolta alla vita di Mauro e tra i due si instaura un insolito sodalizio nel quale il poliziotto, scoprendosi premuroso e protettivo nei confronti del ragazzo, diventa per quest’ultimo una significativa figura di riferimento.Una solidarietà d’intenti che indurrà l’uomo a perdonare chi lo ha ferito, ma anche a perdonare sé stesso per le proprie mancanze, oltre che a ribaltare tutte le sue più radicali convinzioni, salvando il ragazzo e sé stesso.






FEDERICA SGAGGIO L'EREDITÀ DEI VIVI

 Alla fine degli anni Cinquanta, Rosa si trasferisce dal Sud al Nord d’Italia. È una donna intransigente, una combattente. Insegna a sua figlia – colei che ci racconta la storia – che il primo comandamento cui ogni donna deve obbedire è: «Non piangere.» Ed è anche la madre di Francesco, che a causa di un incidente occorso subito dopo il parto soffre di una forte disabilità. Così lei lotta per rendere migliore la vita del suo bambino, e la sua diventa presto una lotta per i diritti di tutti coloro che non possono combattere per se stessi. Nel romanzo, Rosa è una madre della quale la figlia racconta la vita; ma è anche, semplicemente, l’Italia: l’Italia ancora stordita dalla guerra degli anni Cinquanta, quella euforica dei Sessanta, quella turbinosa dei Settanta, quella privatizzata degli Ottanta, quella svuotata dei Novanta. Un’Italia, Rosa, messa alla prova: da un marito da cui sceglie di fuggire, dalla disabilità del figlio, dalla figlia con la quale il rapporto è tanto stretto quanto conflittuale, dai cambiamenti sociali e politici che le avvengono intorno. Ma anche la figlia, che ricorda e racconta, è l’Italia: l’Italia d’oggi, quella che non intende rinunciare alla propria storia, e che vuole inventarne una nuova.






NIKOLAI PRESTIA DASVIDANIA

 Kola ha sette anni e, concentratissimo, studia una mela verde sul davanzale di una finestra. Fuori ogni cosa è bianca della neve appena caduta. I tetti della città si scorgono appena. La città dà su un fiume: è il Volga, nel pieno dell'inverno russo. Kola è orfano e vive con la sorella in un istituto. Ha alle spalle una storia di povertà, disagio e scarsa cura, se non abbandono. Quel bambino, che oggi ha trent'anni e abita in Sicilia, racconta la sua storia. In questo libro, l'istituto, i lunghi corridoi sempre vuoti – tranne quando i bambini e le bambine rientrano dalla scuola –, la famiglia d'origine, la madre giovanissima e senza aiuti, lo zio disperato e violento riprendono sostanza, e volti. Con la precisione di un reportage, Nikolai Prestia racconta la seconda metà degli anni Novanta e l'epoca post-sovietica nel loro aspetto più duro di miseria ed esclusione sociale, violenza domestica, alcolismo e droga. Descrive quegli anni con la disinvoltura di chi ne ha fatto esperienza, e con straordinaria capacità di osservazione. Questo libro però non è un reportage, è un romanzo. È una storia durissima, che sarebbe insostenibile se lo sguardo di Kola non compisse una specie di magia: l'immaginazione. Solo che l'immaginazione di Kola non crea mondi alternativi, non cerca vie di fuga, ma indaga il potere simbolico, poetico e quasi magico degli oggetti quotidiani: basta una mela verde per rendere nutriente quello che era solo cupo e doloroso, basta un paio di calzoni con le tasche per volare verso il futuro. Kola trova la forza di immaginare molto prima delle parole per esprimerla. E queste pagine in controluce raccontano anche la conquista delle parole. Prima del bambino che guarda, ora del ragazzo che scrive. Una lingua chiara, semplice, accogliente, nella quale si avvertono echi antichi e letterari. Ne viene fuori un'atmosfera dolce amara, a tratti dickensiana. Dasvidania racconta del male e del dolore, ma anche moltissimo del bene: la zia che tira fuori i bambini dai guai, il direttore dell'istituto che per primo mette in mano un libro al bambino, e quel libro è L'idiota di Dostoevskij, e poi l'infermiera Katiusha – che stringe con lui un patto di speranza –, gli amici dell'orfanotrofio, ognuno con il proprio fardello di rabbia e vitalità, e infine i due maestri che adottano Kola e la sorella portandoli con sé in Sicilia e offrendogli un radicamento da cui potranno guardare avanti, e anche indietro. Con Dasvidania, Nikolai Prestia racconta come anche da bambini si possano amare tutte le memorie, non solo quelle felici.






01 gennaio 2023

ANDREA KERBAKER LA VITA SEGRETA DEI LIBRI FANTASMA

 La vita segreta dei libri che non ci sono più. «Accade, a volte, alla Kasa dei Libri, soprattutto se rimango solo, la sera. Fuori diviene buio, i rumori del traffico si vanno attenuando. In quell'atmosfera di colpo pacificata lo sguardo vaga sugli scaffali, di qua, di là, a cogliere le fisionomie note dei libri che mi fanno compagnia da tanti anni. Ecco le prime edizioni dei grandi, che hanno inaugurato vie poi corse trionfalmente da milioni di copie. Al loro fianco, i titoli di autori che spesso ormai conosco solo io. E poi ci sono loro: i libri fantasma - quelli che, dopo una vita più o meno effimera, spariscono dalla circolazione per non riapparire mai più. Per questo li abbiamo battezzati così: proprio come gli spettri, esistono e non esistono. Non è facile scovarli. Per loro natura, sono restii a prenderla parola, destinati a rimanere in secondo piano rispetto ai loro fratelli maggiori. Chiunque ne avrà visto qualche esemplare nel salotto buono di una parente, tra un manuale di cucina, un'enciclopedia per ragazzi e qualche edizione tascabile di successi popolari. Anche loro raccontano storie interessanti, magari di illustri professionisti che sanno anche tenere la penna in mano o pensano di saperlo fare. Testi spariti perché scivolati su qualche buccia di banana della contemporaneità, spesso con effetti comici, come li suscitano tutte le cadute. Sono queste le storie dei libri fantasma che ascolto, affascinato, in quelle sere solitarie, perché a modo loro ci raccontano della nostra natura e della vita».






ELIZABETH CAPPA SOMMERSI

 La Milano anni Ottanta è il teatro del dramma della Roba: necessità e medicina, estasi e scimmia. La giovanissima Arianna si catapulta in un universo di zombi flebili e sottili come spilli, ma incattiviti e disperati, per amore di Flaviano e per sfidare la morte. Insieme attraversano strade che sembrano deserte, ognuno mosso dalla propria dipendenza, guidati dal gusto acido dei baci dopo il flash. Eroina e amore li conducono allo sfinimento e a dover guardare in faccia la morte, restandone poi intrappolati. Lei fa a gara contro la Roba, lui è il trofeo. Quella relazione tossica sarà la cicatrice che Arianna si porterà dentro per sempre, ma serve raccontarlo per non vivere in apnea.



A


PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...