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Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

15 marzo 2022

ANNA VERA VIVA QUESTIONI DI SANGUE

 Il rione Sanità è un’isola. Un lungo ponte lo divide dal resto di Napoli. Qui, i vivi e i defunti convivono da secoli e non vi è posto, più di questo, in cui morte e vita siano così strettamente intrecciate. Ed è qui che, dopo quarant’anni, due fratelli si rincontrano. Raffaele, dato in adozione giovanissimo alla morte della madre, ci torna come parroco della basilica di Santa Maria alla Sanità. Peppino, invece, è il boss del quartiere. Due uomini che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Eppure, il richiamo del sangue, ineludibile, li unisce. Un legame che è fonte di pericolo e tormento per entrambi. Quando la morte colpisce e un cadavere viene ritrovato in un appartamento del rione, le indagini, suffragate da un testimone poco affidabile, seguono un unico binario. Quell’omicidio fa tirare un sospiro di sollievo a tante persone, ma Raffaele non si lascia abbindolare. Decide di rivolgere il suo sguardo, esperto della vita, proprio tra la sua gente, anche se questo significa guardare qualcuno di molto, forse troppo, vicino a lui. Ma Raffaele non si è mai fermato davanti a nulla e non inizierà adesso. Sa bene che le sue indagini possono compromettere un equilibrio basato su regole non scritte e allo stesso tempo inderogabili, ma deve andare avanti. Perché la Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono coraggio, passione e un concetto diverso di verità.



13 marzo 2022

LUCA CROVI IL GIGANTE E LA MADONNINA

 Maggio 1932. Sotto lo sguardo attento della Madonnina, i milanesi si preparano ad assistere all'evento sportivo del momento: il ritorno sul ring di San Siro del boxeur Primo Carnera. Osannato da Mussolini per incarnare la forza e il coraggio dell'Italia fascista, le sue gesta e le sue vittorie in giro per il mondo l'hanno ormai reso un simbolo dello spirito nazionale all'estero, un motivo d'orgoglio per l'intero Paese. Eppure, qualcuno trama nell'ombra perché il gigante del pugilato italiano perda il proprio incontro. Qualcuno con cui il commissario Carlo De Vincenzi, conosciuto da tutti come "il poeta del crimine", ha già avuto a che fare in passato. Intanto, la morte di una giovane donna impegna il poliziotto. Si è lanciata dalla cima del Duomo ma a De Vincenzi qualcosa non torna... 



GIGI PAOLI DIRITTO DI SANGUE

 Dopo mesi di coma e buio totale, Carlo Alberto Marchi è finalmente uscito dall’ospedale, ma la sua rocambolesca caduta dalla passerella di “Gotham”, il Palazzo di Giustizia di Firenze, ha lasciato pesanti conseguenze fuori e dentro di lui: è dipendente dagli antidolorifici, si muove con una stampella ed è tormentato da un fischio continuo nelle orecchie che gli toglie perfino il sonno. Costretto a stare lontano dal lavoro al giornale, si consola con l’affetto della figlia Donata e l’inatteso ritorno dell’ex fidanzata Olga. Ma non è facile starsene a casa mentre la sua cronaca giudiziaria è stata affidata a una rampante collega, che, come se non bastasse, ha fama di essere piuttosto in gamba. Eppure, proprio nel momento più impensato, la vita lo chiama ancora a rapporto: il capocronista del Nuovo gli chiede ufficiosamente di sfruttare i suoi contatti per indagare su un omicidio che ha sconvolto Firenze. Nel meraviglioso parco delle Cascine, il polmone verde che di notte racchiude i lati oscuri della città, viene trovato ucciso Giorgio Mati, il gestore del leggendario furgone che distribuisce birra e panini ai viandanti notturni. Lo stesso Marchi ha concluso lì diversi turni, mangiando e bevendo insieme a poliziotti e trans. E ciò che rivelano le prime indagini ha dell’incredibile: il tranquillo paninaro nascondeva un passato cruento, che a poco a poco si incastra come un puzzle con gli anni più bui di Firenze. Ma soprattutto con un dolore che ha colpito la famiglia stessa di Marchi, e non ha mai avuto risposta. Una risposta a cui Marchi ha diritto. Un diritto di sangue.



12 marzo 2022

GIUSEPPE RIZZO I FANTASMI NON ESISTONO

 Un ragazzo rapina la sua prima banca a quattordici anni e dopo una vita in carcere ora fa il mediatore tra autori di reati e vittime. Un senzatetto attraversa le strade di Roma e in un racconto lungo un giorno e una notte mostra cosa significhi vivere per strada e sopravvivere alla fame, al caldo e al gelo. Un gruppo di medici, operatrici e pazienti di una comunità psichiatrica costruisce alternative alle aule di tribunale, ai reparti chiusi degli ospedali e all'isolamento. Un adolescente si suicida in cella, dove non doveva stare. Una madre scopre un anno dopo che il figlio è morto di covid ed è sepolto in un lembo del cimitero Maggiore di Milano, dove finiscono i corpi che nessuno reclama. I fantasmi non esistono è un viaggio in un'Italia poco raccontata, ignorata, criminalizzata. A partire dalle inchieste e dai reportage narrativi scritti per il settimanale «Internazionale», Giuseppe Rizzo accompagna il lettore tra detenuti ed ex detenuti, persone senza dimora, nuovi poveri. Uomini e donne che vivono per strada o in edifici occupati. Che fanno i conti con fragilità e dipendenze. Ragazze e ragazzi finiti negli istituti minorili o in comunità di recupero, dimenticati dalle istituzioni. Un gruppo di persone spinte al margine dell'invisibilità, dove la violenza e la ferocia sono delle possibilità, ma non più dell'amicizia, dell'aiuto comune, della speranza e delle lotte condotte insieme a volontari, medici, attivisti, avvocati. Passando più tempo possibile con loro, lasciando spazio alla loro voce, non concedendo nulla all'enfasi e alla retorica, Rizzo denuncia le leggi pensate per punire la povertà, l'assenza dello stato, gli alibi di chi parla di persone invisibili, di fantasmi. E trova un modo nuovo e partecipe per scrivere di un'Italia tenuta fuori dal racconto collettivo, ma che riguarda tutti.



ALESSANDRO ROBECCHI UNA PICCOLA QUESTIONE DI CUORE

 Alla Sistemi Integrati – l’agenzia investigativa che Carlo Monterossi ha fondato per noia, per sfuggire alla tivù spazzatura che l’ha reso ricco, per «infilarsi nelle vite degli altri» – si presenta un ragazzo molto perbene, Stefano Dessì. Vuole che sia ritrovata una persona scomparsa, «la mia donna», dice. Una piccola questione di cuore, pensano Carlo e i suoi soci, il ruvido Oscar Falcone e l’ex poliziotta Cirrielli. Il ragazzo è molto giovane, ha solo ventidue anni, e il suo amore scomparso sfiora i quaranta, è rumena, bellissima, elegante, affermata, enigmatica. E nei guai.

Che affari ha in corso Ana con un boss in giacca e cravatta, un re della zona grigia che lega denaro sporco e affari ufficialmente puliti? Perché è costretta a nascondersi? E soprattutto che cosa ha, o che cosa sa, Ana, da «barattare in cambio della sua vita»?

Giorni dopo viene ucciso Federico Bastiani, «il nuovo fenomeno della finanza», giovane, rampante astro nascente del business, soldi e jet set. Lo trovano «con un buco in testa» in un piccolo appartamento affittato a giornata. Indagano, in modo semi-ufficiale, due poliziotti: Ghezzi, che si muove morbido come un gatto, e il ringhiante Carella. Scoprono in fretta che dietro la patina di brillante mondanità si nasconde molto altro, ma capiscono anche che la soluzione non è soltanto lì. A Ghezzi e Carella il delitto sembra «una cosa mezzo e mezzo», forse gli affari, certo, ma anche qualcosa di personale. Le due indagini finiscono per incrociarsi, Carlo Monterossi, Oscar Falcone, la Cirrielli, Ghezzi e Carella, formano un unico gruppo, tra battibecchi, divergenze e diverse visioni del mondo, tutti con le vite private perennemente in zona sismica, e tutti sorpresi di trovarsi a riflettere – ognuno a suo modo – su quella che Carlo chiama con un ghigno sarcastico «l’annosa questione dell’amore».



08 marzo 2022

PINO CASAMASSIMA BRIGATE ROSSE

 Vent’anni. È il tempo passato dall’ultimo agguato brigatista. Era il 19 marzo 2002 quando Marco Biagi perse la vita per mano delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito comunista combattente: una nuova formazione che aveva ripreso il cammino della lotta armata delle prime Br interrotto nel 1988 con l’uccisione di Roberto Ruffilli. Un lungo attacco allo Stato che la precedente leadership brigatista aveva dichiarato conclusa. Dopo una tregua decennale, la stella a cinque punte si era ripresentata: il 20 maggio 1999 era stato ucciso Massimo D’Antona, anche lui giuslavorista come Biagi. La guerra pareva quindi ricominciata. Ma con l’arresto dei nuovi capi, e una organizzazione praticamente allo sbando per «pentimenti» e delazioni, il sipario sulle Brigate rosse calò nuovamente. E definitivamente. Si concludeva così una storia iniziata all’indomani del nuovo «biennio rosso» – il ’68 studentesco e il ’69 operaio – con la diffusione dei primi volantini nell’autunno del 1970.




FULVIO ABBATE QUANDO C'ERA PASOLINI

 Cosa ha rappresentato Pier Paolo Pasolini per la società italiana? Cosa rimane del patrimonio poetico di uno dei più coraggiosi intellettuali del Novecento?

«Si applaudono soltanto i luoghi comuni, mentre sarebbe il caso di coltivare l’atrocità del dubbio», dirà Pasolini ai «ragazzi» comunisti durante un dibattito sulla terrazza romana del Pincio, pochi giorni prima di morire assassinato all’Idroscalo di Ostia.

La sua storia è assai di più dell’interrogativo che ne circonda la morte violenta, va assai oltre il racconto sui misteri dell’Italia repubblicana. Pasolini ha reso vivo il dibattito poetico, culturale, critico, sociale e politico fin dentro al cuore degli anni Settanta.

Questo libro prova a raccontare in presa diretta il cammino di un intellettuale il cui pensiero appare ancora adesso essenziale per fare luce sul presente odierno. Fulvio Abbate prova, con le armi di una scrittura perfino poetica, a restituire la vita, le ragioni, l’eredità, i luoghi, la sostanza umana, familiare e storica di Pier Paolo Pasolini, affidandosi, fra molto altro, alle parole di chi ne ha condiviso il breve viaggio, fra questi: Laura Betti, Carlo Lizzani, Ettore Scola, Bernardo Bertolucci, Franco Citti, Dario Bellezza, Marco Pannella, Adele Cambria, Mario Schifano.



07 marzo 2022

GIAN ANDREA CERONE LE NOTTI SENZA SONNO

 Febbraio 2020: mentre i media diffondono le prime voci allarmistiche e ancora confuse su un virus misterioso che sta mietendo vittime in Cina e sembra essere arrivato anche in Italia, l’Unità di Analisi del crimine violento della Questura di Milano si trova a indagare su un caso che rischia di gettare la città nel panico: un efferato serial killer che colpisce le donne, lasciando accanto ai cadaveri un mazzo di margherite. Le indagini sono condotte dal commissario Mario Mandelli, un cinquantenne solido e poco socievole, dedito al lavoro, alla famiglia e con la passione per la storia e dall’ispettore Antonio Casalegno, suo coetaneo, caratterialmente tutto l’opposto, affascinante e donnaiolo. Una coppia che più diversa non si può, che però è perfettamente complementare sul lavoro. E ci sarà bisogno di tutto il loro intuito e della loro competenza, perché un altro caso scuote la città, l’omicidio di un noto gioielliere durante una rapina. Mentre la tensione si fa insostenibile e una girandola di colpi di scena cambia continuamente le carte in tavola, la soluzione delle indagini diventerà una crudele sfida in cui ognuno metterà a rischio la propria vita e i propri affetti. Vincerla significherà dimostrare a se stessi e al mondo che vale la pena lottare fino all’ultimo respiro, per sentirsi ancora vivi.



SULAIMAN ADDONIA IL SILENZIO È LA MIA LINGUA MADRE

 Saba e il fratello Hagos, muto fin dalla nascita, vivono in un campo profughi somalo. Non guardano mai indietro, alla guerra fra Etiopia ed Eritrea, preferiscono volare con il pensiero a un futuro diverso, reinventando le loro identità: è l’unico modo per essere liberi.

Nel profondo legame che li unisce le parole non servono. Saba e Hagos comunicano con i gesti, gli sguardi, il silenzio. Lui si occupa delle faccende domestiche e cura l’aspetto della sorella, lei va in giro per il campo e sogna di tornare a scuola. Uno scambio di ruoli che suscita curiosità e sospetto ma, soprattutto, infrange ogni aspettativa sociale.



06 marzo 2022

ADRIANO SOFRI IL MARTIRE FASCISTA

 Un maestro siciliano, di solida fede fascista, va a insegnare nella scuola di un paesino sloveno vicino a Gorizia, annesso all'Italia dopo la carneficina della Grande guerra. Ha una giovane moglie, cinque figli e un sesto in arrivo. È uno dei molti convocati a realizzare la «bonifica etnica», l'italianizzazione forzata di una minoranza renitente. Una sera, all'inizio dell'anno scolastico del 1930, il maestro Sottosanti viene ucciso in un agguato. L'Italia fascista commemora il suo martire. Ma da oltre confine si accusa: infieriva contro i bambini, sputava in bocca a chi si lasciasse sfuggire una parola nella sua lingua madre, lo sloveno. Ed era tisico. Il rumore si spegne presto. Le autorità fasciste sanno che i maltrattamenti raccapriccianti avvenivano davvero, ma l'autore era un altro, il più vicino all'ucciso. I militanti antifascisti sloveni si accorgono di aver commesso un incredibile scambio di persona. Adriano Sofri ha ricostruito questa cronaca del 1930, cui lo legano imprevisti fili personali, andando su e giù dai confini. Niente è bello come un confine abolito. Soprattutto quando c'è chi lo rimpiange, e investe in fili spinati.



PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...