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Sale, Alessandria, Italy
Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

11 aprile 2021

GIORGIO VASTA TRE ORFANI

 È l'alba di un giorno nuovo. Per il protagonista di questo racconto - così come per il suo autore - è la data che segna il cinquantesimo compleanno. Confinato nel suo appartamento, l'io narrante si trova a fare i conti con i propri fantasmi letterari, che hanno la familiarità di coinquilini ma i gesti insondabili del destino.



CLAUDIO TACCIOLI CRONACHE RESISTENTI

 Avere un tetto sopra la propria testa, un indirizzo al quale fare ritorno dopo una lunga giornata, sono certezze alle quali non si può venire meno. È il diritto alla casa, un diritto per il quale Claudio Taccioli si batte giorno dopo giorno, raccontando in un diario emotivo le sue lotte contro gli sfratti. Queste pagine, in cui compaiono nomi e volti silenziosi, danno voce agli sconfitti, ai deboli, agli emarginati che da soli non sono in grado di combattere per un diritto intrinseco al loro essere umani: la casa. L'autore strappa allora quel velo di indifferenza costruito attorno alle contraddizioni moderne, alle storture della società, puntando i riflettori della scrittura verso ciò che non si vuole vedere né ascoltare. Nelle sue parole, espressioni dell'ingiustizia di un mondo malato, lo sfratto diviene così l'occasione per ripensare in maniera critica e consapevole al proprio ruolo di cittadini e di attori nella società.



10 aprile 2021

VALERIA USALA LA RINNEGATA

 Senza un uomo accanto, una donna non è nulla. Teresa ha sempre sentito l’eco di questa frase, come il vento durante la tempesta, ma non ci ha mai creduto. Lei che è quiete e fuoco, rabbia e tenerezza, lotta contro il pregiudizio da quando è nata. Rimasta orfana, non ha avuto nessuno a proteggerla dalla propria intelligenza, oltre che dalla propria bellezza. Un intero paese la rinnega, impaurito di fronte alla sua indipendenza, alle sue parole e alle sue azioni. Perché in fondo sono solo queste a renderla diversa dalle altre donne. Neanche aver creato una famiglia con l’uomo che ama ha messo a tacere le malelingue e i pettegolezzi. Nessuno crede che la sua fortuna, derivante da un emporio e una taverna che ha costruito e gestisce con le sue forze, sia frutto di fatica e tenacia. Ma le voci sono sempre rimaste solo voci, anche quando a rispondere a tono è Maria, la bruja del villaggio, che vaga per le strade senza una meta precisa. Quando tutto cambia, Teresa deve difendere ciò che ha conquistato e dimostrare che può farcela da sola. Che non rinunciare a sé stessa significa essere libera. Vuole dare a quel vento, pieno di parole feroci, un afflato nuovo; ma il pregiudizio è forte e saldo, come una radice ancorata alla terra. 



07 aprile 2021

MASSIMO CARLOTTO E VERRÀ UN ALTRO INVERNO

 Quando tutti hanno segreti inconfessabili, nessuno è innocente.


Bruno Manera e Federica Pesenti sembrano una coppia felice. Lui è un ricco cinquantenne, lei di anni ne ha trentacinque ed è l'erede di una dinastia di imprenditori della "valle", operoso distretto del Settentrione dove dominano i maggiorenti, l'élite dei capitani d'industria che ha costruito l'ordine del duro lavoro per tanti, del profitto per pochi e delle menzogne per tutti. Su insistenza di Federica, Bruno accetta di trasferirsi in paese, varcando la frontiera invisibile della provincia profonda. Ma quando Manera comincia a subire una serie di gravi atti intimidatori, la situazione precipita. Ad aiutarlo c'è solo Manlio Giavazzi, un vigilante dalla vita sfortunata, convinto che certe faccende vadano risolte tra paesani. Poi il caso gioca un tiro mancino e in una girandola di fulminanti colpi di scena scivoliamo nelle pieghe di un mondo marcio – il nostro – in cui l'amicizia è il vincolo di un'associazione a delinquere, l'amore una speculazione, il matrimonio un campo di battaglia, la solidarietà tra conterranei un patto d'omertà e la famiglia una connection criminale. Massimo Carlotto strappa la maschera a personaggi avvelenati dagli inganni delle loro doppie vite, perché l'avversario è chi ti dorme accanto e il nemico è colui di cui ti fidi. E verrà un altro inverno sovverte la logica del poliziesco, mostrando senza reticenze la ferocia inconfessabile della brava gente e inchiodandoci all'enigma che nessuna detection può risolvere: il mistero di chi siamo davvero.



ADELE MARINI ITALIA DA MORIRE

 Anita Garibaldi - Ippolito Nievo -

Camillo Benso Conte di Cavour -

Generale Alberto Pollio -

Giacomo Matteotti - Antonio Gramsci -

Italo Balbo

 

Sette protagonisti

la cui morte è ancora oggi

avvolta nel mistero

 

Cent’anni di storia

rivisitati in forma di noir

con il supporto

dei documenti ufficiali

 

La nostra storia è costellata di strane morti, decessi improvvisi, improbabili malori, incidenti fatali. È andata davvero così? Questo è ciò che racconta la verità ufficiale sui sette protagonisti di Italia da morire. Ma è una verità parziale, spesso costruita per occultare trame, interessi e giochi di potere.

Serve allora ripercorrere queste storie mettendo finalmente insieme tutti i tasselli del puzzle. Scopriremo così che Anita Garibaldi, la compagna dell’Eroe dei due mondi, è stata probabilmente strangolata o sepolta viva e che Antonio Gramsci sarebbe stato scaraventato giù dalla finestra della clinica in cui era ricoverato. Ben più che semplici sospetti. In questa riscrittura noir ma rigorosamente autentica e documentata, ogni vittima è trattata come il protagonista di un romanzo poliziesco, ogni vicenda è raccontata come un’inchiesta sul campo. Dietro a ciascun episodio c’è la volontà di arrivare a una soluzione del caso, proprio come nelle indagini di polizia, attraverso la ricerca delle prove o l’analisi degli indizi effettuate il più possibile sulle fonti primarie: i documenti ufficiali, le testimonianze dei contemporanei e le sentenze dell’epoca, senza trascurare gli articoli apparsi sui quotidiani e le ricostruzioni degli autori che hanno trattato gli eventi nei loro saggi.

Non è un caso se talvolta, con le investigazioni sulle fonti, accade di arrivare a verità diverse e insospettabili, perché chi aveva interesse a occultare, a nascondere, a mentire, non sempre è riuscito a cancellare tutti gli indizi. Verità che permettono di restituire alle vittime la dignità di un’esistenza interrotta non dal destino, ma dalla volontà degli uomini.



03 aprile 2021

FRANCOIS MORLUPI COME DELFINI TRA I PESCECANI

 È un ottimo poliziotto, il commissario Ansaldi, anche se da tempo immemore soffre di ipocondria e di attacchi d'ansia che rendono complicate anche le attività più semplici, nella vita come nel lavoro. Per fortuna il quartiere al quale è stato assegnato, Monteverde, è un'oasi di pace nel caos della capitale: un posto tranquillo, dove non succede mai niente. Forse è per questo che sotto il suo comando sono stati destinati altri quattro soggetti "particolari", come ad esempio Eugénie Loy, il suo braccio destro, che soffre di un disturbo antisociale della personalità che la rende apparentemente insensibile, una «portatrice sana di disperazione» come la definiscono i colleghi, che però riconoscono in lei ottime doti investigative. Sono così, i Cinque di Monteverde: uomini e donne alle prese con le loro debolezze, ma capaci, insieme, di trasformarle in forza. Un venerdì pomeriggio, un ultraottantenne vedovo e solitario viene trovato senza vita nel proprio appartamento, con un cappio al collo. Si direbbe un caso facile, il classico suicidio. Ma qualcosa non quadra ad Ansaldi e ai suoi, e quel piccolo dubbio si trasforma, nel volgere di pochi giorni, in un'indagine che turberà non solo la quiete di Monteverde ma anche le stanze della politica.



SERGIO SECONDIANO SACCHI STORIE E AMORI D'ANARCHIE

 Partendo dallo spettacolo, Cançons d'amor i d'anarquia, presentato per la prima volta al Teatre Joventut di Barcellona e poi ripreso in Italia si racconta, in 21 canzoni, gli avvenimenti che hanno alimentato l'idea di libertà e rivolta che è l'anarchia. Attraverso le vicende evocate nelle canzoni, il libro ricostruisce la temperie culturale e politica che, dalla Comune di Parigi, arriva fin quasi ai giorni nostri, soffermandosi sulle gesta di autori entrati nel mito rivoluzionario, da Joe Hill a Pietro Gori fino a Giuseppe Pinelli, senza trascurare gli "anonimi compagni". Considerando anche realtà non molto conosciute, come quella dell'anarchismo argentino, il racconto si dilunga sui lasciti della Grande guerra che, con la nascita in Europa dei regimi totalitari, porteranno alla sconfitta, in Spagna, di eserciti composti da combattenti di diverse nazionalità, sostenuti da speranze mai dome. Con disegni di Sergio Staino e, nel cd, le voci e i suoni di Juan Carlos Biondini, Silvia Comes, Vittorio De Scalzi, Dani Flaco, Julyen Hamilton, Joan Isaac, Alessio Lega, Olden, Anna Roig, Wayne Scott, Scraps Orchestra e Peppe Voltarelli



ELENA MEARINI I PASSI DI MIA MADRE

 Agata è una editor quarantenne che vive nel quartiere cinese di Milano. Ossessionata dal vuoto e dalla mancanza, cerca di ovviare alle sue carenze emotive attraverso un rapporto morboso sia con il cibo che con Samuele, il classico "latin lover" sfuggente con cui crea una relazione di sudditanza e dipendenza. In quest'uomo Agata rivede e rivive i comportamenti di una madre narcisista, innamorata di sé soltanto, scomparsa senza dare spiegazioni quando Agata era appena una ragazzina. Giunta all'età adulta, la donna deciderà di indagare sulla scomparsa della madre, pensando che il suo ritrovamento possa mettere fine al proprio vuoto. Agata, durante l'indagine, scrive una lunga lettera-romanzo alla madre, immaginando la sua vita dal giorno della scomparsa in poi, con l'intento di ricostruirne la storia e ritrovarla almeno nelle parole scritte. La realtà, riserverà invece una verità diversa, dura ma necessaria ad accettare ciò che ci appare insostenibile, il gesto di una madre che abbandona una figlia.



BEPPE STOPPA IO VIVO ALTROVE

 Sono tra noi ma vivono in un'altra dimensione, uno spazio tempo che a noi sfugge e che non comprendiamo e per questo, a volte, ci fanno paura. Sono gli autistici. L'autismo non è una malattia, non c'è una cura e non si guarisce, ma si vive. È una sindrome con la quale fare i conti tutta la vita, a volte con enormi frustrazioni, altre con sorprendenti rivelazioni. Ci sono autistici a basso funzionamento con limitatissime se non nulle capacità di interazione e quelli ad alto funzionamento, gli Asperger, che magari, grazie alle loro ossessioni, riescono ad eccellere in campi scientifici o artistici. Eppure, fanno parte tutti del medesimo universo. Il mistero dell'autismo è questo: una miriade di pezzi unici a comporre un mosaico infinito. L'autore racconta storie di famiglie, educatori, ragazze e ragazzi che vivono in questo universo parallelo e che sorprenderanno il lettore per la ricchezza aliena delle loro vite.



ELISA RUOTOLO QUEL LUOGO A ME PROIBITO

 In un Meridione ben distante dai segni della modernità urbana, la protagonista cresce oppressa da un ambiente familiare in cui le condotte pubbliche e private sono spietatamente misurate sul terrore del giudizio sociale e sul rigore vincolante del dovere quotidiano. Il nido protettivo diventa allora nodo difficile da sciogliere e da portare. “Famiglia era questo: una messa in comune del privato, un difetto di autonomia, una continua chiamata in causa dell’altro, un sostenersi che diveniva peso.” A smentire il clima familiare, la figura della nonna materna, una donna vitale, attenta ai propri spazi di autonomia e libertà, un modello stigmatizzato dai genitori della ragazza ma di cui lei sente di aver ereditato il “sangue ferino”, una sotterranea spinta a spezzare i legami per seguire i propri desideri. Questa attrazione si incarna per lei, nell’infanzia ma soprattutto nell’adolescenza, in Nicla, una ragazzina libera e istintiva che non ha paura di andare con i ragazzi. Paura che al contrario la protagonista non riesce a vincere se non nelle sue fantasie o nei libri, tanto che la ritroviamo adulta ma ancora inesperta di sé e degli uomini: la sua piccolezza assai simile a quella del bonsai, che – frenato nella crescita con tagli e legature – non è in grado di dare ombra né frutto. Ha un lavoro e si è lasciata alle spalle il dialetto da cui proviene quando conosce un uomo che rappresenta il proibito, il desiderio: forse il nodo più difficile da affrontare: “Avevo sempre pensato che per me tutto potesse risolversi nel chiuso di una stanza o negli affetti in cui ero nata, ma Andrea ora mi dimostrava che c’era anche altro”. Si tratta di fidarsi, ma quanto coraggio serve per assumersi la responsabilità del proprio piacere?



PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...