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Sale, Alessandria, Italy
Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

06 giugno 2020

AGNESE VIRGILLITO JASMINE FUMA LA PIPA

La vita di Jasmine è segnata dall'assassinio dei suoi genitori vittime di un attentato senza colpevoli: il papà, un magistrato, stava indagando su un torbido intreccio tra mafia e colletti bianchi. Lei era solo una bambina. Diventata adulta, Jasmine dalla Sicilia si trasferisce a Roma, dove intraprende la strada del giornalismo investigativo. Come una moderna Sheriock Holmes, di cui è accanita lettrice, anche lei fuma la pipa per concentrarsi sulle sue indagini, sostenuta dai consigli di un noto criminologo, il prof. Antonio Bloom. Due uomini, due amori diversi, segneranno infine il sentiero della sua vita e dei suoi tormenti.

05 giugno 2020

SONIA SACRATO CONTROCANTO

Sono trascorsi sei mesi dalla conclusione dell’avventura che ha visto Cloe affrontare un “cold case” tra le montagne bellunesi e dibattersi tra due possibili relazioni.
Ora gli amori sembrano essere evaporati e Cloe, insieme all’inseparabile gatto Pablo, si trova nella sua amata Torino per trascorrere quella che si preannuncia come una torrida estate.
Ma dove c’è Cloe non può esserci tranquillità e incuriosita dalla storia di un violino “vagabondo” comincia ad indagare insieme ad Alex, nipote della cara amica che la ospita.
La sconclusionata e improbabile coppia di “detective” si mette al lavoro per seguire le tracce lasciate dal misterioso violino ma, nel fare questo, si imbatte in situazioni che si riveleranno estremamente pericolose anche per la loro stessa vita.
Tra drag queen, abusi edilizi, echi della tragedia del cinema Statuto, squallidi personaggi e, forse, un nuovo amore, sarà ancora il gatto Pablo a doverci mettere lo zampino…


04 giugno 2020

MATTEO CILENTI LO SPETTRO DI CAINO

Tornato a prestare servizio nella sua città natale dopo un decennio fuori sede, un vigile del fuoco, chiamato trent'anni dopo "il Maresciallo" dal collega giovane a cui racconta l'intera vicenda, s'imbatte in una serie di morti misteriose. Scoperta per un caso fortuito, in una caserma di pompieri della bassa pianura padana, una vecchia foto ritraente la squadra di cui facevano parte i deceduti, il Maresciallo, spinto dal proprio istinto e sostenuto da un vecchio amico ispettore di polizia, comincia a indagare. Dopo approfondite ricerche e vari interrogatori, scoprirà l'amara verità: la sete di vendetta può toccare chiunque, come l'omertà di chi si rende complice di un crimine impunito.

DIEGO DE SILVA I VALORI CHE CONTANO

Se non vi è mai successo di nascondere in casa una ragazza in mutande appena fuggita da una retata in un bordello al quarto piano del vostro palazzo, non siete il tipo di persona a cui capitano queste cose. Vincenzo Malinconico lo è. Dovrebbe sapere che corre un rischio bello serio, visto che è avvocato, e invece la fa entrare e poi racconta pure un sacco di balle al carabiniere che la inseguiva e va a bussargli alla porta. È cosí che inizia I valori che contano (avrei preferito non scoprirli) , il romanzo in cui Malinconico – avvocato di gemito, piú che di grido – oltre a patrocinare la fuggiasca in mutande (che poi scopriremo essere figlia del sindaco, con una serie di complicazioni piuttosto vertiginose), dovrà affrontare la malattia che lo travolgerà all'improvviso, obbligandolo a familiarizzare con medici e terapie e scatenandogli un'iperproduzione di filosofeggiamenti gratuiti – addirittura sensati, direbbe chi va a cena con lui – sul valore della pena di vivere. Un vortice di pensieri da cui uscirà, al solito, semi-guarito, semi-vincente e semi-felice, ricomponendo intorno a sé quell'assetto ordinariamente precario che fa di lui, con tutti i suoi difetti e le sue inettitudini, una persona che sa farsi voler bene, pur essendo (o forse proprio perché è) un uomo cosí cosí. Eccolo di nuovo tra noi, l'avvocato d'insuccesso piú amato dagli italiani, in compagnia di un nuovo esilarante socio, di una nuova riluttante fidanzata, e dei suoi soliti pensieri inconcludenti. Ed eccolo alle prese con una nuova causa che sembra già pronto a perdere. C'è una ragazza in mutande sul suo pianerottolo, assomiglia a Pippi Calzelunghe senza trecce, trema, gli chiede aiuto. Ma è una bomba a scoppio ritardato. Vincenzo Malinconico prende in mano quella bomba senza pensarci e se la porta dietro fino alla fine, anche quando la malattia irrompe nella sua vita storcendone l'andatura. Perché ai personaggi capita quello che capita alle persone. E quando diventano di famiglia, di libro in libro li vediamo innamorarsi, nascondersi, combattere, ridere, ammalarsi: vivere, in una parola.

NADIA BUSATO PADANIA BLUES

Ogno, un paesino come tanti nella pianura Padana, stretto tra i campi, le rotonde, i centri commerciali e i capannoni industriali che costellano il nord Italia. Sulla provinciale che attraversa il paese si affaccia Hair&Beauty, il parrucchiere gestito da Ric, quarantenne gay, dove lavorano Maicol e Barbie, una bella ragazza senza alcun talento che sogna di entrare nel mondo dorato dello spettacolo. Nel frattempo Barbie cambia partner al ritmo dei vestiti che sfoggia, convinta che prima o poi qualcuno o qualcosa la porterà a Milano, verso la celebrità.
Ma la vita di provincia sembra voler stroncare i suoi sogni ostinati e sciocchi. Nel paesino dove abita con la famiglia l’esistenza è regolata dalle consuetudini e dagli inviolabili principi della rispettabilità a tutti i costi. Un paesino dove tutto è tollerato purché non porti alcun cambiamento.
Una notte l’apparente tranquillità di Ogno viene interrotta da un incendio devastante. Com’è stato possibile che in un’isola di sicurezza e benessere sia successo un evento così inatteso? La chiave del mistero è racchiusa nei ricordi dell’unica testimone: Barbie, la giovane e ingenua protagonista con la testa piena di sogni.
Sarà proprio lei, al risveglio dal coma, a svelare i segreti nascosti dietro al moralismo di una piccola realtà dove gli uomini lavorano e si fanno la guerra, mentre le donne li sposano e li sopportano.
Un intreccio di storie ispirate a un fatto di cronaca reale, una tragicommedia in cui si sorride delle miserie di una comunità retrograda. Una ballata di malamore e ordinaria violenza, con una protagonista colpevole di aver creduto di potersene andare dal paese e da un destino infelice, senza che fosse un uomo a portarla via, contando solo su se stessa.

03 giugno 2020

SERGE LATOUCHE COME REINCANTARE IL MONDO

Quando si parla di economia non è azzardato dire che si tratti di una vera e propria religione.
Come la religione anche l’economia ha le sue chiese e i suoi templi – le banche e le borse – imprese, agenti di cambio o esperti di finanza sono le sue cattedrali, i suoi prelati o profeti; la pubblicità e il marketing sono le preghiere che ne officiano la liturgia: il consumo.

Non a caso secondo Serge Latouche in questo libello combattivo, sulle banconote americane troviamo fissato il motto «In God We Trust» e, se dovessimo immaginare i Dieci comandamenti del capitalismo, non sfigurerebbe la battuta fulminante del finanziere di Wall Street: «L’avidità è giusta».

L’idolatria della crescita solleva, dunque, la questione della natura quasi religiosa dell’economia di mercato. Una religione secolare e materialista che disincanta il mondo, distruggendo il legame sociale e gli ecosistemi necessari per la sopravvivenza dell’umanità. «Desacralizzare» la crescita, secondo Latouche, consiste innanzitutto nel rivelare il modo in cui ha avuto luogo la sua sacralizzazione. Il progetto di una società alternativa sostenibile e amichevole, guidata dalla decrescita, mira invece a uscire dall’incubo del produttivismo e del consumismo, ma anche a reincantare il mondo e riguadagnare la nostra capacità di meravigliarci per la sua bellezza.

Anche papa Bergoglio d’altra parte – con la sorprendente enciclica Laudato si’ – ha annunciato che la compatibilità tra la decrescita e la religione tradizionale diventa possibile e che la decrescita contiene una dimensione etica, e persino spirituale, essenziale senza necessariamente diventare una nuova religione.
Con un libro agile e in felice dialogo con la dottrina cattolica, Serge Latouche torna a occuparsi della prediletta teoria della decrescita, invitando a rovesciare e desacralizzare l’ideologia del profitto a tutti i costi. Come reincantare il mondo è un piccolo trattato per combattere la religione del denaro, e un appello per un nuovo modello di società.

CHIARA GAMBERALE UNA PASSIONE SINISTRA

La vita di Nina e Bernardo è ispirata da grandi ideali di sinistra, quella di Giulio e Simonetta da principi concreti di destra. Due coppie, insomma, con aspirazioni diverse ed esistenze fra loro apparentemente inconciliabili: ma uno scherzo del destino le fa incontrare e rivela loro una sotterranea possibilità di contatto... Complice la Grande Storia, quella delle vicende politiche e sociali di un'Italia in piena fase di transizione, dalla caduta del Muro di Berlino al giorno esatto dell'ultima vittoria elettorale di Silvio Berlusconi, Chiara Gamberale racconta, con ironia e disincanto, la storia di un'attrazione che ha come suo insolito presupposto il disprezzo reciproco. Una passione che non dovrebbe esplodere eppure esplode, una passione scomoda, ambigua: sinistra. Senza presupposti romantici, ma romantica suo malgrado: di fatto capace di travolgere differenze ideologiche e culturali e di insinuarsi nelle certezze di personaggi che, per la prima volta, si trovano così di fronte a un dubbio. A fulminante dimostrazione di come, oggi più che mai, tutto quello che più rifiutiamo - su un piano personale che si fa immediatamente politico - in qualche modo ci riguarda. E forse ci assomiglia.

EMANUELE TREVI DUE VITE

Rocco Carbone nasce a Reggio Calabria nel febbraio del 1962, ma una buona parte della sua infanzia la trascorre in un piccolo paese dell’Aspromonte, Cosoleto: un posto di gente dura, taciturna, incline a una rigorosa amarezza di vedute sulla vita e sulla morte. Emanuele Trevi lo conosce nell’inverno del 1983, quando è arrivato a Roma da poco tempo e si è iscritto a Lettere. Parlare della vita di Rocco, per Trevi, significa necessariamente parlare della sua infelicità, ammettere che faceva parte di quella schiera predestinata dei nati sotto Saturno, tratteggiarne la personalità bipolare e a tratti sadica, il carattere spigoloso, la natura lucida e sintetica dell’opera. Pia Pera cresce a Lucca in una famiglia colta, originale ed eccentrica. Poco più che adolescente lascia la città toscana e studia Filosofia all’università di Torino. Dopo un dottorato in storia russa alla University of London inizia a insegnare letteratura russa all’Università di Trento, ma poi, delusa dall’ambiente, lascia perdere ogni ambizione accademica e decide di occuparsi di un fondo abbandonato a San Lorenzo, dedicandosi alla cura del giardino. Quando Trevi la incontra, Pia è una trentenne spavalda e maldestra, brillante, anticonformista e generosa. Ma già possiede quella leggerezza e quella grazia di chi, mentre la malattia costringe alla resistenza continua, sa correre sempre in avanti, verso l’altrove. Tratteggiando, con affetto, le vite dei due amici, Emanuele Trevi persegue una ricerca narrativa fondata sulla memoria e, al contempo, rende un sentito omaggio a due talentuosi scrittori italiani.

02 giugno 2020

ANDREA POMELLA L'UOMO CHE TREMA

Vorremmo dirvi: fidatevi. Questo è un memoir di una potenza rara. È la storia della depressione di un giovane uomo, o meglio è la storia di un giovane uomo che guarda il suo male in faccia per cercare di capire piú che può. Usando tutte le armi che ha: l'intelligenza, la forza delle parole, la letteratura, l'arte, la musica, l'ironia, la memoria. L'uomo che trema racconta, s'inoltra nel dirupo della vita di tutti i giorni, non si ferma davanti a niente. Se la sua storia è simile a quella di undici milioni di persone nel nostro Paese, il suo modo di rivelarla non ha molti paragoni.

L'uomo che trema racconta. Guarda la sua malattia come se fosse un corpo estraneo, lo viviseziona, cerca di capire qualcosa d'importante, e di farcelo capire. È in gioco il senso di tutto, per lui, che sa che piú si è depressi «piú le cose si fissano nell'attesa di farsi ghiaccio», come scriveva Cioran. E, in un certo senso, la sua cronaca è di ghiaccio. Proprio per questo emoziona nel profondo. Le reazioni del corpo e della psiche alle aggressioni chimiche dei farmaci, la paura, i vari incontri con gli psichiatri, il rapporto con la compagna e con il figlio costretti a convivere con i tumulti della malattia. Le corse per le vie di Roma, le passeggiate nei luoghi di Giuseppe Berto, autore de Il male oscuro. E, al culmine della sofferenza, l'appuntamento che riporta in vita un antico fantasma di famiglia, il padre ripudiato. Uno spiraglio di luce, la possibilità di pronunciare, forse, la parola «guarigione». Leggere questo libro significa immergersi nel mondo di un altro fino a sentirlo completamente tuo. Significa seguire passo dopo passo, con i sensi in allerta, il percorso da una condizione di dolore assoluto a una condizione nuova e possibile. Significa, letteralmente, essere rapiti. Perché a conquistarvi sarà la temperatura di ogni riga, la pasta della scrittura, l'intelligenza febbricitante, la qualità dello sguardo. In una parola: la voce dell'uomo che trema.


01 giugno 2020

CHRISTIAN FRASCELLA L'ASSASSINO CI VEDE BENISSIMO

Capelli sale e pepe e una lingua affilata, il talento autodistruttivo di un ex poliziotto cacciato per corruzione, un terrore ancestrale per i legami. È ancora lui, Contrera. Ed è in gran forma. Nonostante l'ex moglie, rimasta incinta dopo un'ultima notte di passione. Nonostante la nuova travolgente compagna, che è ancora all'oscuro di tutto. Nonostante la figlia adolescente che galoppa su una strada non proprio raccomandabile – d'altronde, chi è lui per giudicare? Ma non c'è tempo per mettere in ordine i tasselli di questo girotondo femminile, perché una sera di novembre due uomini vengono freddati in un locale del quartiere multietnico torinese Barriera di Milano. E guarda caso Contrera si trova sul luogo del delitto – stavolta ha rischiato grosso. Il principale sospettato è Eddie, un metro e novanta, nero come la notte in una miniera di carbone, grande amico di tante disavventure. Non resta che cercare di incastrare il vero colpevole prima che le cose si mettano troppo male per lui. Anche perché Sergione, il peggiore razzista sulla faccia di Barriera, ha radunato la Ronda, un manipolo di residenti e forze dell'ordine in incognito, esasperati dalla piega violenta presa dal quartiere e decisi a riportare l'ordine, non prima di averne lavato le strade col sangue. Ambientato nell'arco di ventiquattro ore, il terzo capitolo della serie di Contrera è una miscela esplosiva di humour, ritmo e intelligenza investigativa. In una parola, irresistibile. Ci vuole il fiuto infallibile per le storie destinate a finire male, o forse solo una certa dose di fortuna, per trovarsi sul luogo di un brutale delitto e riuscire a salvare la pelle. È quello che capita all'investigatore privato più sfacciato che c'è in circolazione, Contrera, nella sua Barriera di Milano, il quartiere torinese che ha perso l'innocenza e si prepara a una notte di vendetta. Una notte in cui la città è un lenzuolo di nebbia spugnosa e tenace.


PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...