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Sale, Alessandria, Italy
Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

12 aprile 2020

NATSUME SOSEKI IO SONO UN GATTO


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Un gatto abbandonato da cucciolo, si è introdotto in casa di Kushami, dove non è stato accolto con grande entusiasmo, al punto da non aver mai ricevuto un nome. La famiglia, composta da padre, madre, tre figlie ed una serva, non è affettuosa con lui, ma lo nutre e qualche volta il padrone lo accarezza, e questo gli basta per sentirsi "Il gatto" padrone di casa. Parla qualche volta con i suoi simili, come il Nero del vetturino e Micetta, che presto gli viene a mancare. Ma il suo passatempo preferito è quello di ascoltare i discorsi del suo padrone quando gli amici vanno a fargli visita.
Diventa così un gatto tuttologo, analizza il comportamento umano, si intende di storia, Grecia antica in particolare, letteratura, medicina e altro ancora.
La trama si snoda attraverso i problemi di Kangetsu, laureato in fisica, ex studente di Kushami che è un professore di inglese al liceo. Il giovane dovrebbe sposare Tomiko, figlia viziata dei coniugi Kaneda, i vicini di casa arroganti e ignoranti, ma ricchi. Le visite di Kangetsu si alternano a quelle di altri amici, tra cui il burlone Meitei, l'uomo d'affari Sanpei, il poeta Tōfū e personaggi minori. Per difendere il giovane amico dalle mire della famiglia Kaneda il padrone del gatto subisce diverse angherie, che pesano molto al suo spirito poco accomodante e poco intraprendente, dagli insulti di sconosciuti alle molestie degli studenti del vicino liceo Le Nuvole Calanti.
Attraverso episodi che si intrecciano con la banale vita del suo padrone, il gatto esprime il suo pensiero in modo addirittura filosofico (ma dal punto di vista di un gatto, s'intende!), arricchendo il discorso con vere o presunte massime zen.

11 aprile 2020

DANIELE MENCARELLI TUTTO CHIEDE SALVEZZA

Ha vent'anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. E il giugno del 1994, un'estate di Mondiali. Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento coatto: cinque uomini ai margini del mondo. Personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati eppure saggi, travolti dalla vita esattamente come lui. Come lui incapaci di non soffrire, e di non amare a dismisura. Dagli occhi senza pace di Madonnina alla foto in bianco e nero della madre di Giorgio, dalla gioia feroce di Gianluca all'uccellino resuscitato di Mario. Sino al nulla spinto a forza dentro Alessandro. Accomunati dal ricovero e dal caldo asfissiante, interrogati da medici indifferenti, maneggiati da infermieri spaventati, Daniele e gli altri sentono nascere giorno dopo giorno un senso di fratellanza e un bisogno di sostegno reciproco mai provati.


LEONARDO COEN-RENATO VALLANZASCA L'ULTIMA FUGA

Renato Vallanzasca, l'irriverente, il guascone, il tombeur de femmes, il re delle fughe è stato il protagonista indiscusso di quella esplosione di bande criminali che negli anni Settanta sconvolse una Milano già martoriata dal terrorismo. Oggi gli attori di quella stagione feroce sono morti, pentiti, o hanno scontato la loro pena. Tutti tranne l'ex boss della Comasina, che solo nel marzo del 2010 ha ottenuto di poter lavorare fuori dal carcere in un laboratorio di pelletteria. A sessant'anni, di cui trentanove trascorsi dietro le sbarre, il bel René appare ormai lontano dal personaggio spavaldo e sanguinario diventato una leggenda, eppure continua a far parlare di sé come se il tempo non fosse mai passato. La letteratura su di lui non accenna a esaurirsi, e dopo i libri è arrivato il cinema. Perché la sua fama è tanto tenace? Forse perché Vallanzasca, pur avendo riconosciuto pubblicamente le proprie colpe e il male fatto, pur dedicandosi da tempo a persuadere i giovani a rischio a non inseguire modelli distruttivi, non ha mai usato la parola pentimento. Lui, che ha sempre scelto l'esibizionismo, in proposito confessa: Anche se solo uno fra i tanti che mi ascolteranno dovesse avanzare il dubbio che il mio è opportunismo non lo sopporterei, il pentimento, e ancor più il perdono, hanno a che fare con la sfera intima.

10 aprile 2020

CLAUDIA MARIA BERTOLA VERNICE NERA

Milano, inizio giugno. Una ragazzina scompare dopo aver postato su un social network un selfie che imita La pubertà di Munch.
Dodici anni, pelle lattea, occhi azzurri e capelli biondi. È tanto bella quanto inquietante.
La sua misteriosa sparizione coinvolge non solo i genitori separati e benestanti, all'apparenza presi più dalla loro vita che da quella della figlia, ma anche un manipolo di personaggi che rappresentano un quadro della nostra contemporaneità. Fra tutti, la più determinata è Marina Novembre, mani doloranti per l’artrite reumatoide che agisce come l'arma di una sensitiva e che la guida in una sua indagine personale, tra il reale e il virtuale: le loro connessioni, e le possibili conseguenze.
La donna, affascinante e tenace, ha un certo feeling con i social e i pericoli del Dark Web ed è convinta che la scomparsa abbia a che fare con Schwarze Farbe, Vernice Nera, una setta di stampo nazista che, attraverso la Rete, adesca i prescelti per creare una razza pura e perfetta, non intaccata dall'odierno meticciato.
Ma, dal passato, affiora un fatto tragico che segna una nuova pista da seguire.
È la grandine ad avviare il processo di catarsi. Tutto si può purificare. O forse no. Perché il mostro, se non è dentro di noi, ci aspetta dietro l’angolo.



GIOVANNI MASTRANGELO I PADRI E I VINTI



La resistenza partigiana, l’esecuzione sommaria di una spia, la desolazione della guerra, l’odio e le fratture che separano una famiglia. Comincia così la saga dei Cristaldi: Pietro, Flora, Vera e Alberto scappano l’uno dall’altro per evitare il confronto diretto in un’Italia attraversata da profonde divisioni ideologiche e politiche, per tornare a inseguirsi negli anni della ricostruzione, provando sulla loro pelle il dolore e l’amore, il pentimento e il perdono, e inevitabilmente anche il distacco. Il dopoguerra porta con sé un effimero desiderio di normalità che viene spazzato via dagli scontri di piazza degli anni Settanta: Antonio, il figlio di Vera, cresce a Milano durante le lotte studentesche e si avvicina alle frange più estreme dei movimenti. Quando scopre che la storia della sua famiglia è macchiata da un tradimento vergognoso, che la sua stessa esistenza è forse una grande menzogna, il suo mondo va in pezzi. Saranno la ritrovata vicinanza del patrigno e l’incontro con un maestro dal fascino misterioso a dargli la forza per uscire dal buio e ricostruire, tessera dopo tessera, la sua vita e la storia della sua famiglia. Un romanzo avvolgente che racconta tre generazioni attraverso la grande narrazione del Novecento: indagando tra i segreti di Pietro, Vera e Antonio, Giovanni Mastrangelo dà voce alla materia silenziosa di cui è fatto l’amore che ci tiene in vita.


09 aprile 2020

CARLOS ZANON CARVALHO

Senza sapere come e perché, Carvalho è diviso tra Barcellona e Madrid. A Barcellona ha lasciato il suo mondo e l’ufficio in cui continua a lavorare. A Madrid è perso nel labirinto amoroso di una donna sposata con un importante politico. Per questa donna ha perso la testa come mai prima. Carvalho è invecchiato e cambiato come la Spagna dove vive. Ha dei problemi di identità a tutti i livelli. Chi sei, Carvalho? Cosa vuoi? Che cosa stai cercando? Siamo nel 2017 e le ‘placche tettoniche’ della società sembrano muoversi in modo inedito. Pepe Carvalho affronta nuovi problemi. La scomparsa di una prostituta con una madre alla sua disperata ricerca, l’assassinio di una nonna e della nipotina e la comparsa di un vecchio amico che va in cerca d’aiuto per un sanguinoso crimine di famiglia. Pepe odia sempre la musica moderna e brucia ancora libri. Sullo sfondo una Barcellona autentica e ‘lontana’ dalle guide turistiche, tra spinte secessioniste e l’attentato avvenuto sulla Rambla.

04 aprile 2020

JOANNE RAMOS LA FABBRICA

Jane è una giovane madre single immigrata negli Stati Uniti dalle Filippine. Vive in un dormitorio nel Queens, a New York, insieme alla cugina Evelyn e a tante altre donne che, come lei, sono venute qui con la speranza di una vita e di un futuro migliori. Dopo i primi lavori presso alcune facoltose famiglie di Manhattan, Jane riesce a entrare a Golden Oaks, una residenza idilliaca nelle campagne del fiume Hudson che ospita «madri surrogate», donne e ragazze bisognose come Jane, che concedono il proprio corpo alle ricche «clienti» in cambio di un compenso che potrà letteralmente trasformare la loro vita. Ben presto, però, affiora il durissimo compromesso a cui devono adeguarsi le «Ospiti»: Golden Oaks, gestita da un’ambiziosa donna d’affari di origini cinesi, è in realtà una prigione dorata, un ambiente «calibrato per massimizzare il potenziale fetale», dove le ospiti sono tenute sotto strettissima sorveglianza. L’esperienza straziante a cui va incontro Jane è una versione inquietante del sogno americano, dove il denaro permette di comprare e vendere qualunque cosa, persino la vita. Protagoniste sono le donne, vittime e carnefici di un meccanismo sottile e perverso, in cui si intrecciano ambizione e potere, desiderio di riscatto e spirito di sacrificio.

MARIA ATTANASIO LO SPLENDORE DEL NIENTE E ALTRE STORIE

Storie di donne ribelli, di coraggio e di resistenza. Sullo sfondo di una Sicilia che dalla Spagna passa ai Savoia, poi agli Asburgo e quindi ai Borbone di Spagna, Maria Attanasio attraverso il racconto storico si riappropria del passato e lo interpreta con sensibilità e forza. Ci rende consapevoli di figure ai margini della storia, rendendole protagoniste grazie anche alla sua scrittura poetica efficace e assolutamente unica.

«Si nasce per caso in un luogo, che può diventare scelta, destino. E destino di scrittura è stata per me Caltagirone, l’immaginaria Calacte della maggior parte di questi racconti. Storie soprattutto di donne – ribelli non rassegnate – di cui spesso resta solo un gesto, un dettaglio, impigliato in vecchi libri o nelle scritture di cronisti locali: frammenti dell’immemore genealogia delle madri, che arrivano a me, si insediano in me, fino a quando non restituisco loro parola e identità. Ricostruendo, tra immaginario storico e tracce documentali, il pensare e l’operare di Catarina, Francisca, Annarcangela, Ignazia, ma anche delle protagoniste degli altri racconti, la mia vita si è fusa con la loro in una sorta di transfert, di autobiografia traslata nel tempo dell’esclusione dal linguaggio che ha caratterizzato l’identità di genere; dove però è possibile ritrovare sorprendenti storie di coraggio e di resistenza alla discriminazione e all’ingiustizia» (Maria Attanasio, dalla Nota introduttiva).
Raccogliere in un unico volume questi racconti, variamente editi tra il 1994 e il 2014, corrisponde alla necessità di dare più completa conoscenza ai lettori di una scrittrice appartata ma la cui opera è accompagnata oggi da una crescente attenzione, da una continua curiosità. Il volume mette assieme: la lunga novella, quasi un breve romanzo, Correva l’anno 1698, che dissotterra la vicenda di Francisca, uomo-femmina, «masculu fora e fimmina intra»; la bellissima Lo splendore del niente – storia di potenza flaubertiana di Ignazia Perremuto, di superba e nobile famiglia, che a lussi, amori e doveri propri del suo stato preferisce contemplare il nulla, prefigurando le ribellioni alla sottomissione femminile –, oltre a più rapide escursioni attraverso destini di donne del Settecento. Recuperati, tutti, dalle antiche cronache e riportati in vita da una scrittura che suscita immagini a ogni rigo.

MARCO FRANZOSO LE PAROLE SANNO

Alberto scopre di avere un male incurabile: invece di condividere l’inquietudine con chi lo circonda si procura un bastone e degli occhiali da cieco e si rifugia in un luogo già remoto, al riparo anche da se stesso. Entra in un parco, si siede su una panchina. Qui trova, forse per la prima volta, lo stupore di essere vivo. Accanto a lui si siede una giovane donna, Flavia. Si parlano. Flavia si racconta e si confessa. Ha un bambino, e un marito ossessivamente geloso. Nasce qualcosa di semplice, inatteso, che sembra parlare con la voce profonda del destino. L’intesa, il desiderio di ritrovarsi, l’attrazione: l’amore insomma, che nessuno dei due cercava e che li sorprende senza difese. Alberto è sempre più coinvolto in quelle confessioni di violenza subita e, non avendo nulla da perdere, entra nella vita di Flavia come la provvidenza. Tuttavia se il suo drastico intervento abbia liberato o condannato all’infelicità la donna che ama non è dato sapere. Perché Flavia, com’è arrivata, un giorno come un altro scompare per sempre. Ad Alberto non resta che scrivere: affidare a un diario il racconto di ciò che è accaduto, ormai sicuro che “le parole sanno sempre dove andare” e che quindi, in un modo a lui ancora sconosciuto, prima o poi arriveranno a Flavia. È questo il destino delle parole e il destino di ogni racconto che dicono l’amore, liberi entrambi dalla vuota comunicazione a tutti i costi che è dei tempi nostri. Siamo di fronte a una storia dentro una storia, dentro un’altra storia ancora, in un meccanismo concentrico e tecnicamente perfetto. Una dichiarazione d’amore per la letteratura, perché scrivere – e leggere – realizzano il passaggio del testimone più universale e intimo. D’altra parte, si sa, chi legge ama.

03 aprile 2020

JEAN RASPAIL IL CAMPO DEI SANTI

Una folla di paria indiani, guidata da un personaggio chiamato il "coprofago", s'impadronisce di un centinaio d'imbarcazioni all'ancora nel porto di Calcutta e comincia a navigare verso le coste della Francia. Di fronte all'avanzare di quella che verrà chiamata 'armata dell'ultima chance', l'opinione pubblica e le autorità occidentali sono titubanti e sempre più remissive. Il disarmo morale dell'Occidente sfocerà nella resa incondizionata della Francia di fronte al milione di invasori venuti dal Gange.

PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...