Anni Ottanta – Il romanzo è uno spaccato di vita di provincia intorno all’Università di Padova. Lucia è una stimata docente di Lettere. Da ragazza era una ribelle che aveva trovato equilibrio negli anni universitari, grazie a Luca, studente di Agraria. Convolano a nozze, poco dopo le rispettive lauree, senza grandi slanci. Di lì a poco la nascita di Arianna. Tanto tempo dopo, una scoperta amara e destabilizzante: Lucia, in un vecchio cappotto del marito, rinviene un breve scritto allusivo a una relazione sentimentale durante gli anni universitari. La data risale a due mesi prima del matrimonio. Luca, ignaro del ritrovamento della lettera, nella sua sconfinata solitudine interiore, non ha mai dimenticato quella donna, molto più grande di lui, né la passione oscura e travolgente che l’ha accompagnata. Ma aveva avuto paura e aveva scelto l’amore semplice e ingenuo di Lucia. Il passato non tace. Mai! Tutto torna indietro, soprattutto se non lo abbiamo lasciato andare.
Un contenitore culturale Nulla di più Libri scelti su basi prettamente personali Non esiste un criterio di scelta tranne quello di ritenere la trama o la tematica trattata.
Informazioni personali
- RICCARDO SEDINI
- Sale, Alessandria, Italy
- Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;
03 gennaio 2023
02 gennaio 2023
ANDREA NOVELLI SINDROME CINESE A GENOVA
Michele Astengo lavora come investigatore privato a Genova. Dopo una lunga carriera nelle forze dell’ordine, da anni ormai conduce una vita più tranquilla, sbarcando il lunario con incarichi su questioni di tradimento e di spionaggio industriale. Niente di troppo impegnativo e pericoloso. Le uniche certezze della vita sono la sua segretaria Dalia con cui ha intrecciato una relazione nata dal tango, il fido collaboratore Corrado e il suo amico Giuseppe Bazzano, ex collega della Polizia, a cui ogni tanto chiede una mano. Tutto fila liscio finché un giorno si trova invischiato in una delicata questione internazionale che riguarda la comunità cinese della città. Una vicenda dai contorni non ben definiti, dove tutti gli indizi portano agli enormi interessi commerciali della Compagnia di Navigazione Wang, affari che riguardano il porto di Genova e non solo. Interessi da proteggere ad ogni costo. Michele Astengo si trova così ad affrontare in prima persona questa nuova indagine che lo obbliga a confrontarsi con avversari diversi, ancora più temibili e potenti, perché invisibili. L’esperienza, il coraggio e l’intuito questa volta forse potrebbero non bastare: nella nuova Genova fatta di poteri e scambi si stanno aprendo scenari inediti, più estesi e spaventosi, intorno a colossali traffici di denaro e merci. Una città incastonata tra il mare e il nord Europa, il porto come strategico approdo della nuova Via della Seta marittima, la direttrice stabilita dalla Repubblica Popolare Cinese per il miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i paesi dell’Eurasia. Astengo dovrà combattere con i demoni più oscuri, quelli che rendono quasi impossibile o anche solamente illusoria e velleitaria, la scoperta della verità.
ROBERTA CHIALASTRI SE ALZANDO GLI OCCHI AL CIELO
Mauro Giorgi, commissario di polizia onesto e di grande integrità morale, svolge il suo lavoro in modo integerrimo; tuttavia tanta irreprensibilità cela una storia di grande sofferenza e profondi sensi di colpa che, negli anni, l’uomo ha tentato inutilmente di rimuovere, non rivelando a nessuno, nemmeno a sua moglie Silvia, il suo doloroso passato. Un passato che riemerge e torna a tormentarlo, quando, con il verificarsi di una profonda crisi coniugale, Mauro si ritrova nuovamente esposto a un dolore mai sopito. Filippo, un ragazzino di tredici anni solo e senza affetti, che vive in condizioni precarie, interviene inaspettatamente a dare una svolta alla vita di Mauro e tra i due si instaura un insolito sodalizio nel quale il poliziotto, scoprendosi premuroso e protettivo nei confronti del ragazzo, diventa per quest’ultimo una significativa figura di riferimento.Una solidarietà d’intenti che indurrà l’uomo a perdonare chi lo ha ferito, ma anche a perdonare sé stesso per le proprie mancanze, oltre che a ribaltare tutte le sue più radicali convinzioni, salvando il ragazzo e sé stesso.
FEDERICA SGAGGIO L'EREDITÀ DEI VIVI
Alla fine degli anni Cinquanta, Rosa si trasferisce dal Sud al Nord d’Italia. È una donna intransigente, una combattente. Insegna a sua figlia – colei che ci racconta la storia – che il primo comandamento cui ogni donna deve obbedire è: «Non piangere.» Ed è anche la madre di Francesco, che a causa di un incidente occorso subito dopo il parto soffre di una forte disabilità. Così lei lotta per rendere migliore la vita del suo bambino, e la sua diventa presto una lotta per i diritti di tutti coloro che non possono combattere per se stessi. Nel romanzo, Rosa è una madre della quale la figlia racconta la vita; ma è anche, semplicemente, l’Italia: l’Italia ancora stordita dalla guerra degli anni Cinquanta, quella euforica dei Sessanta, quella turbinosa dei Settanta, quella privatizzata degli Ottanta, quella svuotata dei Novanta. Un’Italia, Rosa, messa alla prova: da un marito da cui sceglie di fuggire, dalla disabilità del figlio, dalla figlia con la quale il rapporto è tanto stretto quanto conflittuale, dai cambiamenti sociali e politici che le avvengono intorno. Ma anche la figlia, che ricorda e racconta, è l’Italia: l’Italia d’oggi, quella che non intende rinunciare alla propria storia, e che vuole inventarne una nuova.
NIKOLAI PRESTIA DASVIDANIA
Kola ha sette anni e, concentratissimo, studia una mela verde sul davanzale di una finestra. Fuori ogni cosa è bianca della neve appena caduta. I tetti della città si scorgono appena. La città dà su un fiume: è il Volga, nel pieno dell'inverno russo. Kola è orfano e vive con la sorella in un istituto. Ha alle spalle una storia di povertà, disagio e scarsa cura, se non abbandono. Quel bambino, che oggi ha trent'anni e abita in Sicilia, racconta la sua storia. In questo libro, l'istituto, i lunghi corridoi sempre vuoti – tranne quando i bambini e le bambine rientrano dalla scuola –, la famiglia d'origine, la madre giovanissima e senza aiuti, lo zio disperato e violento riprendono sostanza, e volti. Con la precisione di un reportage, Nikolai Prestia racconta la seconda metà degli anni Novanta e l'epoca post-sovietica nel loro aspetto più duro di miseria ed esclusione sociale, violenza domestica, alcolismo e droga. Descrive quegli anni con la disinvoltura di chi ne ha fatto esperienza, e con straordinaria capacità di osservazione. Questo libro però non è un reportage, è un romanzo. È una storia durissima, che sarebbe insostenibile se lo sguardo di Kola non compisse una specie di magia: l'immaginazione. Solo che l'immaginazione di Kola non crea mondi alternativi, non cerca vie di fuga, ma indaga il potere simbolico, poetico e quasi magico degli oggetti quotidiani: basta una mela verde per rendere nutriente quello che era solo cupo e doloroso, basta un paio di calzoni con le tasche per volare verso il futuro. Kola trova la forza di immaginare molto prima delle parole per esprimerla. E queste pagine in controluce raccontano anche la conquista delle parole. Prima del bambino che guarda, ora del ragazzo che scrive. Una lingua chiara, semplice, accogliente, nella quale si avvertono echi antichi e letterari. Ne viene fuori un'atmosfera dolce amara, a tratti dickensiana. Dasvidania racconta del male e del dolore, ma anche moltissimo del bene: la zia che tira fuori i bambini dai guai, il direttore dell'istituto che per primo mette in mano un libro al bambino, e quel libro è L'idiota di Dostoevskij, e poi l'infermiera Katiusha – che stringe con lui un patto di speranza –, gli amici dell'orfanotrofio, ognuno con il proprio fardello di rabbia e vitalità, e infine i due maestri che adottano Kola e la sorella portandoli con sé in Sicilia e offrendogli un radicamento da cui potranno guardare avanti, e anche indietro. Con Dasvidania, Nikolai Prestia racconta come anche da bambini si possano amare tutte le memorie, non solo quelle felici.
01 gennaio 2023
ANDREA KERBAKER LA VITA SEGRETA DEI LIBRI FANTASMA
La vita segreta dei libri che non ci sono più. «Accade, a volte, alla Kasa dei Libri, soprattutto se rimango solo, la sera. Fuori diviene buio, i rumori del traffico si vanno attenuando. In quell'atmosfera di colpo pacificata lo sguardo vaga sugli scaffali, di qua, di là, a cogliere le fisionomie note dei libri che mi fanno compagnia da tanti anni. Ecco le prime edizioni dei grandi, che hanno inaugurato vie poi corse trionfalmente da milioni di copie. Al loro fianco, i titoli di autori che spesso ormai conosco solo io. E poi ci sono loro: i libri fantasma - quelli che, dopo una vita più o meno effimera, spariscono dalla circolazione per non riapparire mai più. Per questo li abbiamo battezzati così: proprio come gli spettri, esistono e non esistono. Non è facile scovarli. Per loro natura, sono restii a prenderla parola, destinati a rimanere in secondo piano rispetto ai loro fratelli maggiori. Chiunque ne avrà visto qualche esemplare nel salotto buono di una parente, tra un manuale di cucina, un'enciclopedia per ragazzi e qualche edizione tascabile di successi popolari. Anche loro raccontano storie interessanti, magari di illustri professionisti che sanno anche tenere la penna in mano o pensano di saperlo fare. Testi spariti perché scivolati su qualche buccia di banana della contemporaneità, spesso con effetti comici, come li suscitano tutte le cadute. Sono queste le storie dei libri fantasma che ascolto, affascinato, in quelle sere solitarie, perché a modo loro ci raccontano della nostra natura e della vita».
ELIZABETH CAPPA SOMMERSI
La Milano anni Ottanta è il teatro del dramma della Roba: necessità e medicina, estasi e scimmia. La giovanissima Arianna si catapulta in un universo di zombi flebili e sottili come spilli, ma incattiviti e disperati, per amore di Flaviano e per sfidare la morte. Insieme attraversano strade che sembrano deserte, ognuno mosso dalla propria dipendenza, guidati dal gusto acido dei baci dopo il flash. Eroina e amore li conducono allo sfinimento e a dover guardare in faccia la morte, restandone poi intrappolati. Lei fa a gara contro la Roba, lui è il trofeo. Quella relazione tossica sarà la cicatrice che Arianna si porterà dentro per sempre, ma serve raccontarlo per non vivere in apnea.
29 dicembre 2022
RENZO FLO IN STRADA NON SI VINCE MAI
Renzo, fin da piccolissimo, sceglierà la strada, prendendo decisioni che lo porteranno a trafficare con le droghe a livello internazionale, a guadagnare molti soldi e a perdere tutto per l'impulso convulso della vita intrapresa. L'adrenalina delle proprie azioni criminali sarà la sola cosa in grado di farlo sentire vivo. Per anni, Renzo rimarrà sperso su una nuvola dalla quale, prima o poi, dovrà scendere per comprendere il senso della vita. Soltanto quando si troverà di fronte a una condanna di vent'anni per traffico internazionale capirà la sua vera essenza e ciò che è necessario cambiare.
28 dicembre 2022
FEDERICO MAZZINI HACKERS
La nascita degli strumenti di comunicazione di massa ha visto, sin da subito, la crescita di comunità di appassionati che quasi clandestinamente sperimentano tecniche nuove e provano a sviluppare potenzialità impreviste e impensate. In seguito l’attenzione dei media ha contribuito a trasformare ‘l’hacking’ in un fenomeno di massa e ad affermarne il valore politico: da un parte vengono fondati i movimenti Free Software e Open Source contro la privatizzazione del web, dall’altra assistiamo alla nascita del cosiddetto hacktivismo. Oggi questo fenomeno è arrivato ad occupare un ruolo di primo piano nella geopolitica contemporanea grazie alla nascita di gruppi su scala globale come Anonymus e all’incorporazione dell’hacking nelle strutturi militari e di intelligence. Questo libro è la prima ricostruzione storica di questo fenomeno dei nostri tempi.
PIERSANDRO PALLAVICINI IL FIGLIO DEL DIRETTORE
Michelangelo Borromeo ha i tratti dell'uomo incline (o destinato) alla solitudine, con una disposizione alla battuta e alla freddura, è stato compagno di una donna uscita slealmente dalla sua vita, è devoto alla sua Porsche 911 coupé, alle scarpe inglesi e agli abiti di sartoria, è diviso fra Pavia e la Costa Azzurra, fra le delizie del gourmet e la frenesia dei libri rari. Qualcuno lo potrebbe definire un "signore" (con quel cognome nobile mal portato), ma più probabilmente pesa ancora su di lui l'essere stato figlio di un uomo che ha fatto invece una voracissima carriera negli istituti bancari lombardi. Ed ecco che il Borromeo riceve una telefonata dal cellulare del padre (morto da due anni). Non c'è nulla di sovrannaturale, ma questa misteriosa chiamata riaccende la memoria del genitore, uno spaccone volgare e smargiasso che non ha mai smesso di piagare e umiliare l'esistenza sua e di sua madre. Dal cellulare che chiama da una distanza che vuole essere misurata ai molesti residui di un passato non mai consumato si dipana una avventura che accende, negli immediati dintorni della vita del solitario Michelangelo, nuove balzane amicizie coltivate a Cap d'Antibes, l'apparizione del coetaneo Pirlandello, e di Kirsten, danese ineffabilmente fascinosa. C'è molto da cercare (con humour sgomento), c'è molto da scoprire (con urticante desolazione), c'è molto da rimontare (con agghiacciante comicità), come se, dentro il puzzle confuso della sua identità, il Borromeo avesse bisogno della tessera mancante per essere restituito a sé stesso.
PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA
Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...
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Orfana di madre, Ebla cresce nell’entroterra somalo. L’anziano padre, astronomo e divinatore tradizionale, le insegna l’arte interdetta all...
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Linda non lo sa, che diventare famosa non è così difficile: basta ubriacarsi una sera e lasciarsi filmare durante un rapporto intimo e ades...
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La voglia di morire, di farla finita non senza tornare per l'ultima volta nei luoghi dove si sono svolti i fatti. È possibile che a dic...