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Sale, Alessandria, Italy
Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

01 novembre 2021

AMATO SALVATORE CAMPOLO TERRA NOSTRA


2008, litorale jonico; dopo le sanguinose guerre di ‘ndrangheta degli anni ’80, nei territori di Casalotto e Bovese emerge un nuovo “Capu Locu”. È Giovanni Romeo, gestore di un distributore di benzina sulla statale, che si avvicina al clan Macrì e estende negli anni successivi il suo controllo sulla zona: per auto rubate, litigi tra amici o spartizioni di lavoro, la gente del posto si rivolge a lui invece che alle forze dell’ordine. Ovviamente, le nuove attività richiedono la sua “protezione”, in cambio di appalti ad aziende amiche o assunzioni “su richiesta”; Capu Locu e i suoi uomini non lasciano quindi indisturbato un solo cantiere, che sia di un centro commerciale o persino di una chiesa, senza esitare a ricorrere a intimidazioni e perfino a sporcarsi le mani di sangue. Il nome di Giovanni Romeo, e dietro di lui quello dei Macrì, diventano sempre più importanti a Casalotto, e la festa patronale del 2010 diventa una consacrazione a tutti gli effetti per il “Capu Locu”.

Non a tutti, però, questa situazione va a genio: sicuramente non a Jessica Castaldo, “Maresciallo” fresca di nomina ma carismatica e determinata, in cerca di giustizia per suo padre, brigadiere rimasto ucciso pochi anni prima in circostanze poco chiare. Insieme ai suoi appuntati, il maresciallo si metterà sulle tracce degli uomini di Romeo e dei Macrì e dei loro crimini, con l’obiettivo di smantellare la rete di ‘ndrangheta locale. E non va a genio nemmeno a Domenico Tripodi, nipote di Giovanni Ferraro, boss della zona negli anni ’80 e in carcere dal decenni. Domenico, nonostante la sua giovane età, è scaltro e sa muoversi bene: aiutato dai suoi cari amici e da un colpo di fortuna in cui trova l’eredità del nonno, preferisce muoversi nell’ombra invece di stare sotto i riflettori come Capu Locu.

Ma gli equilibri sono destinati a cambiare. Il maresciallo, infatti, arresta alcuni degli uomini di Romeo per crimini minori e, nonostante la loro omertà, riesce a ricostruire l’intero giro di intimidazioni e aggressioni della cosca di ‘ndrangheta, portando all’incarcerazione di Romeo e dei Macrì nel 2012.

Il vuoto di potere che ne consegue sarà presto colmato da nuovi eventi: l’uscita dal carcere prima del padre di Domenico, Filippo, e del pluripregiudicato Giacomo Mancuso "u Geometra". “Terra Nostra” si conclude chiudendo l’arco narrativo dei personaggi principali, ma prospettando una nuova “minaccia” che incombe…

Raccontando l’ascesa e il declino di “Capu Locu”, ma descrivendo con vivacità i personaggi più disparati che lo circondano, Campolo descrive in presa diretta, con dialoghi brevi ma intensi, le "imprese" ma anche la vita quotidiana delle famiglie di ‘ndrangheta che gestiscono quel fazzoletto di terra calabra in riva allo Stretto. “Terra Nostra” è una crime story all’italiana che restituisce con grande credibilità l’atmosfera che si respira laddove la criminalità regna ancora sovrana nella rete imprenditoriale e nella stessa vita di paese.

 

L'AUTORE

Amato Salvatore Campolo, nato a Reggio Calabria il 27 gennaio 1987, diplomato geometra all'istituto tecnico statale "Augusto Righi". Oggi libero professionista nel campo dell'edilizia in provincia di Milano ed appassionato di libri e film genere thriller-noir. Nei primi mesi del 2021 in un periodo particolare della sua vita scrive il primo romanzo: Terra Nostra, ambientato in Calabria e pubblicato dalla SusilEdizioni, per poi continuare con una collana di racconti gialli tra cui: "Omicidio nel milanese" uscìto a ottobre.



31 ottobre 2021

CORRADO STAJANO SCONFITTI

 

Un sogno. Una figura femminile cerea e smunta, vestita di una tunica nera, attraversa una piazza di Milano trainando un carretto vuoto; le vie della città si svuotano mentre tutti corrono ai ripari. L’incubo diventa attualità e storia al tempo stesso: è la primavera del 2020, la pandemia sta soffocando il mondo. Che questo sia l’ennesimo ultimo atto della tormentata esistenza del nostro paese? Forse il Novecento non è ancora concluso; non per l’Italia. L’emergenza sanitaria compromette ogni tentativo di sciogliere i nodi del passato e diventare un paese moderno: stragi senza colpevoli, scandali politici, criminalità organizzata, propaganda nazionalista e propaganda populista. La nostra storia più recente non è che il residuo di lacerazioni non sanate e contraddizioni irrisolte. Bisogna dunque ancora una volta guardare al passato per comprendere questo nostro tempo: la guerra partigiana, la ricostruzione, la trasformazione della campagna, i protagonisti del boom economico, le rivolte operaie; e poi la strage di piazza Fontana e la fine dell’anarchico Pino Pinelli, entrato vivo e uscito morto dalla Questura di Milano, la bomba alla stazione di Bologna, l’assassinio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, il maxi-processo di Palermo e la strage di Capaci, l’ascesa imprenditoriale e politica di Silvio Berlusconi. Il contagio di oggi sembra la coda della cometa tossica del passato, e ancora una volta ci troviamo a chiederci se riusciremo a «dar fiato a una politica della dignità, a ritrovare il senso etico-civile e la speranza».



30 ottobre 2021

NIKOLE KRAUS ESSERE UN UOMO

Dopo una serie di acclamati romanzi, Nicole Krauss torna a esplorare il tema della memoria, dello sradicamento, della fede, con questi racconti animati da riflessioni incisive e profonde. Un ruolo centrale è ricoperto dalle donne: le protagoniste sono colte in vari stadi della loro esistenza, dall'infanzia alla vecchiaia, passando attraverso l'adolescenza, la consapevolezza della sessualità, o il meraviglioso annunciarsi di una nuova vita. Il punto di vista è spesso spiazzante: nella storia di apertura, ad esempio, una studentessa tredicenne scopre che la sua amica ha avuto un incontro pericoloso con un uomo più vecchio di lei; la stessa studentessa, una volta adulta, osserverà con paura e un pizzico di invidia la reazione della giovanissima figlia agli sguardi degli uomini. I personaggi che popolano queste pagine sono sfaccettati, ci spingono a porci domande scomode: come affrontare il divorzio – sorprendentemente amichevole – dei tuoi genitori? Come gestire l'arrivo di un misterioso sconosciuto che dice di essere tuo padre, quando lo credevi morto da anni? E, in definitiva, che cosa significa essere un uomo ed essere una donna?



28 ottobre 2021

GIULIANA SALADINO ROMANZO CIVILE

 C’era a Palermo – come probabilmente in ogni altra grande città – una generazione di intellettuali instancabili e amici di ogni ora; di aristocratici per vocazione e indole – quando non per nascita –; di militanti di sinistra estrema rapiti da eleganze spartane; di provinciali abituati a guardare più lontano; di moralisti dalle idee e i costumi liberi anche se di giudizio severo e a volte non privo di una candida doppiezza. La loro biografia è, per verso o per converso, la biografia dell’Italia del dopoguerra. E questo libro scritto da una di loro – giornalista famosa di un giornalismo di inchiesta dalla tempra antica e piacevolissima scrittrice di cose civili – vuol fermarne il ricordo sull’orlo di un oblio inspiegabilmente rapido. Narra di un giornalista ed editore, sullo sfondo del suo gruppo di amici e compagni, chiamato da una scelta tragica a ritessere, nel tempo brevissimo che gli resta, i fili della sua vita e dei suoi ricordi in una trama capace di difendere le fragili ragioni della vita contro l’irrazionale e l’orribile. Ed è un vivido, corale e commovente racconto morale (sebbene il titolo lo qualifichi «civile»: riflesso dell’ansia nobile, propria di quella generazione, di dare universalità a ogni felicità come ad ogni dolore).



DAVIDE CAMARRONE ZEN AL QUADRATO

 Una migrazione interna alla stessa città, Palermo, dal Castello San Pietro allo Zen 2. Dal borgo a ridosso della fortezza a guardia del vecchio porto – le chiese e i resti delle antiche costruzioni devastati dai bombardamenti dell’ultima guerra e dall’incuria che ne seguì – al nuovo quartiere sorto al limite del «sacco di Palermo»: ZEN 2, Zona Espansione Nord 2. A trasferirsi, lasciandosi indietro malsane scomodità e ricordi di una vita, è un’intera famiglia: il padre, la madre, il figlio e la nonna. Filippo, il ragazzo di casa, studente al liceo artistico, ribattezza quel quartiere lunare «Zen al quadrato». Un dormitorio con le strade mai finite e i garage sequestrati dai boss, nato da un progetto utopico e degradato dalla blasfemia della speculazione, dell’abbandono, della criminalità. Con un trasloco di qualche chilometro, muta radicalmente il paesaggio urbano, ed è come se si trascorresse da un’era ad un’altra, da una civiltà ad un’altra. La famiglia racconta lo strappo, il viaggio, quel che succede in loro e intorno a loro: le nuove relazioni, le antiche sofferenze, nello sforzo di convivere con il «nuovo». Ognuno narra la propria versione di questa storia, in prima persona e con la propria lingua. Ciascuno rivelerà un mondo differente dagli altri, diverse le luci e i suoni, diverse le storie rievocate – talune picaresche, altre sempre taciute –, diversi infine i fantasmi e le visioni. Rosalia, la nonna, incarna la nostalgia del tempo trascorso e di quel che avrebbe potuto essere e non è stato. Nicola, il padre, nel barcamenarsi tra il sacro della chiesa e i meandri della corruzione, è forse la faccia più controversa della città irredimibile. Lucia, tra i libri e l’impegno sociale, è una madre addolorata alla ricerca di una vita civile, di una rinascita intravista negli sguardi sconsolati delle donne del quartiere. Filippo, il figlio quindicenne, è un pittore, un poeta dello sguardo e del colore, che sperimenta ogni linguaggio per conoscere e descrivere l’amore irrefrenabile per la vita e il tempo che gli è concesso. Tutti insieme costituiscono i frammenti di una sola epica quotidiana: quella che è stata per tanti – nella prima illusione, nel silenzio paziente, nell’acquiescenza, nella disperazione e nei germi di rivolta –, una deportazione nelle riserve della frontiera.



27 ottobre 2021

GABRIELE GIULIANI LA VITA SEMPRE PIÙ TRAGICOMICA

 La surrealtà è l’elemento dominante nelle pagine di questo libro, seguito del precedente La vita tragicomica; le storie narrate a volte sono drammatiche, a volte divertenti, in alcuni casi molto intimistiche. I personaggi sono spesso schiacciati dalle storture e dalla cattiveria del mondo, però, grazie a una filosofia di vita e a una tenacia che li distingue dagli altri, non rinunciano alla lotta che li rende degli antieroi. Ecco allora le vicissitudini di uno sfortunato vincitore alla lotteria, di un appassionato cinefilo che parla per frasi di film o di uno strambo individuo che declama la sua ricetta della felicità. Non mancano amare PI7 sulla guerra, o sull’incertezza del futuro, che donano un vago senso di malinconia, ma anche scintille di speranza. Sebbene circondati dalla più totale indifferenza, i protagonisti riescono lo stesso a lasciare un segno tangibile delle loro battaglie, da cui emergono paradossi ed eccentricità, metafore evidenti di un’esistenza tragicomica.



FRANCO LA TORRE L'ANTIMAFIA TRADITA

 Ha venticinque anni quando suo padre, Pio La Torre, viene ucciso da Cosa nostra, il 30 aprile 1982. Franco La Torre a metà degli anni Novanta raccoglie il testimone dalla madre e si assume, come impegno quotidiano, di continuare la battaglia contro il sistema di potere politico-mafioso. In questo libro ci sono l'antimafia storica e quella contemporanea. Passata con il tempo l'emozione per gli omicidi eccellenti in Sicilia e le stragi dell'estate 1992, oggi l'antimafia ha smarrito la sua natura, fatica a riconoscere il nemico che ha cambiato pelle e non si manifesta più all'esterno con la violenza delle armi. Da qui il racconto di come la mafia - grazie al silenzio di uomini politici, giornalisti, imprenditori, magistrati, associazioni - si sia persino mascherata da antimafia. Tra queste pagine c'è anche l'atto di accusa contro un'antimafia che ha tradito il mandato originario, che si è chiusa in se stessa, sempre più consociativa e addomesticata. Eppure, in fondo a questa inquietante vicenda, Franco La Torre intravede una luce e un futuro per un'antimafia che non sia narrazione di singoli eroi ma parte della più generale battaglia per la difesa della democrazia in Italia.



24 ottobre 2021

PAOLO ROVERSI BLACK MONEY

 Che cosa collega il rapimento di un'antropologa a Parigi con gli omicidi di un banchiere a Milano e di un finanziere saudita a Nizza? Sono tutti eventi in preparazione di quella che diventerà "la rapina del millennio", progettata da un collettivo hacker internazionale che si fa chiamare FaceLess. L'indagine viene affidata alla profiler Gaia Virgili, da poco a capo di una squadra investigativa dell'Europol, con sede a L'Aia. Ad aiutarla ci saranno Dominic Lamarque, commissario di polizia della brigade criminelle di Parigi con un passato nella legione straniera, il catalano Cesar Cabrera, ex Mossos d'Esquadra, e Gil Fontain, ingegnere ed esperto d'informatica, che sarà l'arma in più contro gli hacker di FaceLess. A loro, inoltre, si affiancherà Jack Durrell, ambiguo agente statunitense della National Security Agency, con un passato nella CIA e tanti segreti da nascondere. La squadra dell'agente speciale Virgili si metterà prima sulle tracce dei responsabili degli omicidi e poi dei rapinatori, in quella che ben presto si trasformerà in una sorta di partita a scacchi internazionale con un avversario astuto e "invisibile" soprannominato Defoe. Un'indagine mozzafiato, un thriller ricco di colpi di scena, dal finale sorprendente e inaspettato... Black Money si ispira alla storia della più grande rapina mai avvenuta a livello mondiale, realmente accaduta nel 2013, che ha fruttato ai banditi oltre 45 milioni di dollari dopo che erano riusciti ad hackerare i sistemi di sicurezza delle banche e a rapinare in contemporanea - con un'audacia e un sincronismo impressionanti - migliaia di sportelli bancomat sparsi in ventisette stati del mondo.



FULVIO LUNA ROMERO LE REGOLE DEGLI INFAMI

 La penisola di Jesolo è un luogo strano. Una lingua di terra circondata dal mare e dalla laguna di Venezia; in estate è l'affollato regno del divertimento notturno e del turismo vacanziero, ma in inverno si spopola, riducendosi a poco più di un paese affacciato sulla città più bella del mondo. È questo il territorio controllato dall'azienda, la tentacolare organizzazione criminale capeggiata da Andrea Salvi. Dalla droga alla prostituzione, dall'edilizia alle sale giochi: nella penisola jesolana, quasi nulla si muove se non è lui a volerlo. Salvi però non è un boss come gli altri. Rifugge il mito del gangster, e preferisce mantenere un basso profilo. Per i lavori sporchi si serve dei suoi tre uomini migliori: Africa, un campano dalla mano pesante, il Negro, un lombardo schivo e dedito al lavoro, e infine Bomber, il cocainomane capocannoniere della squadra di calcio locale. Oltre alla compagna Valentina – che cela la propria determinazione dietro una maschera algida e a tratti umorale –, sono loro le uniche persone di cui si fida. Un giorno, però, durante la consegna di un ingente carico di marijuana, qualcosa va storto, e nello scontro con i carabinieri ci scappa il morto. Salvi si sente braccato. E in un momento come quello, la prudenza non è una strada percorribile: bisogna farsi sentire, e dimostrare che nessuno può permettersi di sfidare impunemente l'azienda. E così, mentre Jesolo viene messa a ferro e fuoco, il boss e i suoi uomini scopriranno che la verità è molto più complicata di quanto possa sembrare, e che il confine tra chi combatte il crimine e chi su quel crimine ha basato la propria esistenza è labile e fin troppo facile da attraversare, ritrovandosi di colpo dall'altra parte.



MONICA PAIS CON I LORO OCCHI

 «Niente sembra più facile che comprare un cucciolo, o andare in un canile o in un gattile per adottare un piccolo randagio. È un gesto così piccolo, ma così soddisfacente: ci farà sentire subito dei moderni supereroi, sprezzanti del pericolo e degli ostacoli. E in effetti lo diventeremo, ciascuno per il proprio pet. Una sensazione bellissima, inebriante, che però rischia di svanire alle prime – inevitabili – difficoltà di convivenza.»

Monica Pais, la veterinaria che ha dedicato la sua vita a salvare i «rottami», gli animali di nessuno, raccoglie per la prima volta le sue conoscenze in un manuale che si propone come guida a un’adozione consapevole, perché quando scegliamo di far entrare un animale nella nostra vita – sia che lo acquistiamo in un allevamento sia che lo prendiamo in un rifugio – stiamo adottando un nuovo membro della famiglia e le famiglie, si sa, sono bellissime ma non sono tutte rose e fiori.

Un libro prezioso, ricco di consigli pratici e adatto a tutti, dal pet lover di lunga esperienza a chi è ancora incerto sul tipo di amico da adottare, che ci accompagnerà attraverso tutte le fasi della nostra vita insieme, dalla scelta della specie a quella del veterinario, dal tipo di alimentazione ai costi della convivenza, dai problemi più comuni alla gestione dei momenti più difficili. Perché, che scodinzolino, abbaino, miagolino, striscino o volino poco importa: sono i nostri animali – o lo saranno – e quel che è certo è che li ameremo incondizionatamente e faremo qualunque cosa per prenderci cura di loro al meglio delle nostre possibilità.



PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...