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Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

21 marzo 2020

GEORGE LAKOFF-MARK JHONSON METAFORA E VITA QUOTIDIANA

Per Lakoff e Johnson la metafora è il meccanismo fondamentale non solo del linguaggio quotidiano, ma anche del nostro stesso funzionamento cognitivo. È praticamente impossibile parlare, e di conseguenza pensare, senza fare ricorso a meccanismi metaforici, perché la metafora è lo strumento linguistico che meglio di qualunque altro esprime la nostra interazione corporea col mondo. Analizzandone alcuni sistemi metaforici di base che organizzano in modo sistematico la nostra quotidianità, gli autori dimostrano come pensiero e linguaggio siano condizionati dalla nostra struttura percettiva e come non siano possibili un pensiero e un linguaggio disincarnati e privi di metafore.

DROR MISHANI TRE

Una donna, insegnante di liceo sulla quarantina, cerca un po’ di conforto, dopo che il marito ha abbandonato lei e suo figlio. Tramite un sito internet per divorziati conosce Ghil, piacente avvocato, e intreccia con lui una relazione. Un’altra donna, una badante lettone immigrata in Israele, cerca una casa e anche un segno da parte di Dio, che le dica se è sulla buona strada. Anche lei, come la prima donna, fa conoscenza di Ghil, a cui si rivolge per una consulenza sul permesso di soggiorno. Una terza donna cerca qualcosa di completamente diverso. Si chiama Ella ed è la giovane madre di tre bambine piccole alla ricerca di una fuga dalla soffocante realtà domestica. Incontra Ghil in un bar. Tutte e tre trovano lo stesso uomo. Sono molte le cose che non sanno di lui, poiché l’uomo non dice la verità. Ma anche lui non sa tutto di loro.


19 marzo 2020

DAVIDE MANA LA NOTTE DEI CACCIATORI

Un uomo in fuga nella Valle Belbo dell'immediato dopoguerra.
Un killer in cerca della sua preda, fra casolari abbandonati e cittadine alluvionate.
E un progetto mostruoso.
Per preparare la strada ai Padroni.
Ai Grandi Antichi.
Coloro che si Muovono negli Interstizi.
Quando le stelle sono al posto giusto.

GIORGIO MONTEFOSCHI DESIDERIO

“Il vero protagonista del libro è il desiderio allo stato puro, irragionevole e cieco, senza età e senza amore. Desiderio tra un uomo e una donna che saranno amanti sempre e comunque, anche nelle vite in cui si reincarneranno. Matteo e Livia sono due personaggi che rimangono nell’anima, con un languore, una scia di dolorosa malinconia, come la Micol di Bassani, come certi amanti di Moravia. Come capita con i classici, che diventano esperienze nella vita del lettore. Livia è un sogno sfuggente che appare e scompare, seduttiva come seduttivo è Matteo nella sua fedeltà assoluta e cieca al desiderio di Livia, per cui è pronto a mettere tutto in discussione, anche la stessa Livia che non è all’altezza della sua passione. Nei tre tempi del romanzo risalta la permanenza del desiderio contro l’impermanenza della vita ‘ufficiale’: non che quest’ultima sia falsa e l’altra vera.

HANS TUZZI LA MORTE AL DI LÀ DEI VETRI


La notte, quando il buio e il silenzio sembrano favorire il delitto, segna tre diversi casi, che impegnano il commissario Norberto Melis nel corso degli anni Ottanta.
È l’11 luglio 1982 quando, mentre l’Italia festeggia la vittoria ai Mondiali di calcio, il capo ultrà di una delle due squadre milanesi viene ucciso con due colpi di pistola per strada. Regolamento di conti, ma fra chi? Tifosi, ormai sempre meno sportivi e sempre più delinquenti? Estremisti di destra, così vicini a quel mondo? O c’entra la malavita organizzata? Le indagini segnano il passo. Forse allora bisogna scavare nella vita privata del morto.
Una sera dell’estate del 1984, a Milano, due bambine scompaiono da casa. Vengono ritrovate in piena notte, volevano giocare, si erano perse. Due giorni dopo i genitori si presentano in questura: Patrizia e Valeria hanno lo stesso incubo ricorrente. Dietro una finestra illuminata, quella notte hanno visto un uomo tagliare la testa a un altro uomo. Fantasie? Nelle strade sempre più deserte di una Milano afosa, Melis decide di vederci chiaro.
Ed è un vero cold case quello che aspetta Melis nella villa sul mare ligure dove i suoi amici Letizia e Franco lo hanno invitato insieme alla compagna Fiorenza per la Pasqua 1986. Esistono case infestate da spettri? Per Letizia e Franco, sì: nella loro villa, negli anni Trenta, morirono due uomini, fra loro rivali in amore. Incidente, come dissero le inchieste, o omicidio, come farebbero pensare le implacate presenze notturne? Una pista molto fredda, che Melis segue con un assistente d’eccezione: Edgar Allan Poe.
E, così come il giorno segue alla notte, e la luce dissolve i misteri, in ciascuna inchiesta Melis riuscirà a ricomporre il tessuto lacerato dal delitto.

17 marzo 2020

STEFANIA AUCI I LEONI DI SICILIA

Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione… E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri – il marsala – viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno – sott’olio e in lattina – ne rilancia il consumo in tutta Europa… In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l’espansione dei Florio, ma l’orgoglio si stempera nell’invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell’ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e – sebbene non lo possano ammettere – hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto – compreso l’amore – per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.

14 marzo 2020

ALBERTO ARBASINO UN PAESE SENZA

Questo romanzo-conversazione, fatto di centinaia di micro-saggi, ha come protagonista l'Italia e come trama la fine dei nostri poco amati Anni Settanta, nonché il nostro ingresso nei misteriosi Anni Ottanta. Diversi Fratelli d'Italia (quanti? dove? chi?) prendono la parola con libido storica e ironia politica e rabbia patriottica in una tipica discussione italiana, di quelle che alternano affermazioni gravissime e osservazioni futili, citazioni colte e battute facete, salti in avanti vertiginosi e fissazioni che continuano a ritornare indietro, al passato italiano, fra violente nostalgie "absburgiche" di un Paese più civile e disperate impossibilità di conclusioni serie quando neanche i Poteri sanno i prezzi del petrolio del mese prossimo né gli ammazzati di domani mattina. Ecco allora una performance fonica e gestuale che si svolge nell'immaginario collettivo di un Paese senza alcuni caratteri fondamentali; un campionario di "trips" ideologici ed economici e sociologici e onirici con gran spreco d'intelligenza molto moderna; un inventario di considerazioni politiche anche su temi poco politici; un repertorio di sciocchezze italiane tipicamente contemporanee in fondo a una crisi incerta se aprire un dibattito o chiamare i carabinieri. Anche un surrogato di diari che non si tengono, di lettere che nessuno scrive più; e un anticipo di memorie che verranno compilate -poi- chissà quando, chissà come, chissà da chi, e comunque non "a caldo". Soprattutto, ecco qui un pacchetto di appunti e frammenti per lettori e storici futuri che domanderanno e rinfacceranno: ma voi dove eravate? cosa facevate? cosa dicevate allora? Insomma, un prezioso e bel contributo alla "micro-storia" e alla "storia orale" di una istituzione molto caratteristica -la Conversazione Politica- importantissima in un Paese dove la Politica viene generalmente vissuta e gestita e agita e "portata avanti", appunto, come Conversazione

VITALIANO BRANCATI LA GOVERNANTE E ALTRE COMMEDIE

Capolavoro del teatro di Vitaliano Brancati, La governante - scritto nel 1952 - poté andare in scena in Italia soltanto nel 1965, protagonista Anna Proclemer e regia di Giuseppe Patroni Griffi: il tema scottante dell'omosessualità femminile ne fece infatti il bersaglio immediato della censura. Benché secondo l'autore «la sostanza della vicenda» sia «più la calunnia che l'amore fra le due donne», e quindi una questione di etica e di responsabilità individuale, il testo attacca l'ipocrisia dei benpensanti cattolici, il filocomunismo borghese, i princìpi della Sicilia baronale e la censura stessa.

Il tema del "gallismo" siciliano, che torna come un filo rosso in molte opere di Brancati, riaffiora anche negli altri due drammi qui proposti, Don Giovanni involontario (1943) e Una donna di casa (1950).

DIANA ÇULI ASSASSINIO NEL PALAZZO DEL GOVERNO

Nel Palazzo del governo di Tirana è stato rinvenuto il cadavere del Segretario generale del Consiglio dei ministri, braccio destro della nuova premier, ufficialmente colto da un infarto. Ma le circostanze della morte insospettiscono la Primo Ministro, che incarica la sua amica Beti Duka di svolgere delle indagini segrete, affidandole anche un ruolo di copertura nel governo.
Come consigliera per la Cultura, Beti verrà coinvolta in un progetto dell’UNESCO che la porterà a viaggiare per i Balcani in compagnia di un gruppo di colleghi, tutti potenziali sospettati dell’omicidio. Assistita dal fratello Genti, abile investigatore privato, e oppressa dal peso del passato della loro famiglia, Beti dovrà guardarsi le spalle mentre tenta di svolgere al meglio il suo duplice compito, perché le cose si fanno pericolose sin da subito: il sospetto che qualcuno voglia colpire il governo prende sostanza ogni giorno e ogni tappa di più.
In una penisola balcanica ancora sospesa fra le vecchie glorie del comunismo e l’idealismo proeuropeista, si insinuano forze ostili e manipolatrici, menti disposte a tutto per indirizzare il futuro verso i propri interessi.

NICOLETTA GOSIO NEMICI MIEI

Siamo sempre piú arrabbiati, scontenti e a caccia di colpevoli. Ma i primi veri nemici sono dentro di noi. Riconoscere le parti indesiderate di sé, che a nostra insaputa troppo facilmente attribuiamo agli altri, è la via per sentirsi meno minacciati e arginare le conflittualità.

PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...