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Sale, Alessandria, Italy
Ex giornalista pubblicista; Organizzatore di festival letterari; Presentatore; Speaker radiofonico;

02 marzo 2020

DANIELE BRESCIANI ANIME TRASPARENTI

RECENSIONE
Premesso che non sono nessuno per esprimere un parere serio ed esaustivo su l'ultima opera di Daniele Bresciani, posso affermare con la convinzione della lettura di qualche noir in questi vent'anni, che Anime Trasparenti è un ottimo rappresentante del filone del giallo di denuncia sociale.
Il titolo molto azzeccato, svelerà solo alla fine, il suo significato più intrinseco ed elegiaco.
Scritto con uno stile e una prosa lucida tagliente e priva di fronzoli, ma che non si risparmia alte note di sensibilità.
Un romanzo corale con i personaggi che recitano i loro ruoli sullo sfondo di una Milano osservata e descritta con un'ottica diversa dai soliti noir urbani.
Miranda è un poliziotto atipico.
Caratterizzato in modo magistrale e che non ha nulla del solito questurino.
Ha un'anima sensibile, non a caso preferisce riferirsi ai quadrupedi, che agli essere umani.
Bresciani riesce con una abilità pari a pochi, a farci percepire gli odori dei singoli ambienti, risucchiando l'attenzione del lettore attraverso una dovizia di particolari.
Se non fosse per la presenza dei morti, potremmo quasi definirla una fiaba metropolitana.
A parte il protagonista, che ci auguriamo di rivedere ancora, ogni personaggio ha un ruolo ben preciso e denso di significato iconico e estremizzando il concetto quasi religioso.
Si sente aleggiare tra le pagine, filtrare tra le righe la presenza quasi di un Dio di strada che veglia sui personaggi.
Ringrazio di cuore Franco Pugnaloni dell'ufficio stampa Garzanti di avermi proposto due anni fa di presentare l'autore.
A mio modesto parere pur essendo totalmente diversi, ritengo questo seconda opera molto più forte e matura della prima.
Anime Trasparenti oltre che da un faticoso lavoro documentale si sente che nasce dalle viscere dello scrittore e che il tema è da lui molto sentito

FERRUCCIO PARAZZOLI HAPPY HOUR

È sabato sera, a Milano. I bar e le tavole calde sono affollati per l'happy hour, l'irrinunciabile piccola "ora felice", e in corso Buenos Aires, via dell'abbondanza, la calca dell'aperitivo si confonde con quella dello shopping. Poi, all'improvviso, un uomo si toglie la vita: è il caso zero, quello da cui tutto comincia. Nelle settimane successive, un'inspiegabile epidemia di suicidi paralizza la città. Tra capitani d'azienda e vecchine in pensione, tra chi si impicca in salotto e chi si getta in pieno giorno dalle terrazze del Duomo, l'unico denominatore comune è un male di vivere improvviso e irrimediabile. Mario Spinoza, professore di Letteratura francese, segue questi fatti con interesse. Quando il morbo si aggrava e Milano viene messa in quarantena, ricercarne le ragioni gli pare indispensabile: perché proprio questa città internazionale, città del benessere, città da bere? E perché gli stranieri, anche i più sfortunati, ne sono immuni? Insieme ad Aram, seminarista con velleità rivoluzionarie, e a Mara, studentessa convinta che la "peste" milanese sia paragonabile a quella di Camus, Spinoza cerca di rispondere a una domanda fondamentale: esiste ancora, nel nostro tempo, qualcuno in grado di essere felice? Un romanzo sagace e illuminante, la riflessione provocatoria di un autore che ha fatto di Milano il centro della sua poetica.

01 marzo 2020

ENNIO FLAIANO LA SOLITUDINE DEL SATIRO

Flâneur inveterato, illuminista paradossale e lieve, Flaiano passeggia per Roma e la guarda tranquillamente deteriorarsi. Luoghi comuni, accademismi, velleità, mode e vezzi di una cultura che, sul finire degli anni Sessanta, si parla e sparla addosso sono l’oggetto e il bersaglio di questo libro postumo, straordinario nella sua ilare, fulminante icasticità. Miscellanea di racconti, aneddoti, ricordi, graffianti definizioni e struggenti o disilluse passioni, La solitudine del satiro è attraversato da un sentimento intellettuale che pochi dei nostri scrittori hanno posseduto: l’intelligenza messa al servizio del disincanto, una lucidità che è insieme cinica e malinconica, ma non riesce a velare l’amore per la letteratura e quello, ostacolato, per la vita, che può anche trovarsi in guerra proprio con la letteratura.
Sempre deambulante fra i generi letterari, giornalistici e cinematografici, poco sedotto insomma dall’architettura chiusa del romanzo, negli ultimi anni, trascorsi ormai i tempi degli «amici del “Mondo”» e di via Veneto, tramontata la stagione degli scambi intensi e folgoranti – Flaiano non rinuncia a posare sul mondo che lo circonda, e che sempre meno gli somiglia, il suo occhio acuto e beffardo di irregolare, di outsider. Alla fine sarà confortato solo dalla propria ironia.

TOMMASO PAGANO IL BAMBINO CHE DISEGNAVA LE ANIME

Due anni fa si è dimesso dalla polizia per diventare insegnante di italiano: Zeno Schirripa credeva di averle già fatte, le sue scelte difficili. Ma la più difficile deve ancora venire, dato che uno dei suoi studenti rischia di ritrovarsi sospettato di omicidio. E nemmeno un omicidio qualunque, bensì quello di un pezzo grosso della Natural Power, la società di smaltimento rifiuti più importante della regione, sui cui loschi affari Zeno ha indagato invano per anni. Perché Giovanni, diciottenne ombroso, è sparito subito dopo il delitto? Perché i suoi genitori, che dicono di essere in vacanza in Abruzzo, non sembrano affatto preoccupati? È per rispondere a queste domande, più che per amore della giustizia, che Schirripa decide di aiutare nelle indagini il nuovo commissario, il suo ex sodale Vincenzo Grillo. Poliziotto rigoroso ma perseguitato da strane visioni, Grillo è l’unico a dar credito alle intuizioni di Zeno, al punto da rischiare la carriera per seguirle. Scoprirà così che la chiave del caso non si trova nell’abitazione della bella Maddalena, attivista ambientalista, ma nella mente di suo figlio Agostino, che da quando il padre se n’è andato si rifiuta di parlare. Ed è solo la prima di molte rivelazioni.

DARIO CRAPANZANO ARRIGONI E L'OMICIDIO NEL BOSCO

È la prima inchiesta che il commissario capo Arrigoni del Porta Venezia conduce lontano dalla sua amata Milano. Siamo nel 1953, e gli alti comandi di polizia e carabinieri decidono di costituire un'unità speciale che dovrà indagare sugli omicidi che vengono commessi in piccoli paesi della Lombardia. A capo dell'unità viene nominato proprio Arrigoni che, pur non essendo troppo entusiasta della proposta, per senso di responsabilità accetta l'incarico. Dopo una settimana, ha già un caso da risolvere. Parte insieme al il giovane e fidato agente Di Pasquale, un esuberante e brillante partenopeo, nonché impenitente donnaiolo. I due raggiungono Arbizzone Varesino, un paese di montagna affacciato sul lago Maggiore, dove il contrabbando con la vicina Svizzera è la principale fonte di guadagno: un posto tranquillo, all'apparenza, ma che nasconde più di un segreto. Qui, in un bosco, è stato rinvenuto il cadavere di un uomo, ucciso con un colpo alla tempia, sferrato probabilmente con una pietra trovata nel vicino torrente. L'uomo, ricco e sposato con una ragazza molto più giovane, era ufficialmente un imprenditore edile, ma, come si scoprirà nel corso dell'indagine, anche uno strozzino...

NICOLE MONES L'ULTIMO CHEF CINESE

Maggie è appena arrivata a Pechino, davanti alla casa del giovane chef che ha deciso di intervistare per la rivista americana di gastronomia con la quale collabora. La casa ha il tipico aspetto degli edifici cinesi in stile antico: una costruzione bassa, con un portone rosso di legno massiccio, che dà su un lago lungo e stretto, fiancheggiato da alberi. Un paesaggio completamente diverso dal porto di Marina, in California, dove Maggie è andata a vi-vere su una barca, e dove è riuscita a ritrovare un suo equilibrio, dopo il tragico incidente che è costato la vita a Matt, suo marito. Un equilibrio, tuttavia, decisamente turbato dalla telefonata di qualche giorno fa di Carey. Ex colla-boratore di Matt nel suo studio legale a Pechino, Carey le ha comunicato, con un freddo tono giuridico, che nelle aule del tribunale della capitale cinese giace un’istanza legale in cui una donna sostiene che Matt è il padre della sua bambina. Maggie ha impiegato del tempo per riaversi dalla sorpresa, poi ha deciso di prendere il primo volo per Pechino per appurare la verità. Una volta in terra cinese, per non macerarsi in una snervante attesa del test di paternità, ha pensato che non c’era niente di meglio che offrire ai lettori di Table un servizio finalmente diverso dalle solite litanie sulla cucina popolare americana: il ritratto di Sam Liang, giovane chef emergente, per metà americano e per l’altra metà cinese, erede diretto della scuola tradizionalista di Liang Wei, autore del celebre trattato intitolato L’ultimo chef cinese. Quando Maggie bussa al portone di casa Liang, dopo aver sentito dei passi risuonare sul ghiaino, si trova al cospetto di un giovane uomo affascinante, dagli zigomi pronunciati e dai capelli neri e lisci raccolti a coda di cavallo. Ma quello che le toglie il fiato è il regno di quell’antica casa: una cucina organizzata in modo stupe-facente. Ogni centimetro delle pareti è coperto di mensole, con sopra ciotole, contenitori, bottiglie e vasetti pieni di ogni tipo di salsa e spezie. Al centro, poi, troneggia un magnifico bancone a isola, con sopra tre lucide sezioni circolari di tronchi d’albero...

ENRICO FOVANNA L'ARTE SCONOSCIUTA DEL VOLO



Premosello, Piemonte settentrionale, 1969. È il primo novembre, vigilia del giorno dei morti, e una scoperta agghiacciante sta per risvegliare l’orrore in paese, sconvolgendo l’infanzia di Tobia. Su una strada di campagna, vicino al ruscello, è stato rinvenuto il corpo di un suo compagno di scuola. A pochi mesi di distanza dal ritrovamento del cadavere di un’altra ragazzina. In paese si diffonde il terrore: ormai è evidente che per le campagne si aggira un mostro, un mostro che uccide i bambini. Tobia è afflitto dal senso di colpa e dalla vergogna, perché con quel ragazzo aveva fatto a botte proprio il giorno della sua scomparsa, desiderando davvero di liberarsi di lui. Adesso è difficile tornare alla vita di prima, all’amore innocente ed esaltante per Carolina, ai giochi spensierati con padre Camillo e con Lupo, il matto del paese. Soprattutto quando i sospetti dei paesani si concentrano su una persona molto vicina a Tobia, sulla cui innocenza lui non ha alcun dubbio. Quarant’anni dopo, Tobia vive a Milano e fa il medico legale. Demotivato dal lavoro e lasciato dalla moglie per l’impossibilità di avere un figlio, sta vivendo uno dei momenti più bui della sua vita. Sarà una telefonata di Ettore, il suo vecchio compagno di scuola, a convincerlo a tornare dopo tanti anni nei luoghi dell’infanzia, per il funerale di Lupo. E questo inatteso ritorno cambierà la rilettura del suo passato… Un romanzo intenso e toccante, in cui grazie all’amore un adulto sconfigge i fantasmi dell’infanzia.

29 febbraio 2020

JOSÈ SARAMAGO CECITÀ

«C'era un vecchio con una benda nera su un occhio, un ragazzino che sembrava strabico,

una giovane dagli occhiali scuri, altre due persone senza alcun segno visibile, ma nessun cieco, i ciechi non vanno dall'oculista»

In una città mai nominata, un automobilista fermo al semaforo si accorge di essere diventato improvvisamente cieco. La sua malattia, però, è peculiare: infatti egli vede tutto bianco. Tornato a casa con l'aiuto di un altro uomo (che ben presto si rivelerà un ladro) racconta l'accaduto a sua moglie. I due si recano da un medico specialista, dove trovano un "vecchio con una benda nera" su un occhio, un "ragazzino strabico", accompagnato da una donna e una "ragazza dagli occhiali scuri".

"Il medico", dopo aver esaminato l'uomo (che, nel seguito della storia, sarà chiamato "il primo cieco"), si accorge di non avere spiegazioni per quella improvvisa cecità. Ben presto, però, la cecità comincia a diffondersi. Il "ladro di automobili", "il medico", la "moglie del primo cieco", sono tutti colpiti dalla strana malattia. La "moglie del medico" sembra l'unica a non essere contagiata. L'epidemia si diffonde in tutta la città e il governo del paese decide, provvisoriamente, di rinchiudere i gruppi di ciechi in vari edifici, allo scopo di evitare il contagio. Ogni giorno le guardie avrebbero fornito il cibo agli internati.

«Fra i ciechi c'era una donna che dava l'impressione di trovarsi contemporaneamente dappertutto, aiutando a caricare, comportandosi come se guidasse gli uomini, cosa evidentemente impossibile per una cieca, e più di una volta, o per caso o di proposito, si girò verso l'ala dei contagiati»

Il medico, la moglie del medico, l'unica dotata della vista e fintasi non vedente per non separarsi dal marito, vengono internati in un ex manicomio dove incontrano il primo cieco e sua moglie, la ragazza dagli occhiali scuri, il ladro di automobili, il vecchio con una benda nera e il ragazzino strabico, tutti colpiti dalla malattia contratta nello studio oculistico. Inizialmente la distribuzione degli alimenti avviene regolarmente, ma ben presto i ciechi si ritrovano abbandonati, perché la cecità si diffonde anche tra i soldati e i politici, fino a colpire tutto il paese (tranne la moglie del medico). All'interno del manicomio, inoltre, un gruppo di ciechi (i "ciechi malvagi") s'impossessa di tutte le razioni di cibo provenienti dall'esterno per poter ricattare gli altri malati e ottenere potere e altri vantaggi, compresi rapporti sessuali con le donne. Proprio durante uno di questi stupri collettivi, la moglie del medico uccide il capo dei ciechi malvagi. Nel tentativo di rendere inoffensivi questi ultimi, un'altra donna dà fuoco ad un mucchio di coperte nella loro camerata, ma il fuoco si diffonde e finisce per avvolgere tutto l'edificio. Molti ciechi muoiono, ma una parte di loro (tra questi, il gruppo della moglie del medico), riesce a uscire all'aria aperta.

All'esterno dell'ex manicomio la moglie del medico vedrà i risultati dell'epidemia. Morti per le strade, la città in totale abbandono, gruppi di ciechi che occupano le case altrui e lottano l'uno contro l'altro per assicurarsi del cibo. Il gruppo della moglie del medico cerca di organizzarsi e di riacquistare la dignità che nella reclusione gli era stata sottratta; tra i membri si instaura amicizia e collaborazione e a loro si unisce un cane randagio, "il cane delle lacrime", attirato dal pianto della donna. Nel finale tutti i ciechi guariscono senza alcuna ragione apparente, proprio come all'inizio della vicenda era sopraggiunta l'epidemia.


NICOLETTA VALLORANI AVRAI I MIEI OCCHI

È inverno a Milano, la più fredda delle stagioni, nella più desolata delle città. Ma non c'è mai una stagione giusta per indagare su un mucchio di cadaveri di donne abbandonato come spazzatura alla periferia dei campi industriali. Donne? Persone? O piuttosto cavie, cloni, cose? È quello che si chiede Nigredo, chiamato a investigare, a cercare una verità, e quindi ad attraversare i muri che dividono, separano, proteggono Milano dal deserto civile in cui la città è immersa. Ma quando c'è un muro, c'è sempre qualcuno capace di valicarlo, e Olivia a bordo del suo taxi lo sa bene. Lei conosce Nigredo da tempo. Il loro legame è molto più profondo di quanto lui si immagini. Olivia e Nigredo, anime gemelle, sopravvissuti a tempi migliori, a tempi diversi, non sono pronti ad arrendersi all'età e alla devastazione che li circonda. Vivono quasi sospesi ancora in cerca di attimi di bellezza, e di un'idea di giustizia diversa da quella immaginata dal potere.

27 febbraio 2020

CRISTINA RAVA I SEGRETI DEL PROFESSORE

Regna la pace al confine tra il basso Piemonte e la Liguria di Ponente, tra un cielo pallido di fine inverno e il tenero verde delle colline. Ma è solo apparenza. Ci può scommettere l’ex commissario Bartolomeo Rebaudengo. A richiamarlo all’azione dal suo ritiro a vita privata provvede Ardelia Spinola, il medico legale che non ha mai imparato a mettere la giusta distanza tra sé e i cadaveri distesi sul tavolo autoptico. Adesso il poliziotto deve vedersela con una scia di sangue che parte da Alassio e si perde in Alta Langa, con una serie di delitti dietro cui sembra celarsi la mano di un serial killer. Tre fori di proiettile, a formare un triangolo scaleno sul petto delle vittime, sono la firma dell’assassino. Mentre la nuova amicizia tra Bartolomeo e Ardelia nasconde a fatica le tracce dell’antica passione, il segugio piemontese comincia la caccia. Stavolta, però, battere la pista giusta è davvero difficile: una giovane scrittrice, un anziano prete e un enigmatico professore custodiscono segreti inconfessabili. E le menzogne confondono la verità come la nebbia appanna il profilo dei crinali. Nelle pieghe di un’affilatissima commedia nera, Cristina Rava si conferma una voce unica nel sondare i tempestosi rovesci dell’amore proibito, negato, tradito, che tutto travolge e sconvolge.

PAOLO ROVERSI ALLA VECCHIA MANIERA

 Sono gli ultimi giorni dell’Expo, e Milano galleggia in un inedito silenzio quando in pieno centro viene ritrovato il cadavere di un avvoca...