Ma che cosa sono queste masche? Riuscirà Maria Tarditi a svelarci tutti i misteri che circondano il mito delle nostre campagne, quelle donne-streghe che hanno popolato la fantasia dei secoli passati a cavallo tra Piemonte e Liguria? Nelle stalle, durante le veglie, il fiato degli animali si animava delle incredibili e paurose vicende di vecchie signore che di notte diventavano capre, gatti, pecore, e ne combinavano di tutti i colori. A leggere i racconti della Tarditi (alcuni dei quali già apparsi nel libro "Il diavolo, l'acqua santa e la paura") si ha voglia di tornare bambini, per sentire le sue storie dalla viva voce delle nonne di quell'epoca perduta. Chi arrivava appendeva la mantellina o lo scialle ai pioli, bene allineati sul muro della cucina, al caldo. Sbatteva e scrollava gli zoccoli infangati o innevati sui mattoni del pavimento. Si scaldava le mani stropicciandole sul fuoco. Poi prendeva il suo posto. Gli uomini sulla panca dietro la stufa. Le donne sulle sedie impagliate, disposte a semicerchio di fronte agli uomini. Noi bambini sui nostri panchetti, tra le gambe delle Una sera sul tardi, passando nell'aria per salire a dormire nel fienile, il servitorello Berto ha sentito un fitto chiacchiericcio, intercalato da risatine, provenire dal sotto scala. Ha guardato attraverso il finestrino e al chiaro di luna ha visto le pecore sperse accucciate sulla paglia che discorrevano! Muovevano la bocca preciso a come fanno i cristiani quando parlano e ridono. Uno spavento! Da restarci secco. Bianco come uno straccio lavato, è tornato sparato in casa dove Giulia filo di voce: "Padrona, le due pecore sperse parlano!! Parlano come noi! Le ho sentite... e le ho viste! Sono masche!!".
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